CLAUDE SHANNON / Il sistema per sbancare i casinò di Las Vegas raccontato nel film “21” (Oggi, 30 aprile 2016)

- La Redazione

Claude Shannon, realtà come caos o una “relazione” che la può codificare? L’inventore del bit, il padre della teoria dell’informaizone, oggi viene celebrato dal doodle di Google

Claude_Shannon_bit Claude Shannon (foto da Twitter)

Per tutti quelli che si domandavano:”Ma a cosa serve studiare la matematica?”, basterebbe chiedere a Claude Shannon, lo studioso statunitense che dei numeri ha fatto una fonte di guadagno, oltre che una ragione di vita. Come riferisce Wikipedia infatti, Claude Shannon e la moglie Betty, analista numerica ai Laboratori Bell, avevano la particolare abitudine di trascorrere i fine settimana ai casinò di Las Vegas. L’allegra coppietta però, non si accontentava di sfidare la sorte, voleva batterla. E per farlo a cos’ha fatto ricorso se non alla matematica? I due, assieme al matematico del MIT Ed Thorp e al fisico John L. Kelly Jr, studiarono un sistema per avere successo al blackjack (e non solo), che gli consentì di vincere una fortuna. Le strategie della combriccola sono spiegate nel dettaglio da Ben Mezrich nel libro edito in Italia col titolo “Blackjack Club”, nel quale si racconta la storia del gruppo di studenti del MIT di Boston che riuscirono a sbancare diversi casinò di Las vegas e alla quale è ispirato il film del 2008 “21” con Kevin Spacey.

A Claude Shannon, il matematico giocoliere statunitense di cui si festeggia oggi il centenario della nascita, sono dedicate sei statue: tra di esse una si trova a Gaylord nel Michigan, una all’università del Michigan, una al MIT (il Massachusetts Institute of Technology, una delle più importanti università di ricerca del mondo, con sede a Cambridge), una presso i Laboratori Bell (laboratori di ricerca e sviluppo di proprietà di Nokia e precedentemente della Bell System con sede principale a Murray Hill nel New Jersey). Oltre alle statue oggi Google ha dedicato un Doodle interattivo a quello che è considerato il padre della teoria dell’informazione e inventore del codice binario, composto solo dalle cifre 0 e 1. Nacque il 30 aprile 1916 a Petoskey, una piccola città del Michigan. Al di là dei suoi studi accademici Claude Shannon era giocoliere, scacchista e ha inventato vari dispositivi. Morì a Medford, nel Massachusetts, il 24 febbraio 2001.

Claude Shannon, ingegnere, matematico, innovatore, si fa prima a chiamarlo genio. Sì, perché del genio, l’inventore statunitense nato 100 anni fa aveva davvero molti tratti. Mente flessibile e poliedrica, Shannon deve avere pensato che accontentarsi dell’intelletto umano non era abbastanza: meglio creare un’alter ego, una nuova intelligenza, sebbene artificiale. Allora ecco spiegata la passione per gli automi, macchine capaci di agire in maniera “autonoma” di cui Shannon, come ricorda Focus.it, fu creatore e cultore. Basti pensare a Theseus, il topolino inventato da Shannon che inserito in un labirinto era sempre in grado di trovare la via d’uscita; o anche a “The ultimate machine”, il marchingegno che sollecitato da una pressione del dito su un interruttore è in grado di “prendere vita” e che negli ultimi anni sta tornando popolare grazie a Youtube (clicca qui per vedere come funziona). Allora oggi, a 100 anni dalla morte di Shannon, ci sentiamo di dirgli “grazie” per aver reso la scienza un posto più simpatico.

Che Claude Shannon sia stato un uomo speciale lo abbiamo capito: tanti i campi nei quali è riuscito a lasciare la propria traccia indelebile e il destino ha voluto che spesso il suo settore d’influenza corrispondesse ad una sua grande passione. Un esempio? Prendiamo gli scacchi! Come riferisce il portale online di Focus, l’ingegnere statunitense nato 100 anni fa a Petonskey negli Stati Uniti era un grande giocatore di scacchi. Claude Shannon amava questa disciplina a tal punto che decise di scrivere su calcolatore diversi programmi per gli scacchi, tornati utili quando la prima macchina (il calcolatore MANIAC, 1956) venne impiegata nella prima sfida contro l’uomo. Se il grande Garry Kasparov, dunque, è stato sconfitto dal cervellone della Ibm Deep Blue nel febbraio 1996 sancendo la storica vittoria dell’intelligenza artificiale sull’uomo, è anche un po’ colpa di Claude Shannon!

