Cos'è il Concilio di Nicea e cosa avvenne 1700 fa nell'odierna Iznik (in Turchia): ecumenismo, dogmi e decisioni prese sotto l'imperatore Costantino
COS’È IL CONCILIO DI NICEA E COSA SI DECISE NEL 325 CON IL PRIMO RADUNO DELLE CHIESE CRISTIANE
Si apriva e chiudeva nel 325 d.C, in Turchia il Concilio di Nicea, il primo vero raduno ecumenico delle Chiese cristiane sotto l’imperatore Costantino, che nel decennio precedente con il suo celebre Editto rese – assieme all’imperatore d’Oriente Licinio – libera la fede cristiana in tutto l’Impero Romano. Sono passati 1700 anni da quel primo Concilio ecumenico di Nicea e oggi, nello scenario suggestivo di Iznik (il nome attuale di Nicea, ndr), è Papa Leone XIV a convocare l’incontro ecumenico di preghiera nei pressi degli scavi archeologici dell’antica Basilica di San Neofito.
Con inizio il 20 maggio del 325, e con la presenza di rappresentanti delle Chiese d’Oriente e di Occidente, il Concilio di Nicea si occupò delle tante dispute nate nei tre secoli precedenti a riguardo dei dogmi di fede, delle verità del Vangelo e dei vari scontri tra differenti modalità di comunicare la religione, tanto da preoccupare l’imperatore (convertito) fino al punto di convocare un primo vero raduno ecumenico ecclesiale. Appena dopo 4 anni dal Sinodo di Alessandria che aveva visto la scomunica di Ario per le sue teorie sempre più distanti dalla fede cristiana, il Concilio niceno si occupò di dispute religiose che però ora erano appannaggio dello Stato dopo che il cristianesimo venne riconosciuta come fede dell’Impero.

Dal rischio di disgregazione anche ben oltre la diversità tra Oriente e Occidente, la scelta dell’imperatore Costantino nacque sì come mera volontà politica di non arrivare allo scontro totale, ma provocò anche indirettamente molti delle decisioni fondamentali che stanno all’origine del riconoscimento di dogmi fondamentali per la Chiesa, come la natura di Cristo in relazione a Dio Padre. Il punto infatti era capire se Gesù fosse della stessa natura di Dio oppure no, e con larga approvazione finale – non senza turbolenze per gli scontri sorti proprio sulle tesi dell’arianesimo – si arrivò a fissare come verità di fede (per l’appunto un dogma, ndr) la questione cristologica.
I 1700 ANNI DI ECUMENISMO, DA COSTANTINO A PAPA LEONE XIV
L’arianesimo spopolò soprattutto nell’Impero d’Occidente ed è questo il motivo per cui nel Concilio di Nicea vi fra una ridotta presenza della chiesa latina nei 318 ecclesiastici presenti: come riportano le fonti scritte ereditate dai Padri della Chiesa, erano solo 4 i vescovi europei, e uno solo africano. Si trattava di Marco di Calabria, Osio di Cordova (Spagna), Nicasio di Digione (Gallia), Domnus di Stridon (regione germanica) e Cecilio di Cartagine, nel Continente Africano.
Tra le altre novità emerse e approvate nel Concilio di Nicea vi fu anche la questione della data della Pasqua, fissata nella domenica successiva al primo plenilunio di primavera, discostandosi dalla Pesah ebraica e abbandonando la data comune della Pasqua tra cristiani ed ebrei (salvo gli appelli di questi ultimi Papati, da Francesco fino allo stesso Papa Leone XIV).
Tratto comune al Concilio ecumenico di Nicea e poi quelli successivi fu la sinodalità, una prassi oggi data per “scontata” ma all’epoca resa come conquista dopo la durissima disputa ariana sulla fede nella natura divina di Cristo. Da ultimo, oltre al ribadire la ferma condanna per eresia dell’arianesimo, nel Concilio è stat decisa la nascita virginale di Gesù, elevando la figura della Madonna, seguendo semplicemente quanto già sostenuto nel Vangelo di Matteo.
È quest’insieme di elementi a rendere l’idea piuttosto convinta ed efficace di una prima vera unità delle Chiese cristiane a partire da questo Concilio di cui oggi si celebrano i 1700 anni dalla sua apertura: in tal senso, la creazione e definizione di un’unica preghiera di fede che da allora permane con pochissime variazioni e modifiche. Si tratta del Credo, il fondamento della comune fede cristiana, recitato ogni domenica durante la Santa Messa, e sorto proprio durante il Concilio di Nicea: fu proprio il documento conciliare ad utilizzare il termine “Noi crediamo” seguito da «in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore di tutte le cose visibili e invisibili (eccetera)».