Sulle note di “Money” dei Pink Floyd, Massimo Giannini apre la puntata di Ballarò, di martedì 17 febbraio, il cui tema principale è la ripresa economica. L’Italia si trova ad affrontare una guerra alle porte, minacciata dai terroristi dell’Isis: un paese in cui avvengono risse tra parlamentari è pronto ad affrontare una minaccia di tale genere? Renzi ha annunciato di voler aspettare una decisione dell’Onu, rispettando la tradizione italiana, ben differente da quella degli Stati Uniti, ad esempio. Riguardo alla crescita gli analisti sono convinti che il 2015 sarà l’anno della ripresa, anche per l’Italia, ma l’incremento del Pil sarà il più basso in Europa, dopo Cipro. Il premier Renzi ha citato il film “Birdman” spiegando che la comunicazione non vale niente se non è seguita dall’azione, la sola in grado di garantire la popolarità, ma Giannini ha aggiunto che la popolarità è solo cugina del prestigio e che i fatti sono differenti dai racconti. Nel servizio di Ilvo Diamanti si parla di crescita economica. Come reagiranno gli italiani di fronte agli ennesimi annunci, dopo quelli dei governi Monti e Letta? Continueranno a stringere la cinghia e a non consumare, aggravando la crisi, a causa della scarsa fiducia nel governo?Massimo Giannini presenta gli ospiti in studio, il sottosegretario del governo Sandro Gozi, i giornalisti Maria Teresa Meli (“Corriere della Sera”) e Giuliano Ferrara (fondatore de “Il foglio”), Giorgia Meloni, presidente del partito Fratelli d’Italia, lo psichiatra Paolo Crepet e Maurizio Landini, segretario nazionale della Fiom.
Eva Giovannini ha intervistato lo scrittore francese Michel Houellebecq, autore del best seller “Sottomissione”, un libro in cui si parla dell’ipotetica Francia del 2022, governata dai musulmani. Lo scrittore crede che lo scenario potrebbe essere verosimile per tale data e che anche in paesi come l’Italia potrebbero verificarsi eventi simili. Houellebecq, che vive sotto scorta dopo la pubblicazione del libro, teme che eventi come l’attentato a Charlie Hebdo possano diventare frequenti. Giuliano Ferrara ritiene che non sia facile difendere le frontiere quando non si ha una forte identità interna e che il nostro paese sia ormai in guerra.
Crepet smorza gli allarmismi, sottolineando che l’Italia non è in guerra e che i terroristi possono essere combattuti con armi più efficaci, come quelle utilizzate dalla rete di hacker Anonymous, che ha attaccato i siti in cui vengono assoldati gli attentatori. Lo psichiatra ricorda che i nemici non sono i libici ma l’Isis, che è dappertutto e può colpire ovunque, e che per risolvere il problema bisognerebbe comprendere chi finanzia i terroristi con miliardi di dollari. Gozi sottolinea che la Libia è ormai un paese frammentato e che bisognerebbe intervenire per evitare la frammentazione totale, coinvolgendo paesi musulmani vicini come Turchia, Egitto e Algeria. Giorgia Meloni crede che la causa di quello che sta succedendo vada ricercata nell’appoggio insensato fornito ai ribelli delle primavere arabe, che hanno portato la Libia a ritrovarsi come la Somalia. Gozi sottolinea che l’intervento in Libia è avvenuto durante il governo Berlusconi, da lei sostenuto, ma la Meloni giustifica l’operato parlando di forti pressioni in tal senso da parte della comunità internazionale, soprattutto di americani, francesi e inglesi. Landini ammette di non essere un esperto di politica estera ma crede che una eventuale guerra in Libia possa fare il gioco dei terroristi. Il dibattito si inasprisce, soprattutto tra Meloni e Gozi e Giannini risolve la questione abbassando l’audio in studio.
Il secondo tema della puntata è la ripresa economica e Landini crede che per favorirla sia necessario un intervento pubblico sugli investimenti, regole che favoriscano l’investimento privato e riducano l’elevata criminalità nel nostro paese, che crea disincentivi ad investire. Gozi sottolinea che il governo sta lavorando per aumentare i posti di lavoro e creare le condizioni ideali per attrarre gli investimenti esteri. La Meloni è scettica sulla possibile ripresa, soprattutto fino a quando l’Unione Europea continuerà ad attuare politiche che fanno l’interesse della Germania e sottolinea che Renzi non è riuscito ad ottenere risultati utili in tal senso nel corso del semestre di presidenza europea.Landini critica i provvedimenti del governo, che ha finanziato una riduzione non sostanziale delle tasse per le imprese garantendo meno diritti ai lavoratori. Secondo Landini l’età pensionabile troppo alta blocca le nuove assunzioni e servirebbero politiche diverse in tal senso, distaccandosi dalle indicazioni di Confindustria, regista del Jobs Act. L’amministratore delegato del Gruppo Pirelli Marco Tronchetti Provera crede che l’economia italiana sia frenata dall’elevato peso della burocrazia, dall’inefficienza del sistema giudiziario e dalla rigidità del mercato del lavoro, e esprime il suo gradimento per le misure varate dal governo Renzi come il Jobs Act.
È possibile rivedere la puntata di Ballarò sul sito Rai Replay e sul canale ufficiale dedicato al programma dove vengono pubblicati i video delle puntate. Clicca qui per la puntata