Claude Shannon viene chiamato il “matematico giocoliere”, ma vi siete chiesti perché? La definizione, come ricorda anche la versione online di Focus, va forse fatta risalire ad una particolare abitudine del papà dell’intelligenza artificiale. Shannon, che fondamentalmente aveva un carattere riservato, si trasformava letteralmente sul posto di lavoro: i corridoi dei laboratori Bell (dove lavorava) e del MIT di Boston (dove insegnava) sono stati infatti spettatori delle iniziative all’insegna della goliardia e della spericolatezza di Shannon. L’ingegnere statunitense infatti, nel tentativo di suscitare le risate (e alle volte il terrore) dei suoi colleghi o dei suoi studenti era solito sfrecciare nei corridoi su un uniciclo mettendo in mostra le sue doti da giocoliere. Il carattere del matematico era dunque allo stesso tempo schivo ma aperto verso il prossimo, come ricorderanno i tanti colleghi che hanno beneficiato dell’ausilio di Claude Shannon, genio teorico, pratico e…ironico.

Il matematico giocoliere Claude Shannon, di cui ricorre oggi il centenario della nascita, aveva l’abitudine di passare i weekend a Las Vegas con la moglie applicando le sue varie teorie alla roulette o al tavolo da blackjack. E’ questo uno dei particolari della vita di quello che è considerato il padre della teoria dell’informazione riportato da la Repubblica. Al matematico nato il 30 aprile 1916 Google ha dedicato oggi un Doodle interattivo. Claude Shannon fu il primo a immaginare che le informazioni fra macchine potessero essere passate tramite codice binario, composto solo dalle cifre 0 e 1, ancora oggi alla base delle comunicazioni digitali. Il matematico e ingegnere fu anche il primo a definire l’unità base di queste informazioni in codice binario e a chiamarla bit. Già la sua tesi di laurea di Claude Shannon nel 1936 conteneva questa intuizione che venne poi ampliata nel suo celebre articolo “Una teoria matematica della comunicazione”, pubblicato nel 1948.

A 100 anni esatti dalla nascita di Claude Shannon, Google decide di celebrare il “matematico giocoliere” con un doodle: una scelta condivisibile per colui che viene ricordato universalmente come il papà della teoria dell’informazione. Ma qual era la particolarità che caratterizzava Shannon? Con ogni probabilità il fatto che non fosse il classico studioso tutto libri e teoria. Come ricorda Focus.it infatti fin da giovane Shannon mostrò, di pari passo alla passione per la matematica, una naturale predisposizione alla realizzazione materiale di piccoli e grandi marchingegni quali aeromodelli, battelli radiocomandati e telegrafi elettrici. Un piccolo genio insomma, coltivato fin dai primi anni d’età, frutto dello studio ma forse anche della genetica. Forse vi sorprenderà sapere che Claude Shannon era lontano parente di Thomas Edison, l’uomo che inventò la lampadina per intenderci. Non è un caso quindi che Shannon nutrisse per lui una particolare ammirazione: a legare i due infatti, oltre che il sangue, vi erano anche un’intelligenza e una curiosità tipiche dei grandi geni della storia.

Ci sono anche invenzioni mai pubblicate tra le opere di Claude Shannon, il matematico giocoliere di cui si celebra oggi il centenario della nascita. Claude Shannon, al qual Google dedica il suo Doodle odierno, è considerato il padre della teoria dell’informazione. Ma come si legge su Repubblica molte delle sue invenzioni, per esempio il frisbee a razzo, o il sistema meccanico che risolveva il cubo di Rubik, non sono mai state pubblicate. Il matematico nacque a Petoskey (Michigan, Stati Uniti) il 30 aprile 1916. La nostra società basta su computer e algoritmi si deve a lui. Ma non si dedicò solo a questo. Sono sue anche tante invenzioni alle quali si dedicava nel tempo libero: era infatti giocoliere, scacchista e si dilettava con il monociclo, come riferisce Rai news: “Ha inventato, inoltre, molti dispositivi, compresa una macchina per giocare a scacchi, un “saltapicchio” (pogo stick) a motore e una tromba lanciafiamme, per una mostra scientifica”.

