Per la prima serata di oggi, mercoledì 25 maggio, va in onda uno dei film della saga di Don Camillo su Rete 4. In particolare, si tratta della pellicola del 1952 che ci porterà nel piccolo paese della Bassa Padana dove Don Camillo e Peppone, sindaco comunista, ci terranno compagnia con il loro leggendario dualismo tra scontri e liti. Sono proprio il parroco e il sindaco i protagonisti di una serie di scene divertenti presenti in questo video tratto dal film storico italo francese diretto dal regista Juliene Duvivier classe 1896. Il cast è formato da Fernandel, Gino Cervi, Franco Interlenghi, Saro Urzì, Leda Gloria, regina dei film muti e famosa per il ruolo della moglie di Peppone proprio nei film di questa serie, clicca qui. Il film è visionabile in streaming sul canale ufficiale di Rete 4 cliccando qui.
Il film Don Camillo è stato uno dei primi dell’immediato dopoguerra ad essere distribuito in quasi tutta Europa. La prima data di uscita nel nostro paese il 15 giugno del 1952, per essere proiettato immediatamente dopo nelle sale dei cinematografi di moltissimi paesi. Nell’anno successivo è stato distribuito anche negli Stati Uniti D’America, con il titolo The Little World of Don Camillo. Tutte le versioni sono fedeli all’originale, fatta eccezione per quella francese, in cui le scene sono leggermente diverse. Al box office dell’epoca il lavoro ha avuto notevole successo, ripagando la produzione delle spese sopportate. Le riprese si sono svolte interamente in Italia, con location che hanno coinvolto prevalentemente l’Emilia. Il film, visto il suo successo planetario, ha visto ben quattro seguiti, sempre con gli stessi attori. L’ultimo (il quinto), pur se quasi interamente girato, è stato bloccato per l’improvvisa morte di Fernandel. Don Camillo è stato inserito, per la sua alta valenza storica, al ventottesimo posto della lista dei cento film italiani da salvare. In alcune scene sono evidenti gli errori relativi ai trucchi cinematografici che, comunque, si servivano di strumenti abbastanza avanzati per l’epoca. È il caso del cappello di Don Camillo che si muove sorretto da un filo visibile durante le riprese. Nessuno di questi dettagli, tuttavia, influisce sulla buona riuscita del film.
Oggi, 25 maggio 2016, Rete 4 ci ha riservato un appuntamento molto speciale. Alle 21.15, infatti, sarà trasmesso il film Don Camillo. Si tratta di una delle commedie italiane che ha fatto letteralmente la storia della cinematografia del bel paese. Il lavoro cinematografico, che dà vita ai personaggi creati dalla penna del grande Giovannino Guareschi, è stato diretto dal regista francese Julien Duvivier, prodotto da Giuseppe Amato e musicato magistralmente da Alessandro Cicognini. Il film che è uscito nelle sale cinematografiche italiane nel 1952, vede come attori principali Fernandel e Gino Cervi, entrambi hanno legato le loro fortune rispettivamente ai personaggi di Don Camillo e Peppone.
La trama di Don Camillo racconta delle continue diatribe che, in un paesino della bassa Emilia, Brescello, avvengono tra il parroco del paese, Don Camillo, e la massima istituzione politica: il Sindaco comunista, Peppone. I due sono legati da un antica amicizia, dovuta all’essere nati entrambi nel piccolo borgo, ma incarnando caratteri forti e per nulla orientatati alla diplomazia, si scontrano continuamente. Le questioni per discutere, d’altronde, nell’Italia post guerra mondiale di certo non mancano e vanno dall’appoggio ai proprietari terrieri dato dal parroco, (contro la cultura socialista che predica un’equa spartizione della terra) alle tasse che il sindaco stabilisce e che la chiesa osteggia. La pellicola va avanti tra scontri il più delle volte goliardici, come quando Don Camillo suona le campane della chiesa per impedire un comizio del rivale, fino ad arrivare a vere e proprie risse di paese, durante le quali il parroco fa valere la sua esuberanza e forza fisica. Il film vede un finale a sorpresa in cui il sindaco comunista si accorda con il Vescovo (interpretato da Amilcare Pettinelli) e riesce a far trasferire il rivale in una parrocchia vicina (quella di Montenara). Don Camillo al di là del suo valore intrinseco e, piuttosto, segna il periodo in cui una fervente rivalità coinvolgeva il clero e le istituzioni, soprattutto quando quest’ultime erano rappresentate da quel comunismo tanto osteggiato dalla chiesa anche alla luce del recente conflitto mondiale.