L’ultima, in ordine di tempo, inchiesta sulle molestie sessuali nata sull’onda del caso Weinstein travolge Vice, la media company da quasi 6 miliardi di dollari che si rivolge soprattutto alla Millennial Generation e produce video per web e tv, compreso il canale americano HBO. Il New York Times ha raccolto le storie dietro le molestie basandosi sulle testimonianze di dipendenti ed ex dipendenti. E-mail, sms e documenti legali a supporto. In quattro casi alle denunce è seguito un accordo economico tra vittima e azienda. Il presidente Andrew Creighton è stato costretto a pagare 135 mila dollari ad una ex dipendente che aveva denunciato di essere stata licenziata dopo essersi rifiutata di fare sesso con lui. Ma il NYT ha citato anche il caso di Martina Veltroni, 30enne figlia dell’ex segretario Pd. Sarebbe stata ostacolata nel lavoro dal suo capo di allora, Jason Mojica, per ripicca. I legali della donna hanno affermato che la carriera della loro assistita è stata danneggiata: lui è stato licenziato e lei è stata risarcita dall’azienda per il danno subito, ma non sono note le cifre dell’accordo.
LA FIGLIA DI WALTER VELTRONI HA SUBITO MOLESTIE A VICE?
Lo scandalo delle molestie sessuali si allarga e coinvolge anche Martina Veltroni, figlia di Walter. A sganciare la bomba è il New York Times, che ha acceso i riflettori su Vice, rivista in prima linea per le politiche femministe e progressiste. Sul banco degli imputati è finito l’ex direttore Jason Mojica: è stato licenziato il mese scorso dopo le accuse di abusi ricevute da alcune dipendenti. E tra queste c’è proprio la figlia di Walter Veltroni, che però avrebbe preferito chiudere il caso incassando un indennizzo in denaro, una possibilità riconosciuta dalla legge americana. Il NY Times ha specificato che non è nota la somma percepita da Martina Veltroni, che peraltro, quando è stata interpellata dal quotidiano, ha preferito non commentare la vicenda. L’ex direttore di Vice, invece, respinge le accuse. «Una donna ha raccontato che sulla ruota panoramica di Coney Island un collaboratore le ha preso la mano e se l’è messa sull’inguine. Un’altra ha detto di essere stata licenziata dopo aver rifiutato di avere un rapporto sessuale con un dirigente. Una terza donna ha raccontato di un collega che ha provato a baciarla». Comincia così l’inchiesta pubblicata dal New York Times.
VITTIMA DI RITORSIONI?
Più di due dozzine di altre donne, la maggior parte tra i 20 e i 30 anni, hanno ammesso di aver sperimentato o assistito a comportamenti sessuali scorretti in azienda. Baci indesiderati, commenti e proposte indecenti. Episodi di molestie che non sono stati smentiti da Shane Smith: il co-fondatore e amministratore delegato di Vice in una dichiarazione fornita al NY Times ha ammesso di non essere riuscito «a creare un luogo di lavoro sicuro e inclusivo per tutti, soprattutto le donne». Questo ha «favorito comportamenti inappropriati» all’interno dell’azienda. Negli ultimi mesi però starebbero lavorando per cambiare le cose. Ad esempio, è stato assunto un nuovo responsabile delle risorse umane e sono stati licenziati tre dipendenti per comportamenti definiti «incoerenti» con i valori di Vice. Inoltre, sono stati vietati relazioni tra supervisori e dipendenti. Il caso che vede coinvolta Martina Veltroni sarebbe scoppiato ad inizio anno: secondo il NY Times, la donna ha sostenuto di essere stata «vittima di ritorsioni da parte del suo supervisore (Jason Mojica, ndr) dopo che avevano avuto una relazione sessuale» («who claimed that her supervisor retaliated against her after they had a sexual relationship», scrive il quotidiano).
VICE E MOJICA NEGANO LE “ACCUSE” DI MARTINA VELTRONI
Nell’inchiesta del New York Times sullo scandalo delle molestie sessuali all’interno di Vice si parla anche del presunto accordo tra la figlia di Walter Veltroni e il suo supervisore, l’ex direttore Jason Mojica. Gli avvocati di Martina Veltroni avrebbero inviato una lettera a Vice per spiegare come la carriera all’interno dell’azienda sia deragliata a causa del suo rapporto con Mojica. Ma Vice avrebbe risposto respingendo le accuse rivolte a Mojica, spiegando che Martina Veltroni avrebbe cercato di «trasformare il suo rapporto sessuale consensuale con il suo ex supervisore in una denuncia di molestie». L’ex direttore di Vice dal canto suo ha detto al NY Times di non essere stato responsabile di «ritorsioni» contro Martina Veltroni e di non essere mai stato coinvolto in discussioni con i suoi avvocati. A fine novembre, però, Vice ha annunciato di aver terminato il suo rapporto con tre dipendenti, tra cui Mojica, ben sapendo che il NY Times stava indagando sulla vicenda. L’ex direttore ha negato di aver ricevuto spiegazioni circa il suo licenziamento, ma la rivista ha spiegato pubblicamente che la decisione è legata ad un «comportamento incoerente con le nostre politiche, i nostri valori e il modo in cui crediamo che i colleghi debbano lavorare».