Giovedì 13 novembre è andata in onda la prima puntata di Announo, il programma condotto da Giulia Innocenzi. Il programma parte diretto contro le promesse di Renzi, sulle note di “Parole, parole” di Mina, mentre Santoro espone il proprio editoriale. Rimprovera a Renzi d’aver solo promesso lavoro e parlato di futuro, senza fare nulla di concreto per il Paese, eccetto la storia degli 80 euro, inutili in busta paga ma utili qualora fossero stati utilizzati per concedere case popolari. Si sarebbero potuti dare ben 100mila alloggi, e invece nelle zone popolari italiane ci si scanna a vicenda e ci si ruba la casa. L’Italia ormai non vota più, ma si passa da un governo tecnico all’altro, e poi quando qualcuno viene votato, puntualmente viene fatto cadere dalla classe politica. Le immagini di copertina scelte per questa puntata vengono da Brescia, dove gli operai si sono scagliati contro il Premier, che era andato a far visita agli industriali del posto. Si ascolta anche l’altra faccia della medaglia, ovvero gli stessi industriali, per i quali le cose vanno bene e il lavoro di Renzi è soddisfacente. Tra i ragazzi in studio prende la parola Elisa, che si scaglia contro i sindacati. Ora ha firmato il suo primo contratto non collettivo. E’ più flessibile ma le consente di ricevere più soldi. I sindacati invece terrorizzerebbero le aziende, creando questi problemi. Isabella invece dice che i sindacati si dimenticano di alcuni lavoratori, come quelli a partita Iva.
Landini dice che ogni sindacato è diverso da un altro, e poi propone una frase fatta come che il lavoro dovrebbe essere un diritto e non un motivo di guerra tra poveri. Intanto in studio si scopre che soltanto una ragazza ha la tessera di un sindacato, e questo chiarisce il clima che si respira. Landini sostiene che i precari non sono stati creati dai sindacalisti, bensì da scelte precise di ordine economico, e poi aggiunge che per funziona un sindacato ha bisogno di lavoratori che si schierino compatti per cambiare le cose. Il suo appello è quello di restare compatti, evitando che il potere metta i lavoratori gli uni contro gli altri. Prende la parola un operaio di 37 anni, che dice subito di non essere un pro Berlusconi, ma sottolinea come i danni di Renzi siano ormai più del doppio rispetto a quelli fatti dall’ex cavaliere. Una statistica mostra come i giovani appartenenti ai sindacati siano in decrescita. Solo 500mila degli iscritti alla CGIL hanno meno di 35 anni, ma Landini nega tutto. Secondo le sue stime sono soltanto 7mila gli iscritti persi negli ultimi 5 anni.
Viene mandato un servizio che mostra il tipo di lavoro che solitamente svolge Renzi, il quale prende parte a cene e invita i soliti finanziatori del partito. In contrasto con tanto sfarzo, vengono mandate in onda anche le immagini dei lavoratori in sciopero a Roma, scontratisi con la polizia. La gente è furiosa e Renzi sostiene che a partire dal 2015 l’articolo 18 potrà essere considerato del tutto superato. Ancora ragazzi che parlano, con Federica che vorrebbe un gruppo unito con i sindacati, mentre Mirko è furioso con le privatizzazioni, che causano un aumento dei costi. Se la prende anche con i sindacati, che arrivano soltanto dopo che le decisioni sono state prese e il processo dannoso è già in atto. Laura parla direttamente a Landini e gli chiede perché mai sia siano dimenticati dei giovani. Lui risponde su Renzi e su come abbia creato solo precari, agendo su comando di Confindustria. La soluzione di Landini alla mancanza di lavoro è solo una, investimenti statali. Micaela guida i bus per l’Atac, e dice che senza l’articolo 18 nessuno avrà più tutele, neanche lei che vanta un contratto a tempo indeterminato. Laura ha una visione particolare. Non auspica un lavoro per tutti, ma solo per chi ha qualità adatte, e sottolinea come gli imprenditori non debbano per forza essere visti come nemici.
Da quest’anno ci sarà una collaborazione con i The Jackal, gruppo di produzione audiovisiva napoletano, che propone una scenetta dal titolo Promettimi che non lavorerai mai. In molti non si sentono rappresentati dal sindacato. Come Irene, licenziata perché incinta. Appena lo annunciò al suo capo fu fatta fuori senza pensarci su due volte, ma nessuno fece nulla. Brambilla, un imprenditore, prende la parola in collegamento e attacca Landini, che dice incapace culturalmente di difendere i giovani e rappresentarli. Ad oggi sono ben 46 le forme contrattuali per essere assunti, e tutto a vantaggio delle aziende, ma la Fiom, dice Landini, ha chiesto di ridurle a 5, sottolineando come ridurre l’Irap alle aziende sia una cretinata. Ancora un servizio, stavolta dalle case popolari di Milano. Si scopre una coppia a letto che aveva occupato la casa il giorno prima. Poi vanno in onda le dure immagini di uno sgombero. Alcuni appartamenti però sono vuoti e non si riesce ad assegnarli, il che crea acora più rabbia e confusione. Silvia affronta un altro tema con Landini, dicendogli che la politica di aumentare le tasse ai ricchi porterà meno lavoro, perché gli imprenditori andranno tutti all’estero. Brambllla però difende gli imprenditori, dicendo che dovrebbero ottenere di nuovo un ruolo importante in questo paese, e che il governo non ha più soldi da investire. Anche Simone in favore degli imprenditori, che creano posti di lavoro, mentre Landini non fa nulla. Irrompono le Femen, contro il papa politicizzato, che andrà a Strasburgo. Fugge Brambilla perché si è offesa la Chiesa cattolica. Il programma si chiude con un inno alla rivolta di Vauro.