La puntata di Virus – Il contagio delle idee andata in onda ieri sera, 8 ottobre 2015, si intitolava ‘Ottobre rosso‘. Partendo dalla notizia dell’aggressione di un manager di Air France nella sede della società a Parigi, si è discusso questa sera di scioperi e della riforma della rappresentanza sindacale. Ospiti di Nicola Porro sono stati Barbara Lezzi, senatore del Movimento 5 Stelle, Irene Tinagli, deputato del PD, il direttore di Libero Maurizio Belpietro, Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale e infine Giorgio Airaudo, deputato di Sinistra, Ecologia, Libertà. Le dimissioni improvvise del sindaco di Roma Ignazio Marino sono state al centro della discussione di tutta la prima parte di questa puntata di Virus. Maurizio Belpietro ha spiegato che la storia del malaffare a Roma è nata molto prima di Alemanno e si tratta di un qualcosa che viene da molto lontano. Barbara Lezzi ha detto che nella giunta Alemanno c’erano i consiglieri del PD ma anche quelli dell’opposizione.
I pochi consiglieri del M5S sono riusciti oggi a mandare a casa Marino. Allora l’opposizione dov’era? Nelle intercettazioni di Mafia Capitale gli unici di cui si temeva l’arrivo in Campidoglio era proprio il Movimento Cinque Stelle. Su Facebook abbiamo visto il video di Ignazio Marino in cui egli non ha fatto altro che difendere la sua posizione ribadendo di aver combattuto per la prima volta il fenomeno di Mafia Capitale, in un momento in cui la situazione era diventata davvero grave. Marino ha fatto pulizia, eppure qualche scheletro nell’armadio lo aveva anche lui. Il sindaco Marino potrebbe essere visto in un certo senso come il primo fallimento di Matteo Renzi. Un inviato è andato in uno dei municipi di Roma a chiedere se veramente c’era la mafia, ma è stato mandato via dagli impiegati. Nell’ufficio tecnico del municipio di Ostia si decidevano gli appalti e anche qui la risposta è stata che per entrare con le telecamere occorre chiedere autorizzazione. Muri, recinzioni, stabilimenti che si sono allargati più del doppio, alcuni affidati a famiglie malavitose della zona: questo è il lungomare di Ostia. E’ evidente che l’operazione politica messa in atto con la candidatura di Marino a sindaco è fallita. Il caso Marino dovrebbe essere una lezione per la politica italiana.
Questo è il pensiero di Virman Cusenza, direttore de Il Messaggero. Si parla tanto degli scontrini, ma Roma per chi la vive è un problema continuo. Musei e monumenti si trovano chiusi all’improvviso e i turisti sono infastiditi. Molti vengono da lontano e saranno costretti a tornare a casa senza aver visto ciò che volevano vedere. Caso lampante è stato quello dell’assemblea sindacale che ha fatto chiudere i Musei Capitolini. Visitatori venuti dall’America o dall’Australia, erano veramente furiosi. E’ anche per questo che all’estero l’Italia viene considerata totalmente inaffidabile e molti turisti non tornano più, preferendo l’estero, la Francia ad esempio. Stefano Fassina è intervenuto in collegamento. Ma la prima domanda che Porro ha voluto lanciare è se veramente in Italia scioperiamo più di tutti. In realtà tra 2013 e 2014 gli scioperi erano diminuiti, mentre nel 2015 stanno di nuovo aumentando, con due scioperi al mese nel trasporto pubblico. La fonte di questi dati è il garante degli scioperi. I giorni di lavoro persi a causa dello sciopero sono però meno di Francia e Spagna. Quindi di sono Paesi che scioperano quanto o addirittura più di noi. Due scioperi al mese sono tanti, ha detto Porro a Fassina, e anche i lavoratori probabilmente sono d’accordo, perché perdono la giornata di stipendio. Purtroppo l’Atac durante gli anni della giunta Alemanno è stata infestata di immissioni di manager e dirigenti assunti non certo per ragioni professionali. Ciò ha determinato una caduta della qualità del servizio e ha costretto Marino a un intervento anche brutale.
Ciò ha causato anche contrasti con i lavoratori stessi, ha detto Fassina. Secondo Maurizio Belpietro tutta questa conflittualità che c’è stata a Roma è colpa semplicemente di regole che non sono state applicate. Ad esempio le assemblee sindacali vengono messe in periodi ed orari in cui c’è grande afflusso di turisti, proprio con lo scopo di fare più danno possibile. Il fatto è che non c’è buon senso e questo sta facendo aumentare la rabbia dei cittadini che si sentono danneggiati. Parlando del caso di Ercolano, ai suoi ospiti Porro ha voluto chiedere se sia giusto che le persone che si difendono con propri mezzi vengano indagate o si potrebbe scrivere una norma diversa in questo Paese? Fassina ha spiegato che l’indagine scatta in modo automatico quando ci sono reati rilevanti, comunque non si può legittimare a prescindere la legittima difesa. Secondo Migliore si potrebbe anche valutare un cambiamento della legge, ma sempre rimanendo nella legalità. Lezzi pensa che di fronte a due persone morte non si può reagire con leggerezza. Belpietro invece ritiene che dovremmo pensare un po’ di più a chi è spaventato perché si vede puntare un’arma in faccia e non sa di certo che si tratta di una pistola giocattolo. Per questo la legge sulla legittima difesa andrebbe un po’ rivista. Alessandro Sallusti e Padre Giulio Albanese si sono scontrati nel corpo a corpo sul tema del presunto riscatto pagato per Greta e Vanessa. Secondo Albanese è sbagliato accanirsi contro le due ragazze, in fondo il terrorismo non si regge solo sui riscatti, mentre Sallusti crede che lo Stato non debba finanziare in alcun modo l’Isis, neanche pagando i riscatti. Altre vittime ci saranno a causa di quel riscatto. In chiusura Porro ha intervistato Giorgio Squinzi sul lavoro e il ruolo dei sindacati.
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