Nicola Ferrara, l’estremista milanese di 38 anni arrestato in estate, torna in libertà. La notizia è delle scorse ore, quando ha assunto i crismi dell’ufficialità: l’uomo era finito in manette nel luglio 2020, dopo alcune intercettazioni telefoniche ai suoi danni nelle quali aveva pronunciato frasi che avevano davvero fatto rabbrividire non soltanto i carabinieri del Ros di Milano, ma anche e soprattutto l’Italia intera; Ferrara, infatti, aveva parlato positivamente della pandemia, asserendo con convinzione che “il Covid è una cosa di Allah”. L’uomo, originario della Puglia, aveva stretto legami con numerosi estremisti dell’Isis e fra le accuse a suo carico vi era anche quella di istigazione su internet alla Jihad globale.
Il trentottenne era stato condannato a un periodo di detenzione pari a cinque anni, ma grazie anche al suo avvocato ha centrato l’obiettivo del patteggiamento di due anni di pena con annessa sospensione della condizionale, guadagnando di conseguenza il ritorno in libertà.
NICOLA FERRARA TORNA LIBERO
Nicola Ferrara, dicevamo, è un 38enne originario di Canosa di Puglia e residente a Milano da nove anni, convertito all’Islam e radicalizzato dal 2015. Prima dell’arresto, lavorava in un parcheggio a pagamento di Milano e nel tempo libero era solito frequentare l’associazione culturale “Al Nur”, sempre nel capoluogo lombardo e due minorenni che frequentavano il luogo avevano reso noto il tentativo effettuato da Ferrara di coinvolgerle nelle sue tesi estremiste. Non soltanto: l’uomo da cinque anni tentava di mietere proseliti attraverso i social network, utilizzandoli per diramare istantanee di Bin Laden e altre immagini riconducibili ai gruppi terroristici islamici. All’interno di un’intercettazione risalente al 27 marzo 2020, poi, la frase choc: “Il Coronavirus è una cosa di Allah, una cosa positiva, perché la gente sta impazzendo e per i non musulmani tutto l’haram adesso è difficile farlo. Sono stati tolti loro i vizi quali fumare, bere e andare in giro, che caratterizzano il loro stile di vita”.