«L’accelerazione della campagna vaccinale deve fondarsi sulla leale collaborazione Stato-Regioni. Oggi ne diamo un ulteriore esempio perché stiamo costruendo con la Protezione Civile un documento condiviso Governo-Regioni di linee di indirizzo organizzativo e strutturale dei punti vaccinali territoriali straordinari, relativo alla campagna di vaccinazione anti Sars-Cov-2/Covid-19»: a dirlo è il Presidente della Conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini, dando notizia dell’imminente accordo tra Governatori e Governo sulle nuove linee guida del piano vaccini. Tra le novità, si segnala il fatto importante sull’orario delle vaccinazioni: nei centri vaccinali di medie e grandi dimensioni non saranno previsti limiti di orario «ma un’apertura per un numero di ore tale da garantire il volume di vaccinazione necessario».
Il generale Figliuolo spinge per una continua accelerazione della campagna nazionale, tra nuovi hub di piccole-medie-grandi dimensioni, focus specifici sui vaccini nelle aziende e rinnovato piano di tracciamento da attuare nelle scuole per consentire una riapertura dopo Pasqua. Lo stesso commissario all’emergenza nominato da Draghi ha annunciato nella conferenza in corso con le Regioni che già nelle prossime ore sarà operativa la task force per la campagna vaccinale in Molise e Basilicata: tra le linee guida individuate in queste particolari località, le vaccinazioni “porta a porta” per poter raggiungere anche i più piccoli paesi più isolati. Prima della Conferenza, stamane il generale Figliuolo con il Capo della Protezione Civile Curcio e il sottosegretario alla Presidenza Garofoli si sono trovati a Palazzo Chigi per fare il punto sul piano vaccini da rafforzare con il coordinamento nazionale.
CONVOCATA LA CONFERENZA STATO-REGIONI
Oggi alle ore 12 è convocata la Conferenza Unificata e la Conferenza Stato-Regioni per un confronto preliminare con il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, mentre dalle 15 il via alla sessione ordinaria con la Ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini: tanti i temi all’ordine del giorno, in particolar modo però il piano vaccini “rivisitato” dal Governo Draghi con nuove linee guida in arrivo dopo gli ultimi confronti a Palazzo Chigi tra Ministero della Salute, Presidente del Consiglio, esperti del Comitato Tecnico Scientifico e commissario all’emergenza.
Proprio la cabina di regia Draghi-Figliuolo-Curcio (Capo della Protezione Civile, ndr) ha partorito un costante aggiornamento del piano vaccinale, stante i forti problemi di mancanza dosi (responsabilità europee), di logistica (responsabilità della struttura commissariale) e distribuzione-prenotazione (responsabilità delle Regioni). Tra i tanti temi all’ordine del giorno nella Conferenza Stato-Regioni, verrà presentato dai Ministri l’esame “Proposta nuove percentuali di ripartizione dei vaccini” trasmesso dal Commissario Straordinario per l’Emergenza COVID-19, Generale Francesco Paolo Figliuolo.
LE NUOVE LINEE GUIDA DEL GOVERNO
Tra le principali nuove linee guida che il Governo presenterà alle Regioni questo pomeriggio, spuntano Punti Vaccinali territoriali straordinari – all’interno di palazzotti, palestre, parcheggi supermercati – con nuovo ritmo di 672 vaccinazioni al giorno nelle strutture più grandi. Si ipotizza si possa arrivare anche fino a 750, laddove sono previste otto linee di somministrazione, aperte per 12 ore: qui ogni cittadino potrà essere immunizzato in dieci minuti. Come spiega il commissario Figliuolo, le nuove linee guida sui vaccini permettono «di ampliare l’offerta di prossimità per favorire la massima adesione alla campagna vaccinale». Il Governo detta insomma alle Regioni la nuova fase dei vaccini evitando al minimo ritardi, errori e confusione e definendo «gli standard degli spazi che si aggiungeranno a quelli già esistenti ed attivati nelle strutture sanitarie, ambulatori o nei grandi hub». Il documento non viene considerato vincolante ma altamente consigliato, anche per ovviare ai tanti problemi occorsi finora nell’inizio della vaccinazione di massa: occorre «individuare i requisiti minimi essenziali, sia generali che specifici per tipologia, che caratterizzano i punti vaccinali territoriali straordinari, come ad esempio le dimensioni della struttura», riporta l’ANSA citando il piano aggiornato del Governo.
I Punti vaccinali territoriali straordinari (Pvts) vengono poi distinti a seconda del numero di personale impiegato, linee vaccinali e spazio: maggiori, minori e mobili. Sempre il documento preparato dall’Esercito-Protezione Civile-Croce Rossa-Governo cita «l’aumento proporzionale di postazioni di accettazione e registrazione, di linee vaccinali e di sedute in osservazione può portare a regime ad un trend incrementale del numero di vaccinazioni all’ora fino a livelli teorici di 8 vaccinazioni all’ora (potenziali 700-750 vaccinazioni in turni di 12 ore per Pvts maggiori su 8 linee vaccinali)». Negli hub più grandi – come Fiumicino Roma o Parco di Trenno Milano – il ritmo invece a pieno regime arriverà a duemila vaccini al giorno, con 25 postazioni per inoculazione circa 120 vaccinazioni al dì per ognuna (se la disponibilità di dosi lo consente).
LO SCONTRO GOVERNO-REGIONI SUI VACCINI
La Conferenza Stato-Regioni di oggi sarà anche il primo vero confronto dopo le dure parole utilizzate ieri dal Premier Draghi nelle sue Comunicazioni al Parlamento in vista del Consiglio Europeo (dove si parlerà ancora di vaccini per ovviare ai tanti problemi avvenuti nella gestione questa volta comunitaria della campagna anti-Covid): «Per quanto riguarda la copertura vaccinale di coloro che hanno più di 80 anni, persistono purtroppo importanti differenze regionali, che sono molto difficili da accettare. Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del Ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale».
Una prima iniziale replica arriva dal presidente della Conferenza, Stefano Bonaccini (Pd, Governatore Emilia Romagna) intervistato da Omnibus su La7: «Il Governo pensi a fare arrivare le dosi anti-covid e pretenda dalle regioni che facciano le cose al meglio». Per il Presidente emiliano, il richiamo di Draghi è atto a «fare di tutto perché si faccia al meglio e più rapidamente possibile è un richiamo giusto ha aggiunto – bisogna evitare di generalizzare e se in qualche realtà c’è qualche difficolta va risolta. Se avessimo avuto più dosi avremmo avuto più vaccinati».