Il Cardinal Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro e Presidente Fabbrica di San Pietro, oltre che Vicario del Papa per la città di Roma, è stato ospite nell’ultima puntata di “Stanze Vaticane” su Tg Com24: dal Covid alla povertà, da Santa Sofia fino agli “occhi di Dio” (il titolo dell’ultimo libro del sacerdote), Comastri nelle diverse domande poste da Fabio Marchese Aragona rilancia il “messaggio” di Papa Francesco udito ieri nell’Angelus. «Dio non ha fretta per togliere la zizzania, Dio lavora per trasformare la zizzania in grano: l’esempio del ladrone in croce, all’ultimo momento diventa grano, come San Paolo, Sant’Agostino». Dio aspetta l’uomo anche il più peccatore per poterlo “trasformare”, «noi dobbiamo aspettare per poter cambiare il nostro cuore e chiedere perdono a Dio», spiega ancora il vescovo vicario della Capitale.
È stato proprio Gesù a mostrare al mondo gli occhi di Dio, è entrato nella storia per raddrizzare l’umanità ma attraverso l’amore e senza rancore: «così ci racconta la storia di Massimiliano Kolbe, sacerdote cattolico martire nel Campo di Auschwitz. L’amore vince, l’odio perde sempre». Quando il Papa parla dell’amore per i poveri, gli ultimi, Mons. Comastri fa ben intendere a cosa si riferisce: «davanti a Dio siamo tutti poveri, la ricchezza non è il benessere materiale: come accade nelle società del Nord Europa dove il benessere regna ma si è infelici. Quando manca Dio la società è infelice, su questo bisogna insistere quando si parla di “poveri”».
MONS. COMASTRI: “IL COVID NON VIENE DA DIO, MA…”
Si passa poi a temi di stretta attualità nell’intervista al vescovo vicario di Papa Francesco a Roma, con l’accenno agli scandali che anche all’interno della Chiesa continuano a ripetersi: «ingiustizie e persecuzioni ci sono sempre e soprattutto per le persone oneste: la persona buona dà fastidio a chi è cattivo, chi è pulito e onesto dà fastidio a chi è sporco e disonesto. Il più grande innocente della storia è stato crocifisso». Ma c’è una “maniglia di sicurezza”, così la chiama Monsignor Comastri, «l’ultima parola la dice Dio e non la decide l’uomo o le società, la verità viene sempre a galla». Viene poi chiesto il punto forse più “nodale” che attraversa i secoli e non abbandona il cuore dell’uomo: «occhi di Dio dove guardavano quando è arrivato il Covid-19?», ovvero dov’è Dio quando avviene il male. Ecco la puntuale risposta dell’arciprete di San Pietro: «La pandemia non viene da Dio, Dio non è un punitore ma è un salvatore. Le grandi potenze stanno organizzando guerre mondiali anche batteriologiche, non è escluso che il Covid-19 sia uscito da uno di questi laboratori: Dio non punisce, Dio salva». Secondo la Chiesa e lo stesso Vangelo di Gesù, è Dio che dà la libertà per fare del bene, «ma se noi non ci stiamo, siamo noi che ci facciamo del male e non è Cristo che ci rovina la vita».
E così ancora, davanti al dramma della pandemia Dio è là che ci aspetta sulla Croce «per rinnovare il Suo grido d’amore: Lui ci ha insegnato l’amore ma siamo noi a chiudere gli occhi e le orecchie a questo messaggio». Chiosa finale sulla spiacevole situazione avvenuta in Turchia con l’ex Basilica di Santa Sofia trasformata di nuovo in moschea come al tempo dei gli ottomani: Comastri si permette di far notare, in punta di piedi, «Nessuna moschea è stata trasformata in Chiesa cattolica e nessun cattolico ha mai sparato ad un Imam. Loro addirittura hanno sparato al Papa stesso, il 13 maggio 1981 in Piazza San Pietro: se vogliamo il dialogo va fatto con armi oneste e leali, con la sincerità nel guardarsi negli occhi e rispondendo con i fatti».