Coronavirus in Cina, morto 17enne disabile mentre il padre e il fratello erano in quarantena per il rischio epidemia: lo Stato gli ha dato da mangiare 2 volte in 6 giorni

Morire a 17 anni perché la propria famiglia è tenuta in quarantena senza che nessuno o quasi badi a quel figlio disabile: l’epidemia di Coronavirus è ora davvero un “fenomeno” mondiale con la pandemia scattata in Cina che si sta diffondendo (per fortuna con pochi isolati casi, gli ultimi 2 anche in Italia) a livello globale. Eppure ci sono alcune storie più di altre che fanno ben comprendere su diversi fronti, in primis quello dei diritti sociali e dell’attenzione per la persona, che rendono lo Stato cinese a livelli inversamente proporzionali al colosso economico e commerciale qual’è. L’ultima agghiacciante storia arriva da una città a circa 100 km nord da Wuhan, focolaio del Coronavirus (che ha creato finora 213 morti dall’inizio dell’epidemia): un ragazzo disabile di 17 anni di un villaggio rurale dell’Hubei è morto a causa dello stato di abbandono semi-totale dopo che è stata disposta la quarantena ai suoi familiari per il sospetto di contagio con i primi sintomi del Coronavirus contratto a Wuhan. A riportare il tutto Beijing Youth Daily – quotidiano della Lega giovanile del Partito comunista cinese – e poi dallo stesso Guardian qui in Europa: la vittima si chiamava Yan Cheng ed era affetto da paralisi cerebrale.

DISABILE MORTO LASCIATO SOLO PER IL CORONAVIRUS DEI GENITORI


Ebbene, il povero 17enne è stato ritrovato morto mercoledì scorso nel suo letto, in casa da solo dopo che la famiglia era tenuta in quarantena forzata a circa 20 km da casa: il padre e il fratello di 11 anni, tutti febbricitanti, erano stati prelevati dalle forze sanitarie della provincia e messi sotto stretto controllo per evitare la potenziale diffusione della pandemia. In questo modo però il 17enne malato grave è rimasto da solo in casa a dover badare a se stesso, praticamene impossibile vista la sua patologia: il padre ha inutilmente chiesto in più occasioni che qualcuno potesse soccorrerlo, fino a mandare addirittura un appello sui social media. E lo Stato? I funzionari del villaggio hanno detto di aver visitato il ragazzo a casa, ma l’avrebbero nutrito soltanto per due volte negli ultimi 6 giorni e così la morte è sopraggiunta praticamente pochi giorni dopo il ricovero della famiglia di Yan. All’inizio pare che una zia fosse andata a trovarlo per assisterlo ma poi anche lei, ammalatasi e messa in quarantena, non è potuta più occuparsi del 17enne. Secondo quanto riportato ancora dai media cinesi, la madre è morta suicida anni fa dopo la nascita del secondo figlio: «Temo che mio figlio possa presto morire», aveva scritto sulla piattaforma Weibo pochi giorni prima dell’effettiva tragedia il padre disperato.

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