Coranavirus, Papa ai vescovi “Non siate drastici”/ “Pastori non lascino il popolo”

- Davide Giancristofaro Alberti

Coronavirus, il Papa scrive ai vescovi, invitando gli uomini del clero a non essere troppo drastici in questo periodo di emergenza nazionale

Georg e Papa Francesco Mons. Georg Gaenswein e Papa Francesco (LaPresse, 2020)

Nuovo appello di Papa Francesco alla luce della recente emergenza coronavirus. Dopo l’invito degli scorsi giorni, rivolto ai sacerdoti affinché gli ammalati non vengano lasciti soli, Sua Santità torna a chiedere “clemenza” al clero. Oggi, parlando nell’introduzione della messa a Santa Marta, celebrata ovviamente in solitudine alla luce delle nuove misure di restrizione imposte per la diffusione incontrollata del covid-19, Francesco ha spiegato che i vescovi dovranno valutare bene cosa fare durante questo periodo di crisi, in quanto “Le misure drastiche non sempre sono buone. Per questo preghiamo perché lo Spirito Santo dia ai pastori la capacità del discernimento pastorale affinché provvedano misure che non lasciano da solo il Santo popolo fedele di Dio. Il popolo di Dio si senta accompagnato dai pastori e dal conforto della Parola, dei sacramenti e della preghiera”.

CORANIVIRUS, LE DISPOSIZIONI PER LE CHIESE

Bergoglio ha sottolineato di pregare Dio affinché i pastori “non lascino solo il Santo popolo fedele di Dio”, per poi aggiungere: “In questi giorni ci uniamo agli ammalati e alle famiglie che soffrono questa pandemia. Vorrei anche pregare per i pastori che devono accompagnare il popolo di Dio in questa crisi. Il Signore gli dia la forza e anche la capacità di scegliere i migliori mezzi per aiutare”. Intanto il cardinale Vicario di Roma, Angelo de Donatis, ha revocato il decreto di chiusura delle chiese parrocchiali di Roma, che restano aperte, ma senza funzioni. Tutte le altre chiese nonché i luoghi di culti rimarranno invece chiusi. Il nuovo decreto del cardinale vicario, come riporta l’edizione online di Repubblica, “invita i fedeli ad attenersi scrupolosamente alle disposizioni del governo”, affidando ai sacerdoti la responsabilità degli ingressi nei luoghi di culto. “Dobbiamo tener conto – conclude card. De Donatis – non solo del bene della società civile ma anche di quel bene unico e prezioso che è la fede”.





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