Claudio Fava/ Il figlio di Pippo Fava e la libertà di stampa in Sicilia (Che tempo che fa)

- Morgan K. Barraco

Claudio Fava, figlio di Pippo Fava, ucciso dalla mafia, sarà ospite della puntata di Che tempo che fa. Da poco è stato nominato Presidente della Commissione Antimafia

Fava_Claudio_Youtube Claudio Fava, Che tempo che fa

Fabrizio Gifuni racconta Pippo Fava, “un uomo pieno di vitalità”: “Non bisogna lasciarsi distrarre dall’epilogo. Sono gli stessi siciliani, a combattere la mafia”. Fava si affidò ai “carusi”, i ragazzi: “I giornalisti professionisti non erano ben disposti. Per questo chiamò un gruppo di dilettanti, che lo aiutarono a perseguire il suo scopo”. Pippo aveva mille talenti. Era un grande scrittore, ma anche una grande persona. Era appassionato di dignità. Parla Claudio: “Dopo quell’editoriale lui fu licenziato. In Sicilia, l’unico modo per fare giornalismo libero è fondare un proprio giornale”. Fava non usa mezzi termini: “I Siciliani era un ottimo mensile”. “Straordinariamente vivo”, gli fa eco Gifuni. “Un modo per liberarsi dalle mafie è ritrovare la bellezza: non è solo retorica”. A che serve vivere, se non si ha il coraggio di lottare? Per Claudio, è ancora una domanda indispensabile: “Mio padre non era un eroe; era una persona come tante. ‘Normale’ è anche sfidare il sistema”. [agg. di Rossella Pastore]

L’INCARICO

Il giornalista e politico Claudio Fava ha appena ricevuto un importante incarico per il nostro Paese, che lo mette alla guida della Commissione Antimafia in qualità di Presidente. Un ottimo risultato non solo in termini di incarico, ma anche per i consensi ricevuti durante la votazione all’Ars, ovvero 11 su 13 totali. Claudio Fava è inoltre autore a quattro mani con Michele Gambino del libro da cui è tratto Prima che la notte, il film di Michele Vicari che il prossimo 23 maggio verrà trasmesso su Rai 1 in prima visione tv, in occasione della Giornata della Legalità. Claudio Fava sarà inoltre presente fra gli ospiti di Che tempo che fa di oggi, per discutere del suo nuovo incarico e del tema centrale della pellicola di Vicari, che si concentra sulla figura del padre del giornalista, Pippo Fava.

CLAUDIO FAVA, IL FIGLIO DEL GIORNALISTA UCCISO DALLA MAFIA

La morte del giornalista per mano della mafia nel 1984 ha colpito duramente i familiari, primo fra tutti il figlio. Claudio Fava tuttavia ha spesso sottolineato di non parlare di questa grande piaga che colpisce la Sicilia e l’Italia intera, oltre a tutto il resto del mondo, per via di quanto accaduto al padre. In occasione della conclusione della campagna elettorale, sottolinea Catania Today, ha ribadito di voler parlare di mafia in quanto siciliano. Senza dimenticare la sua idea riguardo alla strada necessaria per combattere la criminalità organizzata, a partire dagli strumenti che rendano impermeabili le istituzioni di fronte alle richieste e pressioni della mafia. Concretezza ed efficienza saranno i due cardini su cui Claudio Fava baserà il suo nuovo incarico di Presidente dell’Antimafia dell’Ars.

IL SUO IMPEGNO CONTRO LA MAFIA

Durante un’intervista a La Repubblica, il giornalista e figlio di Pippo Fava ha sottolineato che è proprio in questo momento che è necessario ricostruire un’idea sobria della lotta alle mafie. Un servizio sinergico aperto a tutti e non di parte, soprattutto alla luce di tanti episodi avvenuti negli ultimi giorni e che spingono a costruire “un tempo nuovo di assoluta responsabilità, sobrietà e efficacia”. Commentando l’indagine che ha messo all’opera il Dda di Caltanissetta, Fava ha ribadito che è necessario fare una riflessione che vada oltre le evidenze giudiziarie e che mettono in luce come le istituzioni siciliane si siano viste sottrarre i momenti di importanti decisioni a favore di sedi “parallele e clandestine”, come riferisce Live Sicilia. E in merito al recente arresto di Antonello Montante, ex presidente di Confindustria Sicilia, Fava ha ribadito di ritenere scandaloso vedere l’imputato con l’accusa di associazione a delinquere con finalità di corruzione, mantenere intatte le proprie cariche. Montante continua infatti a ricoprire il ruolo di Presidente di Retimpresa e della Camera di Commercio di Caltanissetta, ruoli che in due anni di indagine per reati di mafia sarebbero dovuti cadere, secondo la visione di Fava.





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