Oggi, mercoledì 15 aprile 2015, su Fox andrà in onda un nuovo episodio della settima stagione di Castle, intitolato 7×13 Testimone. Prima di scoprire le anticipazioni, ecco dove siamo rimasti con la puntata di settimana scorsa: la narrazione inizia con l’uccisione di una star delle soap opera, Anahita Menendez, interprete di Santi disperati, insieme a Sophia Del Cordova. La squadra di investigatori della polizia di New York, capeggiata come di consueto da Kate Beckett (Stana Katic), si reca quindi sul set della produzione, per iniziare ad indagare sul caso e cercare possibili elementi in grado di dare una svolta alle indagini. Beckett e i suoi collaboratori vengono quindi a conoscenza di un furioso alterco che ha avuto luogo proprio poche ore prima della morte dell’attrice, in cui la donna era stata colpita da Marcos Segundo, il suo assistente di scena. Il motivo del litigio era stato in particolare il suo licenziamento, evidentemente non accettato e per il quale l’uomo aveva lanciato minacce ad Ana, che ne fanno di conseguenza il primo sospettato.
L’uomo, però, risulta però presto estraneo ad ogni addebito, in quanto non solo aveva concordato la scena con l’attrice, ma all’ora dell’assassinio si trovava a Soho, ben lontano perciò dal luogo dell’omicidio. Nel frattempo, Castle viene ingaggiato da Sophia Del Cordova, al fine di ritrovare una pochette tempestata di diamanti, che la donna aveva preso in prestito e deve restituire entro un giorno. A suggerirle il suo nome, è stata proprio Beckett, con l’evidente intento di favorirlo. Lo scrittore investigatore si mette immediatamente all’opera e ben presto riesce a scoprire che l’attrice uccisa si era recata nelle ore precedenti all’omicidio all’Opera, per assistere al Rigoletto. Nel corso della rappresentazione, però, si era incontrata con una donna di chiare origini mediorientali. La donna risulta ben presto essere Layla Nazif, figlia di un ricco diplomatico libanese, Abdul, che viene perciò convocata presso la centrale di polizia per chiarire la sua posizione. Layla in effetti non nega di aver conosciuto Ana, ma lega questa circostanza alla sua ammirazione per l’attrice scomparsa. Quando però Beckett le chiede cosa si fossero dette le due donne incontrandosi a teatro, nega decisamente la circostanza e si trincera dietro l’immunità diplomatica di cui gode. Altro fatto rilevante che emerge nel corso delle indagini, è il legame della donna uccisa con un magnate, Herman Eckles, che però il team di investigatori non riesce a inquadrare al meglio, almeno in un primo momento.
Nel frattempo, il medico legale, Pearlmutter, trova una impronta sul corpo di Ana, la quale permette di risalire ad Harlan Mathis, un ex marine, di cui iniziano quindi le ricerche. Ricerche che vanno ben presto ad incrociarsi ad una scoperta fatta da Castle, ovvero quella relativa al telaio della limousine bianca con cui l’attrice ha lasciato l’Opera la sera in cui è stata uccisa. Proprio nella limousine, in base alla ricostruzione fatta, dovrebbe essere ancora presente la pochette che è stato incaricato di trovare. Quando riesce a risalire alla stessa, che è di proprietà del Danbridge Group, Castle viene sequestrato da Mathis, il quale vuole sapere il motivo del suo interesse. Viene però salvato da Javier Esposito (John Huertas) e Kevin Ryan (Seamus Deaver), che erano a loro volta alla ricerca dell’ex marine.
Nel corso dell’interrogatorio, Beckett viene messa al corrente dall’uomo che era stato assoldato da Ana per proteggerla e che l’impronta sul suo corpo era dovuta al fatto che dopo la sua uccisione aveva toccato il suo collo per capire se fosse ancora viva. Il suo alibi regge ben presto alla verifica dei fatti e di conseguenza le indagini si trovano ancora una volta ad un punto morto. Tra i nuovi elementi da interpretare, anche il fatto che il Danbridge Group sia in effetti una copertura per le attività di Abdul Nazif. A dare un decisivo impulso alle indagini, è però ancora una volta Castle, il quale recatosi all’Opera, riesce infine a ritrovare la pochette tempestata di diamanti. Quando si reca nel suo ufficio, prima di chiamare Sophia Del Cordova e restituirle la borsetta, decide però di aprirla.
Tra gli oggetti che si riversano sul tavolo, c’è anche una chiavetta USB e proprio mentre sta per collegarla ad un computer, arriva l’attrice, la quale gli punta una pistola per riavere tutto. Castle riesce però a disarmarla e portarla presso la centrale di polizia, per farla interrogare da Beckett. Nel corso dell’interrogatorio, la donna confessa che la chiavetta USB conteneva i dati necessari al trasferimento di cento milioni di dollari, la cifra che era stata messa a disposizione da Eckles, previo interessamento di Layla Nazif. I soldi servivano ad impiantare una nuova televisione per il pubblico di lingua latina fondato proprio sulle telenovelas e che avrebbe avuto come attrazione le due attrici di Santi disperati. La rivelazione della Del Cordova si rivela dunque decisiva per capire cosa sia realmente successo, anche perché all’interno della roulotte di Anahita Menendez viene presto ritrovato un microfono uguale a quelli usati dalla produzione. A metterlo, è stato proprio il produttore, che in tal modo era venuto a sapere del proposito delle due attrici cui era legata la fortuna delle sue proposte televisive. E’ stato proprio lui, disperato per l’imminente abbandono che avrebbe sancito la sua rovina, ad uccidere Ana.
Castle 7, trama puntata 15 aprile 2015 – Una vecchia compagna di scuola chiede aiuto a Castle per scoprire se il marito la tradisce o meno. Nelle indagini però è costretta ad intromettersi anche Beckett, dal momento che la cliente dello scrittore di gialli viene trovato morta, uccisa da qualcuno. Il caso offrirà inoltre l’occasione a Castle per riflettere sul suo nuovo ruolo da investigatore privato.