“Quando facciamo riferimento ai grandi totalitarismi del Novecento, ci riferiamo ad una storia che ci appartiene strettamente. E, proprio in questo caso, i latini avevano pienamente ragione quando affermavano: ‘Historia magistra vitae’. La storia, infatti, deve fungere da memento per ricordarci gli errori del passato, errori che non dobbiamo più commettere. Imparando da essi, possiamo costruire qualcosa di migliore. Illustriamo, a questo punto, quelle che sono le caratteristiche fondamentali dei tre totalitarismi più grandi del Novecento: fascismo, nazismo e stalinismo. Una caratteristica importante dei tre dittatori che guidarono questi regimi fu la capacità di sfruttare ogni mezzo per la conquista del potere. Carisma e violenza, in altre parole, si rivelarono una combinazione vincente. Ma come fecero dittatori spietati come Mussolini, Hitler e Stalin a tenere il potere per lungo tempo?”.
Ehi gente, stiamo forse imparando a parlare come lo Zingarelli, il più classico dei vocabolari (nonchè nostro grande amico), che sa tante cose perché le ha rubacchiate (quando era giovane) qua e là in giro per il mondo? Niente di tutto ciò, amici, tranquillizzatevi. Rimaniamo i medesimi scavezzacollo di sempre, pronti a cogliere il ridicolo nei meandri dei minuscoli accadimenti quotidiani, nei microscopici anfratti del reale, negli impercettibili dettagli che il semplice guardarsi attorno ci offre.
E allora perché parlare di totalitarismi? Perché a volte la notizia vera supera la più irrefrenabile delle fantasie. A cosa ci riferiamo? Al Perù! Apperò…
Non è proprio a due passi da qui la città di Yungar, e anche da Lima si devono fare ben 423 chilometri per raggiungerla. Epperù (è il caso di dirlo), tra poco, segnatamente domenica 7 ottobre, gli occhi del mondo saranno puntati su questo minuscolo distretto delle Ande. Uno dei candidati alla carica di sindaco, tal Hitler Alba, ha rischiato di non essere ammesso alle elezioni locali. Il nome non lo aiuta? No, non è questo. La causa sta in un esposto presentato da tal Lenin Vladimir Rodriguez, per un presunto vizio di forma. Diciamo subito, a scanso di equivoci (in questa storia ce ne sono già tanti) che le autorità peruviane hanno dato ragione a Hitler e torto a Lenin. In un’intervista a una radio peruviana, Hitler (già sindaco del paese dal 2011 al 2014) avrebbe affermato di sospettare che Lenin sia stato “usato” dai suoi oppositori per presentare il ricorso, sperando che il suo nome attirasse le attenzioni di osservatori e giornalisti locali e internazionali. Lenin invece non avrebbe diffuso dichiarazione alcuna. La cosa si sarebbe chiusa qui se i concittadini dei due non avessero preso la cosa sul serio, schierandosi per l’uno o per l’altro, in una sorta di tifo che con la politica sembra avere poco a che fare.
Lo scontro “totalitario”, lo confessiamo, ci ha parecchio incuriosito. Certo, se dici Alba contro Vladimir Rodriguez, la disfida non fa proprio alcun effetto. Ma ve l’immaginate l’opinione pubblica divisa dal seguente dilemma: essere dalla parte di Hitler o parteggiare per Lenin? È un po’ come se in un’elezione locale italiana – per esempio in quel di Casalpusterlengo – su un candidato sindaco di nome Ceausescu Brambilla si abbattesse un esposto firmato da un tal Pinochet Colombo… Oppure, a Viterbo, a un Francisco Franco Rossi si opponesse uno Stalin Bianchi… O a Napoli, un Fidel Castro Esposito, in corsa per la poltrona di primo cittadino, si trovasse la strada sbarrata da un cittadino qualunque, sì, ma chiamato Salazar Caruso…
Ma torniamo a Yungar. Hai voglia, come ha fatto Alba, ad affiggere manifesti con lo slogan: “Votatemi, io sono l’Hitler buono”. E probabilmente il Vladimir Rodriguez avrà motivato così il suo esposto: “Solo Lenin può fermare Hitler!”.
Comunque, non ci fosse stato l’intoppo dell’esposto, Hitler Alba avrebbe potuto proporre come proprio slogan elettorale un sonoro: “All’Alba! Vincerò!”, mentre Lenin Vladimir Rodriguez avrebbe continuato a vantarsi con i suoi amici al bar: “Io sono meglio di Belen! Sono… BeLenin!”. E invece? È finita con Hitler versus Lenin, il che fa tutto un altro effetto.
Sapete che cosa vi diciamo? Fossimo elettori peruviani, il 7 ottobre a Yungar, noi seguiremmo il consiglio che diede Bettino Craxi in occasione del referendum abrogativo nel 1991: “Tutti al mare”. Eh sì, proprio non ce la facciamo a stare o con Adolf o con Vladimir Il’ic Ul’janov…