Lo conosciamo tutti, Franco Oppini è famoso al grande pubblico soprattutto per aver fatto parte del mitico gruppo de “I Gatti di Vicolo Miracoli”. Poi tante interpretazioni, tanti ruoli, anche in teatro, dove lo ritroviamo oggi con “Un Singapore Sling”, corto interpretato insieme al grande attore Renato Giordano, autore del testo. Si tratta di un viaggio dentro al mondo delle calcioscommesse, di cui tanto si è sentito parlare in questi anni e non solo in questi anni. Il 6, 7, 8 ottobre alle 21, “Singapore Sling” sarà in scena al Teatro Tordinona in anteprima nazionale al Festival “Schegge d’Autore” in programma a Roma dal 30 settembre al 12 ottobre. “Schegge d’Autore” è il Festival della Drammaturgia Italiana ideato proprio da Renato Giordano e giunto quest’anno alla quattordicesima edizione. Una grande maratona di opere teatrali, con tanti testi pervenuti durante l’anno: 22 le opere in gara tra monologhi, corti e atti unici, portati in scena ognuno per tre sere consecutive, fino a domenica 12 ottobre, serata finale di premiazione. Ci saranno lavori di importanti nomi del teatro italiano e nuovi autori e attori emergenti. Abbiamo sentito proprio Franco Oppini, per farci raccontare “Un Singapore Sling”, di “Schegge d’Autore”, della sua comicità di attore eccezionale. Eccolo in questa intervista a ilsussidiario.net.
Ci può parlare di “Un Singapore Sling”?
E’ molto bello mettere in scena “Un Singapore Sling”, questo corto teatrale che fa parte del festival “Schegge d’autore”, il Festival della Drammaturgia Italiana ideato da Renato Giordano. Una rassegna dove vengono messe in scena opere di grande livello creativo, in cui si cimentano anche tanti giovani interpreti di quest’arte espressiva del nostro Paese.
Un’emozione particolare partecipare a questa commedia teatrale?
Si perché Renato è veramente un attore eccezionale e uno dei più grandi autori italiani, oltre che un regista molto valido, creatore di pezzi teatrali di grande valore e intensità, alla Pulp Fiction tanto per intenderci. Con lui da ormai quindici anni sono impegnato a portare avanti le repliche del fortunato musical sugli anni ’60 “Mi ritorni in mente”.
Difficile provare, riprovare da parte sua il personaggio di questa commedia?
Mi sono trovato bene a interpretare con Renato questa coppia per così dire di “farabutti”, di personaggi legati al mondo del calcioscommesse, che si possono trovare nelle città come Milano, dove questa è un’abitudine.
Che messaggio vuol dare questa opera legata al calcioscommesse?
Il gioco delle calcioscomesse è un aspetto del calcio, ma non è l’unico.
Si interessa di calcio?
Si, io sono juventino e lo è anche mio figlio, che partecipa a una trasmissione in televisione a Milano come opinionista. Faccio parte anche della Nazionale Attori.
Questa opera fa parte del Teatro Schegge d’Autore, una cosa che giudica positiva?
E’ un Festival bellissimo che appunto dà anche la possibilità a tanti giovani interpreti di mettersi in luce proprio attraverso dei corti di grande valore creativo.
Come giudica il momento del teatro italiano?
Difficile sicuramente, riflette ovviamente la situazione economica del paese. Purtroppo non è facile per un produttore organizzare delle tourneè, soprattutto per le compagnie più piccole, che oggi faticano ad andare avanti. Qualche tempo fa un ministro diceva che con l’arte non si mangia, è vero, ma come ha detto anche Giorgio Albertazzi il teatro non muore mai, esso è insito in noi, basti pensare ad un bambino che fin da piccolo nei suoi gesti più semplici impara a recitare.
Ci può raccontare qualche aneddoto della sua carriera di attore?
Ovviamente non posso che raccontarne uno del gruppo de ”I Gatti di Vicolo Miracoli”. Ce ne sono tanti… Mi ricordo quando andavamo in giro con la macchina di Jerry Calà, che non aveva soldi per pagare l’una tantum. Glieli demmo io, Umberto Smaila e Nini Salerno, ma lui con questi soldi si pagò la bolletta della luce… Ci fermarono i vigili… Ma alla fine tutto si risolse nel migliore dei modi.
Vi vedete ancora?
Certamente, siamo rimasti in contatto, così ci vediamo ancora, andiamo qualche volta in uno dei locali di Umberto o ci incontriamo in riunioni tra vecchi amici e compagni di lavoro.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Dopo “Un Singapore Sling”, sarò al “Piccolo Eliseo” dal 26 novembre a 14 dicembre per “ Ti presento John Doe”, con la regia di Francesco Bellomo. Poi da Capodanno a Febbraio metterò in scena una commedia in romanesco sul figlio di Rugantino.
Qual è il suo concetto di arte, di creatività?
L’arte c’è l’hai nel sangue, artisti si nasce, è una cosa che non puoi inventarti, proprio come la comicità. Magari la puoi affinare col tempo, la puoi migliorare, ma non è uno sforzo, diciamo che è una cosa che emerge automaticamente. Certe volte per esempio faccio delle battute, ma solo dopo mi rendo conto della loro comicità e comprendo tutta la loro essenza.
(Franco Vittadini)