La scelta di Matteo Renzi del luogo in cui svolgere il vertice con Angela Merkel e Francois Hollande ha un preciso significato simbolico dell’Europa. E non solo per il Manifesto di Ventotene che non è mai stato così attuale in base al panorama socioeconomico che riguara molti Paesi, ma anche perché l’isola, unita a quella di Santo Stefano, rappresenta la grandezza dell’Europa. Così si è espresso il premier, ricordando la paura di molti che in seguito alla Brexit si sarebbe assistito ad un tracollo dell’intera Europa. “Rispettiamo la scelta dei cittadini britannici, ma vogliamo scrivere una pagina di futuro”, ha riferito Renzi in conferenza stampa”. Possibilista la sua visione, a partire da quell’Europa che può essere “un’opportunità per le nuove generazioni”, senza dimenticare il problema emigranti sempre più crescente. In questa stessa giornata, riferisce Rai News, Matteo Renzi ha anche annunciato la notizia che proprio quelle celle in cui vennero confinati Altiero Spinelli ed altre persone, diventeranno un campus universitario per realizzare “l’elite della nuova Europa”. Senza dimenticare che la vicina Santo Stefano ha vissuto la reclusione di Terracini e Pertini e che anche per questo, ancora di più, è necessario che assumano un altro significato. “Quelle 99 celle si trasformeranno in camere per gli studenti europei”, grazie anche ad un contributo italiano di 80 milioni di euro
Il Manifesto di Ventotene è quel documento per l’Europa che oggi è tornato di forte attualità sia per il vertice scelto da Renzi con Merkel e Hollande per l’incontro informale sul futuro dell’Unione Europea e anche per la fiction “Un mondo nuovo” che la Rai ha deciso di mandare in onda questa sera proprio sulla figura dei padri scrittori di quel Manifesto che ha di fatto contribuito a fissare i valori fondanti dell’Unione Europea. In una intervista a Radio Vaticana, il docente di Politiche dello sviluppo all’Università di Milano, Riccardo Moro, ha voluto dare una sua visione sul reale senso di questo vertice a tre deciso da Renzi proprio nell’isola di Ventotene. «Io credo che quello che sia successo negli ultimi anni, e non solo negli ultimi mesi con la Brexit, sia una riduzione dell’attenzione, anche da parte dei leader politici, alle ragioni per cui l’Europa era stata costituita. Il Manifesto di Ventotene rappresentava una proposta politica che metteva insieme le necessità che i Paesi europei avrebbero avuto, dovendo camminare insieme alla fine della guerra, e alcune soluzioni tecniche per gestire la solidarietà necessaria». Il problema è che ci si è fissati praticamente solo sulla retorica dell’unità monetaria dimenticando, forse, tutto il resto: il prezzo è stata la Brexit ma ora bisogna tornare non a sognare ma a ragionare attorno ad un’idea reale e non fittizia della nuova Europa.
Mentre Matteo Renzi ha da poco accolto, ricordando il Manifesto di Ventotene, Angela Merkel e Francois Hollande per portarli nell’isola dove nacque l’Europa, continua a far discutere l’intervista a Repubblica della figlia di Eugenio Colorni, Renata. Non ha accettato l’invito della Boldrini e del governo, come spieghiamo più sotto qui, ma ha anche aggiunto come il vero problema attuale dell’Europa è che non ci sono personalità di spicco o valore come i padri dell’Ue de Manifesto. “Spinelli diceva che il punto più importante del Manifesto era quello dove si poneva la divisioni tra partiti progressisti e partiti reazionari, ‘non lungo la linea formale della maggiore o minore democrazia, del maggiore o minore socialismo da istituire’, ma fra chi accettava la sfida del superamenti dei nazionalismi chi ci li difendeva” ha spiegato Renata Colorni in un’intervista rilasciata in esclusiva a Repubblica in occasione dell’incontro di Renzi con Angela Merkel e Francois Hollande prevista per oggi, 22 agosto 2016, proprio a Ventotene. “Oggi sinceramente non vedo personalità del primo tipo” ha aggiunto ancora Colorni, figlia di quell’Eugenio Colorni che va annoverato insieme ad Altiero Spinelli tra i padri fondatori del federalismo europeo “vedo uomini di stato che si muovo sula scena europea molto preoccupati di perdere le elezioni nazionali. Manca la volontà di rischiare per un’idea grande. Hai cercato di informarmi, di capire cosa pensi Renzi delle idee di Ventotene, non ho trovato nulla, se non frasi un po’ generiche”.