Oggi è la giornata di Claude Shannon, il grande padre della teoria dell’informazione nonché inventore del bit che ha di fatto rivoluzionato le nostre vite, molto più di quanto noi possiamo solo immaginare. Dalla genetica all’informatica, quest’uomo ha fondato tutto il suo lavoro svolto fino al nuovo millennio – è morto nel 2001 – sul affascinante problema di ricostruire, con un certo grado di certezza le informazioni trasmesse da un mittente. Come io comunico con chi ho di fronte? Come mi relaziono con i dati, gli elementi della realtà che ho davanti? Che poi la realtà si possa considerare quella informatica, quella tecnologica o quella di tutti i giorni, poco cambia: nel senso, cambiano i fattori, ma non il senso che si può celare dietro. Detta fuori dai denti, ci regna il caos e il caso in tutto quello che vediamo davanti o un recondito significato che spieghi il perché di tutto l’agire del reale, esiste davvero? Un passo prima di questioni teologiche e dottrinali, il signor ingegnere Claude Shannon ha scommesso su una cosa tanto piccola quanto determinante: non può non esserci un modo per far comunicare dati che vedo, che sperimento e che hanno un influsso sulle persone. Ha utilizzato strumenti quali l’analisi casuale e le grandi deviazioni negli anni Sessanta per provare a trovare la quadra giusta, in termini informatici, che poteva garantire una codifica dei dati in campo. Un modo per unire, inviare e ricevere informazioni esistenti: uno dei suoi motti era “io parto dal presupposto che l’importante è cercare di memorizzare le informazioni in modo da poterle trasferire e collegare da loro. La “grande scommessa” di Shannon fu quella di unire, anzi di svelare – e la differenza è sottile ma decisiva – il codice giusto che unisce le varie informazioni: tra due mittenti ha trovato la giusta chiave, la giusta “relazione” che già esisteva e che l’uomo doveva solo trovare il modo di scoprire. Il fascino dell’informatica, altro che se ha contributo Shannon ad approfondirlo e allargarlo: coniò la parola bit per designare l’unita elementare informazione, quella chiave “di relazione” che ha stravolto la modernità. Questa teoria dell’informazione fu utile per inventare cd, telefonini, internet, comunicazioni varie, missilistica e il proseguo di matematica e fisica applicata: geniale, no? Una realtà dominata dal caso; per Claude Shannon meglio scoprire quanto rivela quella stessa realtà che sembra così inaccessibile certe volte. Discorsi troppo complessi, troppo tecnologici, dite voi? Beh, provate a considerare quando c’è qualcosa che non comprendete e che vi sembra assurdo: trovare quel qualcuno che ve lo spiega, che ve lo introduce. A cosa è più semplice credere, al caos a tutti i costi oppure alla “forza” della relazione

Un doodle per Claude Shannon, Google oggi si dà alla tecnologia e all’informatica capitale: l’inventore della teoria dell’informazione e sopratutto il padre del bit si affacciano sulla vostra prima pagina di Google. Qualsiasi ricerca effettuerete oggi, provate a fare attenzione a quel logo, il celebre doodle di Google, che oggi cambia e si “muove” in maniera strana. No, non avete le traveggole, quel simpatico ometto animato che fa girare come fosse un giocoliere tre numeri è proprio Claude Shannon: ci si immagina un serioso professore, un po’ nerd diremmo oggi, e invece tra i suoi passatempi il buon inventore era anche un simpatico giocoliere e amanti di giochi come il monociclo e gli scacchi. Qui nel logo lo vediamo mentre gira i numero che compongono il 100, visto che oggi è il suo centesimo anniversario – il motivo della doodle – ma non solo, una freccia che lega “GOO” a “GLE” fa intuire anche la sua importante scoperta. La trasmissione di messaggi tra mittente e ricevitore, proprio come raffigurato dall’immagine animata del logo di Mountain View, oggi praticamente in tutto il mondo stagliato sulle ricerche del vostro motore di ricerca preferito.





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