FIRST MAN/ A Venezia il film su Neil Armstrong che resta bloccato dalle aspettative

- Carmine Massimo Balsamo

First man di Damien Chazelle ha aperto il Festival di Venezia 2018: il biopic su Neil Armstrong interpretato da Ryan Gosling. La recensione di CARMINE MASSIMO BALSAMO

first_man_trailer_2018 First Man di Damien Chazelle

First Man di Damien Chazelle è il film di apertura del Festival di Venezia 2018, grande attesa per l’ultimo lavoro del regista del pluri-premiato La La Land. Tra i 21 titoli in concorso per la vittoria del Leone d’Oro, il lungometraggio dell’autore statunitense è decisamente ambizioso: parliamo dell’adattamento cinematografico della biografia ufficiale “First Man: The Life of Neil A. Armstrong” (scritta da James R. Hansen, ndr), che narra la storia dell’astronauta Neil Armstrong e gli anni precedenti alla missione Apollo 11. Il primo uomo a mettere piede sulla Luna è interpretato da Ryan Gosling, che prosegue la proficua collaborazione con il regista. Distribuito da Universal Pictures, il film è stato accolto con applausi, anche se non ha superato le già alte aspettative…

La storia la conosciamo tutti: Apollo 11 fu la missione spaziale che portò per la prima volta nella storia l’uomo sulla Luna: il 20 luglio del 1969 alle 20.18 Utc Neil Armstrong, insieme a Buzz Aldrin, fu il primo a mettere piede sul suolo lunare, con l’allunaggio avvenuto sei ore prima. First Man comprende, come dicevamo, anche il periodo precedente e parte dal 1961: un racconto viscerale, con Damien Chazelle che ha l’obiettivo di esplorare i sacrifici e il costo personale per Neil Armstrong per una delle missioni più pericolose di sempre. Una impresa folle, con enormi rischi, vissuta da uomini coraggiosi pronti anche a dare la propria vita per consentire alla propria nazione, gli Stati Uniti d’America, di scrivere una delle pagine più importanti della storia. La pellicola si divide tra la vita professionale e quella privata dell’astronauta, con la macchina da presa che segue passo per passo la sua storia e quella dei suoi cari. Un reportage, come sottolineato dallo stesso Chazelle, ma che non si spinge mai oltre, forse sbagliando…

Parliamo ovviamente di un ottimo film, come da tradizione per il regista americano, ma manca quel quid che porti a gridare “capolavoro”. Un lavoro totalmente distante da La La Land, un bel banco di prova dopo il successo del musical con una straordinaria Emma Stone, e nel quale forse poteva osare di più. Gli spunti interessanti non mancano, come il tormento interiore dell’astronauta per la morte della piccola figlia per un brutto tumore, ma viste le potenzialità di regista e cast le aspettative non sono state superate. I protagonisti principali offrono interpretazioni di altissimo livello, con un Ryan Gosling maturo: da Claire Foy, nei panni della compagna Janet Armstrong, a Corey Stoll, l’amico e collega Buzz Aldrin, passando per Kyle Chandler (Deke Slayton), Jason Clarke (Edward Higgins White), Pablo Schreiber (Jim Lovell) e Ciarán Hinds (Gene Kranz).

Indicato tra i possibili vincitori del Leone d’Oro, First Man resta un buonissimo film: Damien Chazelle riesce a comunicare allo spettatore il dramma interiore di Neil Armstrong, con le scenografie di Nathan Crowley a rendere magica l’atmosfera. Nota negativa, la sceneggiatura di Josh Singer. Prodotto da Wyck Godfrey, Marty Bowen e dallo stesso Damien Chazelle, Il primo uomo uscirà nelle sale italiane dal 31 ottobre 2018.





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