Il geriatra Dario Leosco rivela come sta Papa Francesco dopo 12 giorni di ricovero al Policlinico Gemelli: situazione grave, ma non ancora critica

Sono giorni di fortissima apprensione – sia da parte dei fedeli, che non – per la condizioni di Papa Francesco che da quasi due settimane (esattamente 12 giorni oggi) si trova ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma a causa di una polmonite bilaterale che l’ha costretto ad una lunga terapia antibiotica, il tutto con un quadro clinico che ha mostrato un repentino variare della condizione tra stabile ed instabile: a spiegare come sta Papa Fancesco ci ha pensato il geriatra – nonché presidente della Sigg, Società italiana di geriatria e gerontologia – Dario Leosco ai microfoni di Ansa partendo dall’analisi dell’ultimissimo bollettino ufficiale che per ora è l’unico modo che abbiamo per restare aggiornati sull’andamento clinico del Pontefice.



Partendo proprio dalla risposta alla domanda ‘come sta Papa Francesco‘, il geriatra ha precisato fin da subito che complessivamente la sua condizione “resta sicuramente grave ed importante“, negando – al contempo – che si possa parlare di una situazione “critica” soprattutto per via dell’assenza di segnali che lascino pensare ad una possibile “sepsi iniziale”: quest’ultima – spiega – è una “una condizione grave che non si risolve a breve” e che potrebbe far precipitare rapidamente il quadro clinico e l’assenza di segnali in tal senso è sicuramente positiva.



Come sta Papa Francesco: l’analisi dei bollettini quotidiani da parte del geriatra Dario Leosco

Ragionando sull’intera situazione, Leosco spiega ad Ansa che “gli episodi di crisi respiratoria” avuti negli ultimi giorni da Papa Francesco sono quasi certamente legati – più che alla “mancata risposta alla terapia antibiotica” – alla già riscontrata “componente asmatica” che è in grado di causare una “broncocostrizione” che limita l’afflusso di aria alle vie respiratorie: in tal senso “l’ossigenoterapia resta necessaria” e con lei anche la “somministrazione di farmaci cortisonici” per limitare ulteriori danni ai “bronchi” la cui condizione appare già essere “critica”.



Similmente – sempre parlando di come sta Papa Francesco – il geriatra precisa anche che sono state l’anemia e la “terapia antibiotica massiccia” a ridurre la “produzione di cellule sanguigne” alla base della recente piastrinopenia; concludendo con la precisazione che seppur la condizione sembri migliorare di giorno in giorno, tutto dipenderà – sintetizza Leosco – esclusivamente “dall’andamento dell’infezione polmonare”, lasciando intendere che queste “sono ore decisive” per capire se “questa condizione di criticità potrebbe durare a lungo“.