Mariano Bizzarri, direttore del laboratorio di biologia dei sistemi nel dipartimento di Medicina sperimentale de “La Sapienza” di Roma e segretario della Società mondiale di patologia clinica, ha rilasciato un’intervista sulle colonne del quotidiano “La Verità” in edicola oggi, lunedì 3 maggio 2021, nella quale dice la sua sul Coronavirus, a partire dalla possibilità che le riaperture inneschino la quarta ondata: “Quelli che lo affermano sono gli stessi che, un anno fa, paventavano 150mila persone in terapia intensiva nel mese di giugno. Nessuno può prevedere cosa accadrà. Il problema è un altro: non bisogna preoccuparsi, bensì occuparsi”.
Nella possibilità che si presenti un’altra ondata, Bizzarri sottolinea che “bisogna fare quello che non s’è fatto fino ad oggi: aumentare il numero dei posti letto, di medici e personale sanitario con competenze specifiche. Costruire linee guida adeguate per le terapie domiciliari”. C’è però un allarme generale per la variante indiana: “Demistifichiamo il tema. Dall’inizio dell’epidemia, di varianti ce ne sono state migliaia. Molte sono neutre, alcune sono migliorative, altre peggiorative”.
COVID, BIZZARRI: “STOP CON IL TERRORISMO”
Il professor Bizzarri, su “La Verità”, lancia poi un monito di carattere generale: “Basta col terrorismo. Dobbiamo dare un messaggio calibrato, ma rassicurante. L’epidemia non si combatte deprimendo la gente”. A partire dai bollettini quotidiani, che altre nazioni non rilasciano e che “genera ansia”, a detta dell’esperto, che aggiunge: “È sbagliato preoccuparsi in assoluto del numero di positivi. C’è una confusione semantica: si è confuso il numero di persone positive con il numero di persone realmente infettanti”. Anche perché “qualunque test può dare risultati errati, come falsi positivi e negativi. Dei positivi che verranno conteggiati oggi, dal 70 al 90% non saranno realmente infettivi, come testimoniano diversi studi scientifici, citati addirittura dal New York Times”. Non mancano infine le critiche per l’utilizzo dell’indice Rt: “È criticato da tutta la comunità scientifica. ‘Nature’ ha scritto che si tratta di una ‘mostruosità’. Lo si usa perché è semplice e comodo, ma non ha valore predittivo, inquadra una situazione in modo statico. Su Nature abbiamo proposto un altro indice, che misura il rapporto tra le variazioni differenziali in uscita di guariti, e in entrata, cioè il numero degli infetti. È un indice dinamico, che valuta la velocità con cui procede l’epidemia”.