Le parole di Claudio Gentile non fanno piacere all’Assoagenti, che sta valutando l’ipotesi di fare causa all’ex calciatore, come spiega Repubblica, per le dichiarazioni rilasciate allo stesso quotidiano. Beppe Galli, presidente dell’associazione che riunisce i procuratori, ha replicato alle parole del Campione del Mondo, in passato allenatore dell’Under 20 prima e Under 21 poi. “Se Claudio Gentile farà subito nomi e cognomi, le sue parole avranno avuto un senso. Altrimenti il suo sarà stato un attacco offensivo alla nostra categoria per cui dovrà rispondere nelle sedi opportune. Se non allena da 17 anni non è certo colpa dei procuratori” ha dichiarato Galli.
L’agente ha poi difeso la propria categoria: “È l’ora di finirla, qualsiasi cosa succeda è sempre colpa nostra. Facciamo il nostro lavoro e non prendiamo quelle decisioni di cui spesso ci assumiamo la colpa per coprire un giocatore oppure un club. Muoviamo molti soldi, è vero, ma gli ingaggi stellari sono la conseguenza di un mercato sempre più esagerato. Se un centravanti viene venduto a 100 milioni è chiaro che lo stipendio trattato dall’agente non possa essere di un milione, ma di 7-8”. E ancora: “Alcuni club ci fanno la guerra perché i nostri assistiti se ne vanno a parametro zero, quando poi le squadre italiane tesserano tanti calciatori dall’estero pagando zero euro il cartellino”.
Beppe Galli: “Gentile provi ciò che dice”
L’Assoagenti da tempo auspica un confronto con le squadre di Serie A. “Solo la Fiorentina ci ha ricevuti. Con Commisso e Barone abbiamo vedute differenti su alcuni temi, ma abbiamo capito che possiamo collaborare per il bene del calcio. La salute del pallone è anche un nostro interesse. Non siamo mostri come veniamo dipinti da chi non trova colpevoli” ha spiegato Galli, che ha chiesto poi le scuse di Gentile: “Prima deve rendersi conto delle dichiarazioni gravissime rilasciate a Repubblica. Poi chiedere scusa e fare i nomi, in modo da aiutarci a individuare quei colleghi a cui si riferisce. Come in ogni categoria ci possono essere delle mele marce, ma se Gentile non dice chi l’avrebbe danneggiato, portando prove, l’intervista è stata solo un’ondata di fango da cui metterci al riparo. Per l’assenza dalla panchina lunga 17 anni, a quel punto, dovrà trovare altri responsabili”.
Claudio Gentile, proprio sulle pagine di Repubblica, aveva raccontato: “Sono stato cacciato dalla Nazionale perché avevo minacciato di denunciare alcuni procuratori che volevano offrirmi denaro, molto denaro, per convocare in Nazionale i loro giocatori. Li cacciai tutti! Io stesso non ho mai avuto un agente. Guarda caso, da quel momento qualcuno me l’ha giurata”. Non era mancato neppure un duro paragone: “La parola che mi viene in mente è mafia, senza neppure un Totò Riina al quale dare la colpa: io non so chi mi abbia fatto saltare in aria”.