Questa sera, venerdì 1 novembre, su Rai Tre va in onda alle 21.10 in prima visione Bar Sport, film del 2011 diretto da Massimo Martelli e tratto dall’omonimo libro di Stefano Benni del 1976. Il tono dato al film, perfettamente congruente con quello che si respira leggendo il libro di Benni, è tipico delle più pure e disinteressate commedie. Poca trama e tanti personaggi talmente caratterizzati da sembrare stereotipi. C’è Eros (Claudio Bisio), detto il Tennico, ovvero quello che sa tutto di tutto e di tutti. C’è Onassis (Giuseppe Battiston), il titolare del bar in cui si incontrano tutti i giorni, a tutte le ore, i protagonisti. Ci sono Angela Finocchiaro e Lunetta Savino, che interpretano due vecchiette che ogni giorno si siedono sempre allo stesso tavolino a parlare (e, più spesso, sparlare) degli altri. C’è un immenso Teo Teocoli, nel film Renzo il (sedicente) playboy, che si vanta con gli amici di conquiste e serate lussuose che non sono mai avvenute. Ma c’è anche tutta una fauna di personaggi simpatici, interessanti e stravaganti che popolavano le piazze e i bar di tutta italia.
La trama gira intorno alla vita quotidiana di tutti questi personaggi, raccontati con maestria dalla penna del maestro Benni e rappresentati visivamente con altrettanta bravura da Martelli. Che sia una partita di carte, una sfida di bigliardo, una piccola gita fuori porta alla ricerca di un buon ristorante o un viaggio per andare a guardare il grande Bologna giocare a calcio, il tono è sempre leggero, ironico, intelligente. Anche quando Eros racconta le gesta del mitico Piva, calciatore dal talento straordinario, o del grande duello tra due miti (chiaramente inventati) del ciclismo italiano, protagonisti di tappe del giro d’Italia ai limiti dell’assurdo. Tutto il film è una costante citazione di personaggi, luoghi, fatti, parole e storie prese (a volte senza alcuna modifica) da quanto scritto nel 1976 dall’esordiente Benni.
Anche il film, infatti, è ambientato in una provincia bolognese di quegli anni. La pellicola, dunque, non è altro che una serie di episodi slegati l’uno dall’altro. Ma a unire le varie storie di tutta la narrazione c’è la Luisona, una pasta gonfia e invitante che, però, non ordina mai nessuno. Il film inizia con lei in bella vista sul bancone e finisce quando viene acquistata da un cliente, che ne subirà anche gli effetti negativi sul suo organismo.
Bar Sport è insomma una fotografia di tutti i bar d’Italia ormai passata. Tant’è che lo stesso Benni ha pubblicato nel 1997 il seguito del suo libro, intitolato “Bar Sport Duemila”, che racconta la gente che frequenta i bar al giorno d’oggi.
Il film, che dura 93 minuti, è stato un esperimento con costi non molto elevati (nonostante gli effetti speciali e gli inserti di puro cinema d’animazione) ed è rimasto nelle sale cinematografiche per due soli weekend e ha incassato un milione e 790mila euro.