Nella puntata di Che tempo che fa di oggi vedremo tra gli ospiti il cantante Damon Albarn, frontman dei Blur. Con la sua band è diventato uno dei simboli del brit-pop anni Novanta, con un sound fresco e accattivante, in contrapposizione allascesa degli Oasis dei fratelli Gallagher.
Albarn nasce a Londra il 23 marzo del 1968, ma si trasferisce per i primi anni di vita a Colchester, con i suoi genitori. Già alletà di tredici anni conobbe Grahan Coxon, storico chitarrista del gruppo, con cui dal 1988 formò la band che lanno successivo cambiò il proprio nome in Blur.
Nei Seymour – così si chiamavano allora – entrarono anche Alex James al basso e Dave Rowntree alla batteria. Il primo contratto discografico arriva nel 1990 e lanno successivo esce Leisure, prodotto dal Stephen Street, con cui avevano lavorato nientemeno che i The Smiths. I Blur riscuotono un discreto successo e nel 1993 fanno uscire il loro secondo lavoro, intitolato Modern Life is Rubbish. In quel periodo la scena britannica è una fucina di talenti, tra cui emergono gruppi come Supergrass, Suade e Pulp, prima dellavvento nel 1994 degli Oasis. Il loro primo lavoro, Definitely Maybe viene accompagnato dalluscita di Parklife, il primo disco di successo dei Blur. Ed è proprio in questo periodo che nasce la storica rivalità tra le due band, una battaglia combattuta a suon di copie vendute, che in un modo o nellaltro rende celebri entrambe in poco tempo.
La scalata al successo è rapida e intensa, così come la produttività di Albarn e Coxon, che lanno successivo danno alla luce The Great Escape. Il singolo Country House spopola in tutta lInghilterra, ma sfortunatamente nello stesso periodo gli Oasis rubano la scena con il loro secondo lavoro, Whats The Story Morning Glory. Con i singoli Wonderwall e Dont Look Back in Anger stracciano ogni record di vendite, mettendo in ombra gli stessi Blur, seppur largamente apprezzati dal pubblico. I fan si dividono, prediligendo luno o laltro gruppo, anche se tacitamente ascoltano anche i presunti rivali. Il 1997 esce Blur, album omonimo, che porta una ventata di novità nella scena brit-pop, e grazie al singolo Song 2 Albarn e soci riescono finalmente ad avere la meglio sui fratelli Gallagher, che pubblicano Standing on The Shoulder of Giants. Il loro singolo, Go let it Out, diventa un tormentone tanto quanto Song2, ma non raggiungerà le vette toccate dagli altri due menzionati in precedenza.
Dopo altri due anni di pausa i Blur registrano 13, un disco sperimentale, sia a livello di idee che di suoni. Il loro lavoro fa storcere un po’ il naso ad alcuni, che danno la band in fase di declino, anche per via della rapida ascesa di un’altra band britannica, i Radiohead. Questi ultimi, con Ok Computer (1997) e Kid A (2000) danno nuova linfa alla musica d’oltremanica, mentre i Blur sembrano effettivamente a corto di idee. Il loro ultimo disco esce nel 2003, ben quattro anni dopo 13, e si intitola Think Tank. Azzardando un’espressione utilizzata nel 1969 per un’altra band, probabilmente la più nota al mondo, si potrebbe definire il loro “canto del cigno”.
Albarn dal canto suo si dedica ad un progetto parallelo, i Gorillaz, che mescola sonorità hip-hop, animazioni 2D e collaborazioni varie. I membri della band sono virtuali, in quanto sono il prodotto della creatività del fumettista Jamie Hewlett. A ogni modo l’unica presenza fissa è proprio quella di Albarn, che a tutti gli effetti scrive e cura ogni disco prodotto. L’ultima fatica del cantante inglese risale al 20 gennaio del 2014, con il singolo Everyday Robots rilasciato su Youtube.