Matteo Renzi ha scelto il luogo del Manifesto di Ventotene per il vertice a tre con Merkel e Hollande sul futuro immediato dell’Europa. Dopo l’annuncio di ieri e il vertice che si terrà oggi lo stesso premier spiega il motivo di una scelta così sulla sua e-news: «Rispetto chi sa solo dire no, chi sa solo lamentarsi, chi sa solo urlare che va tutto male. Ma noi stiamo provando a cambiare, concretamente, passo dopo passo». Secondo Renzi la scelta di Ventotene va nella direzione di un luogo in cui si è fatta la storia e che andrebbe recuperata: «Abbiamo scelto il luogo di Spinelli e dei suoi compagni di confino e prigionia – sottolinea il premier – il luogo nel quale nacque il Manifesto per gli Stati Uniti d’Europa mentre il fascismo aveva esiliato e imprigionato questi profeti dell’unita’ europea. Credo sia un simbolo in cui tanti italiani possono riconoscersi». Dopo la Brexit e l’allarme terrorismo, oltre all’annosa crisi economica, l’Europa deve rialzarsi: se le basi giuste saranno poste da questo vertice di Ventotene il tempo lo dirà. Di certo qualcosa cambiò durante l’orrore della Seconda Guerra Mondiale e le ideologie imperante: recuperare il senso solidale europeo è compito per le istituzioni quanto per le società del presente e futuro.
Il Manifesto di Ventotene torna di attualità oggi, 22 agosto 2016, sia perché Rai 1 manderà in onda il film Un mondo nuovo, dedicato alla figura di Altiero Spinelli e alla redazione del Manifesto di Ventotene, il primo documento che parlava di Federazione europea e di unità del continente. È sempre fissato per oggi l’appuntamento del nostro Premier Matteo Renzi con Francois Hollande e Angela Merkel, che si terrà proprio sull’isola dei Mar Tirreno dove l’idea di Europa fu concepita per la prima volta da Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. In merito, non è mancato il commento di Renata Colorni, figlia di Eugenio, che è stata interpellata in esclusiva da Repubblica: invitata dal presidente della Camera Laura Bordini, Renata Colorni non parteciperà al meeting previsto a Ventotene. “Nessuna polemica, solo un certo disagio” ha spiegato tra le pagine di Repubblica “Quello che sta succedendo in questi mesi in Europa di fronte alle migrazioni, al terrorismo, non è qualcosa che mi rende felice. È bello e anche lodevole perfino commovente che non sia stato dimenticato l’ideale europeo e che in un momento difficile si torni simbolicamente nel luogo in cui nacque. Ma non può essere un’incipriatura” ha continuano la figlia di Colorni “un balletto idealistico che copre la crisi di un’Europa disunita e disorientata di fronte a sfide che esigerebbero una risposta comune”.
Altiero Spinelli fu uno dei padri fondatori dell’Europa e anche uno dei redattori del Manifesto di Ventotene, documento trova le sue origini nel 1941: di che cosa si tratta esattamente? Oggi, lunedì 22 agosto 2016, il piccolo schermo di Rai manderà in onda in prima serata il film Un mondo nuovo, con Vinicio Marchioni, che riprende proprio la figura di Spinelli. Andiamo dunque a scoprire alcuni dei dettagli legati ad un passo fondamentale del suo impegno politico: il Manifesto di Ventotene prende il nome dal luogo in cui fu realizzato. Si tratta di una carta che promuove la creazione di un’unità europea, e che fu pensata e scritta da Altiero Spinelli insieme ad Ernesto Rossi e Ursula Hirschmann. In seguito, fu pubblicato da Ernesto Colorni, che ne scrisse la prefazione: della creazione il Manifesto per un’Europa Libera e Unita (questo il nome originale), in realtà, non si sa nulla di più preciso, ma è certo che il contributo di Ursula Hirschmann per quanto riguarda la sua diffusione nella Penisola fu fondamentale. Nel testo del Manifesto di Ventotene si auspica alla creazione di una federazione europea che abbia un parlamento proprio eletto a suffragio universale, e che si occupi di alcune questioni fondamentali come la politica estera e l’economia.