Si piange e si ride nel film che ci propone La5, C’era una volta l’estate. Pellicola del 2013 diretta da Nat Faxon e Jim Rash che ne hanno curato anche soggetto e sceneggiatura. Roberto Nepoti definisce a La Repubblica il film come un ”racconto di formazione tinto di nostalgia in vacanza sulla costa” mentre Alessandra Levantesi a La Stampa sottolinea come sia un ”piccolo romanzo di formazione tra malinconia e umorismo”. Sicuramente è un film che piace per la presenza di tantissimi punti interessanti su cui riflettere. E’ infatti, come si diceva in apertura, un film in cui si piange e si ride ma soprattutto si pensa e quindi ci si emoziona. Il trailer, clicca qui per il video, ci fa capire molto bene l’atmosfera che si respira nel film orientando così la nostra scelta in vista della serata. C’era una volta un’estate va in onda dalle 21.10 su La5 e sul portale di Mediaset potremo seguirlo anche in diretta streaming, cliccando qui. (agg. di Matteo Fantozzi)
CURIOSITÀ
Una pellicola di genere commedia e drammatica che è stata scritta, diretta e sceneggiata da Nat Faxon con Jim Rash, i due hanno anche preso in cura la produzione con Tom Rice, Kevin J. Walsh e Ben Nearn. Le case di produzione che hanno fatto parte del progetto sono Sycamore Pictures, Yhe Walsh Company e OddLot Entertainment, la distribuzione della pellicola in Italia è stata invcee curata dall’azienda 20th Century Fox. Il montaggio del film è stato realizzato da Tatiana S. Riegel con le musiche della colonna sonora che sono state composte da Rob Simonsen e con la scenografia che è stata ideata da Mark Ricker mentre i costumi di scena portano la firma di Ann Roth e Michelle Matland. Il film è stato realizzato negli Stati Uniti d’America nel 2013 con la durata di circa 103 minuti. Il tema dell’omologazione viene trattato qui in modo delicato, senza scomodare differenze di fede o di preferenze sessuali, come spesso accade. Per descrivere Duncan come un “diverso” bastano la timidezza e la goffaggine. La madre e il patrigno non riescono a vedere il mondo come Duncan nè a capire il suo modo di fare e non fanno altro che cercare di cambiarlo, invece di accettarlo così com’è. Il villaggio vacanze appare quindi come il regno dell’omologazione, in cui Duncan non riesce ad uniformarsi ma in cui essere in qualsiasi modo “diversi” è una macchia da eliminare appena possibile.
NAT FAXTON E JIM RASH ALLA REGIA
C’era una volta un’estate, il film in ponda su La5 oggi, lunedì 4 settembre 2017 alle ore 21.10. Una pellicola di genere drammatica che è stata diretta, scritta, prodotta ed interpretata da Nat Faxon e Jim Rash, entrambi esordienti alla regia, seppure già impiegati in altri ambiti dell’industria cinematografica e televisiva. I due, scrivendo insieme, hanno anche vinto il premio Oscar per migliore sceneggiatura non originale nel 2012 per il film Paradiso amaro. Nel cast anche Liam James (2012, Aliens vs. Predator 2, Tutte pazze per Charlie), Steve Carell (Molto incinta, Agente Smart – Casino totale, Un’impresa da Dio) e Toni Collette (The Sixth Sense – Il sesto senso, About a boy – Un ragazzo, Little Miss Sunshine). C’era una volta un’estate è stato bene accolto sia dal pubblico che dalla critica. Si tratta in effetti di un film di formazione, mascherato dall’ennesimo film adolescenziale, profondo e delicato. Vediamo la trama del film nel dettaglio.
RIUSCIRA’ DUNCAN A RIPRENDERSI? ECCO LA TRAMA
Duncan (Liam James) è un quattordicenne introverso e molto timido. Il suo piccolo mondo va in pezzi quando i genitori divorziano e la madre (Toni Collette) trova un nuovo compagno, Trent (Steve Carell). Quest’ultimo ha già una figlia da un precedente matrimonio, poco più grande di Duncan. All’arrivo dell’estate Duncan è costretto a partire in vacanza con questa nuova famiglia, con cui non riesce ad andare d’accordo. Trent non riesce ad accettare la sua timidezza e fa di tutto per forzarlo al cambiamento, finendo solo per vessarlo rendendo ancora più chiuso il ragazzo. Durante il viaggio Duncan viene costretto a sedere sui sedili dietro, non quelli posteriori, ma quelli ancora più in fondo, praticamente nel bagagliaio. Da lì ha, metaforicamente, una prospettiva diversa che gli permette di osservare diversamente le cose da come le vedono gli altri suoi familiari. Giunto al villaggio vacanze, Duncan scopre però che gli altri ospiti sono tutti aperti e solari, e finiscono ben presto per isolarlo per la sua timidezza. Per fortuna Duncan trova degli amici nel direttore e negli impiegati di uno scalcinato parco acquatico, il Water Wizz. Grazie a queste persone Duncan comincia ad imparare a rispettarsi ed accettarsi così com’è. Si tratta di una lezione che la sua famiglia, che vuole solo cambiarlo per omologarlo, non è in grado di insegnargli.