Miguel Uribe, candidato alla presidenza, ferito durante un comizio a Bogotá: colpito alla testa, è grave ma stabile. Arrestato un ragazzo di 15 anni armato
Il senatore e candidato alla presidenza colombiana Miguel Uribe è stato ferito da tre colpi di pistola mentre si trovava a Bogotá per un comizio legato alla campagna elettorale: la sparatoria è avvenuta in pieno giorno in un parco della capitale dove erano presenti decine di sostenitori riuniti per ascoltare il suo discorso, quando all’improvviso si sono sentiti gli spari con la situazione che è degenerata in pochi secondi tra urla, confusione e gente che cercava riparo, mentre Miguel Uribe veniva soccorso dalle persone vicine e poi dal personale medico arrivato sul posto.
È stato colpito due volte alla testa e una al ginocchio, ed è poi stato trasferito in elicottero alla clinica Fundación Santa Fe, dove è stato sottoposto a un’operazione urgente; secondo i medici, l’intervento è tecnicamente riuscito anche se la sua condizione resta delicata e sotto stretta osservazione. Successivamente, nel corso della serata di ieri, è stato comunicato che Miguel Uribe è al momento cosciente e assistito in terapia intensiva, mentre fuori dall’ospedale si sono radunate alcuni sostenitori che hanno lasciato messaggi e fiori, in un clima di preoccupazione ma anche di attesa per i prossimi aggiornamenti.
La moglie di Miguel Uribe, Maria Claudia Tarazona, ha chiesto ai cittadini di restare uniti e di non cedere alla paura, ed ha anche dichiarato che il marito sta affrontando una prova difficile ma che è forte e sta reagendo, invitando tutti a non trasformare questo momento in motivo di divisione politica, e ribadendo che ora è il tempo del rispetto e del silenzio, mentre da parte del partito Centro Democratico è arrivata una dichiarazione forte che parla di un attacco diretto alla libertà di chiunque scelga di esporsi in politica.
Miguel Uribe ferito durante il comizio: fermato un 15enne con una pistola, indagini ancora in corso
Un ragazzo di 15 anni è stato fermato dalla polizia pochi minuti dopo la sparatoria che ha coinvolto Miguel Uribe e, secondo quanto riferito dai media colombiani, era in possesso di una pistola semiautomatica calibro 9 millimetri che sarebbe stata usata per aprire il fuoco contro il candidato; il ragazzo è stato poi accompagnato in una struttura per minori dove gli investigatori stanno cercando di capire cosa lo abbia spinto a sparare se abbia agito da solo o se siano coinvolte altre persone, e soprattutto se ci siano motivazioni legate a gruppi esterni o a contesti più ampi, tra cui quello terroristico.
Le indagini sono nel loro svolgimento e, al momento, non si esclude nessuna ipotesi, mentre la procura ha dichiarato che il caso è seguito con priorità assoluta e che sarà fatto tutto il possibile per ricostruire la dinamica e chiarire le responsabilità, anche perché durante l’attacco a Miguel Uribe sono rimaste leggermente ferite altre due persone tra i presenti, e tutto questo avviene in un momento in cui la campagna elettorale è entrata nel vivo e il clima risulta già particolarmente nervoso e acceso.
Il presidente Gustavo Petro si è espresso sull’episodio parlando di un fatto grave e richiedendo che il dibattito politico resti un confronto civile e non si trasformi in scontro violento, invitando tutte le forze a evitare semplificazioni e strumentalizzazioni, mentre il ministro della Difesa ha assicurato il massimo impegno per garantire sicurezza e trasparenza; anche da fuori dalla Colombia sono arrivate reazioni, tra cui quella del segretario di Stato statunitense Marco Rubio che ha chiesto di ridurre i toni e di proteggere il ruolo delle istituzioni, in un momento in cui serve stabilità.
Per ora la Colombia resta in attesa, con gli occhi puntati sull’ospedale dove Miguel Uribe sta affrontando le prossime ore, che saranno fondamentali per capire l’evoluzione del quadro clinico e anche per il futuro di una campagna che, da questo momento in poi, difficilmente potrà proseguire come prima.