A Steve Jobs ci sono voluti tre anni e un test del DNA per convincersi che Lisa Brennan, nata dalla sua relazione con Chrisann Brennan, fosse sua figlia. Ma di anni ne sono passati ben 27 per ammettere davanti alla ragazza che la scelta di chiamare Lisa uno dei computer della Apple fosse stata fatta in suo onore. Il fatto è stato raccontato dalla scrittrice americana all’interno del suo libro ‘Small Fry’ di cui la rivista Vanity Fair ha riportato alcuni estratti. Nel suo ultimo lavoro, Lisa Brennan Jobs ha spiegato come tale ammissione del padre fosse avvenuta niente meno che ad un pranzo con Bono degli U2. Spiega infatti la figlia del fondatore della Apple: “Ad un certo punto, Bono chiese: ‘Allora, il computer Lisa si chiama così per lei?’. Ci fu una pausa. Mi preparai alla dura risposta che mio padre mi aveva già dato più volte in passato. Mio padre esitò, guardò il suo piatto per diversi secondi e poi guardò negli occhi Bono: ‘Si, è così’. Ero in piedi, mi sedetti immediatamente sulla sedia. ‘Lo sapevo’ disse Bono. ‘Sì’ disse mio padre”. [Agg. di Dorigo Annalisa]
“PORTAVO VIA QUELLO CHE TROVAVO IN CASA”
Quando Lisa Brennan-Jobs incontrò per la prima volta Steve Jobs, l’uomo che l’aveva messa al mondo, aveva tre anni. Si chiama “Small Fry” il libro autobiografico che la primogenita dell’inventore della Apple pubblicherà a breve. Il 5 ottobre del 2011, all’età di 56 anni, Lisa disse addio per sempre a suo padre che, dopo una lunga battaglia contro il cancro, morì. Nei mesi prima Lisa lo andava a trovare spesso e, infatti, racconta: «Tre mesi prima della morte di mio padre iniziai a portare via quello che trovavo in casa sua. Andavo in giro a piedi nudi e mettevo in tasca quello che prendevo. Alla fine, mi sentivo sazia» – e ancora, come riporta Vanity Fair – Ogni volta Lisa si ripeteva che sarebbe stata l’ultima ma la necessità di rifarlo tornava. Forte come la sete». (Aggiornamento di Anna Montesano)
STEVE JOBS TUTT’ALTRO CHE GENTILE CON SUA FIGLIA
Steve Jobs era tutt’altro che gentile, anche con sua figlia. Neppure quando stava morendo per il cancro al pancreas perse il modo pungente di rivolgersi alle persone. Lo ha raccontato sua figlia Lisa nel suo ultimo libro, intitolato “Small Fry” e in uscita a settembre. «Puzzi di gabinetto», è una delle tante frasi che il cofondatore di Apple rivolse alla figlia. Lisa Brennan-Jobs è nata nel 1978 da una relazione che l’imprenditore e informatico ebbe con Chrisann Brennan, durata cinque anni e terminata proprio quando lui seppe della gravidanza. Il caratteraccio del padre è un ricordo indelebile per Lisa: «Mi disse che non avrei mai ottenuto nulla. Il successo lo aveva trasformato in un demone». Proprio mentre stava male, Lisa andò a trovarlo, e in quell’occasione andò in bagno e spruzzò il profumo di rose con cui veniva profumata la stanza. «Lisa, puzzi di gabinetto», disse il padre quando si abbracciarono. «Aveva sempre questo modo aggressivo di parlare».
LA FIGLIA DI STEVE JOBS: “DICEVA CHE NON AVREI OTTENUTO NIENTE”
Per raccontare il carattere del padre, Lisa Brennan-Jobs ha raccontato un altro episodio. Una volta gli chiese in prestito la macchina, la sua Porsche. Ma lui rispose seccamente: «Assolutamente no. Tu non avrai niente. Tu non avrai proprio niente, lo capisci?». La figlia non capiva se suo padre si stava riferendo solo alla macchina o a qualcosa di diverso, e più grande. «Non lo sapevo. Ma la sua voce mi faceva soffrire». Steve Jobs comunque non la riconobbe subito, se non dopo un test del Dna. Ma si scusò con la figlia per la sua latitanza quando lei aveva nove anni. Il loro rapporto però fu sempre burrascoso. Lei voleva a tutti i costi un rapporto “normale” col padre, ma per lui Lisa continuava ad essere un motivo di vergogna: «Rovinavo la sua immagine, la storia della sua spettacolare ascesa. La mia presenza nel mondo non corrispondeva con la narrazione di grandezza e di virtù che lui voleva per se stesso».