ULTIME NOTIZIE / Oggi, ultim’ora, elezioni Germania: Meclemburgo, Merkel ko, sorpasso dell’ultradestra (4 settembre 2016)
Ultime Notizie: ancora paura nel Centro Italia, con una nuova scossa di 4.3M; emozioni a Palermo per la commemorazione di Dalla Chiesa. News del 4 settembre 2016.

Peggior risultato del Cdu dopo la caduta del Muro di Berlino: questo il responso degli exit poll alle ultime elezioni regionali in Germania nel land del Meclembrugo: sorpasso e ottimo risultato per l’ultradestra dell’Afd, mentre a vincere le elezioni sono ancora una volta la Spd, alleata di governo nella Grande Coalizione con la Merkel stessa e il suo Cdu. Risultato non eclatante, era atteso infatti un brusco stop rispetto al 2011 in questa regione, ma interessante spunto per le prossimi elezioni politiche: la Germania è pronta per ricandidare ancora Angela Merkel o la lunghissima luna di miele è finita? Ecco i risultati intanto degli exit poll: Spd 30%, Afd 21,5%, Cdu 20%, Linke 12,5%, Verdi 5%, Fdp 3%, Npd 3%, altri 5%. Parla a caldo il leader ultradestra di Afd, Franke Pertry: «Per Angela Merkel è un tonfo non solo a Berlino ma anche nel suo collegio elettorale del Meclemburgo e la sua catastrofica politica sull’immigrazione ha oscurato tutti gli altri campi della politica».
Le ultime notizie che arrivano dai luoghi colpiti dal terremoto trattano delle primissime decisioni sulle prossime settimane che il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, e il commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani, hanno presentato davanti ai sindaci e ai Presidenti delle Regioni coinvolte nel terribile sisma. «Dobbiamo chiudere le aree attendate il prima possibile, già dalla prossima settimana il meteo cambierà, il clima rischia di diventare più rigido, dobbiamo spostare subito le categorie di persone più fragili», afferma Curcio mentre Errani ha proposto la disamina sulle “casette” per i primi sfollati colpiti dal terremoto. «Le prima case prefabbricate pronte entro 7 mesi: Oggi stiamo facendo un passo importante perché il primo obiettivo ora è accelerare il più possibile la chiusura dei campi tenda. Le condizioni e l’evoluzione meteo, ci dicono che dobbiamo fare questo per garantire qualità della vita. Stiamo lavorando per soluzioni abitative di transizione e poi partiremo con la ricostruzione».
E’ un finale di estate tragico in alta quota, dove è stato registrato un nuovo incidente mortale, questa volta in Alto Adige. A perdere la vita è un alpinista di 33 anni residente in Austria, il quale come riporta Il Gazzettino sarebbe precipitato mentre si trovava sul massiccio dell’Ortles. La vittima si trovava in cordata con altre due compagne, una delle quali la moglie. La tragedia è avvenuta in mattinata, mentre percorrevano la montagna lungo la Cresta del Coston prima di raggiungere la vetta a 3905 metri. All’altezza di 3700 metri però, qualcosa è andato storto: mentre si trovava nei pressi di Punta del Segnale l’alpinista è scivolato precipitando nel vuoto. Sotto shock, comprensibilmente, le due compagne di cordata. La salma dell’alpinista è stata recuperata dall’elisoccorso Pelikan 1 insieme alla moglie ed all’amica con le quali in mattinata era partito dal rifugio Coston.
Pochi minuti fa è scattato un allarme anti incendio nella procura di Rieti: le ultime notizie che sono state date dal canale alla news di Rai News24 riportano come per qualche attimo si è temuto il peggio nella Procura di Rieti dove si sta indagando e tenendo le primissime ricostruzioni delle situazioni post-terremoto in centro Italia. In questo momento era in corso una riunione con il procuratore capo Giuseppe Saieva e con altri collaboratori, quando è scattato l’allarme per un possibile incendio. Subito evacuata la procura della Repubblica, intervento dei Vigili del Fuoco tempestivo che sembra abbiano risolto l’emergenza in pochi minuti. Si prosegue intanto con le indagini per certificare le prime responsabilità di questo enorme disastro naturale che ha compiuto purtroppo 295 morti e 380 feriti: le repliche del sisma invece sono 4800 dall’inizio della prima scossa terribile e anche per questo motivo sono ancora difficili da far partire le indagini vista l’emergenza sismica che resta tutt’ora in corso.
Tragedia sulle strade in Afghanistan. Questa volta i bombardamenti non c’entrano: a provocare almeno 35 morti è stato lo scontro che ha coinvolto un bus ed un camion cisterna nella provincia di Zabul, a Sud del Paese. Lo riporta questa mattina RaiNews.it, che sottolinea come al momento non siano ancora del tutto chiare le cause e le dinamiche del drammatico incidente stradale. Ciò che si apprende è che il bus che collega Kandahar a Kabul aveva a bordo numerosi passeggeri. Anche per la tale ragione il bilancio delle vittime è stato impietoso, come emerso dalle parole del governatore di Zabul, Bismillah Afghanmal. Al momento si parlerebbe di almeno 35 morti ai quali vanno ad aggiungersi 20 feriti. Tra le persone coinvolte ci sarebbero molte donne e bambini, molti dei quali rimasti carbonizzati. I conducenti dei due mezzi sono stati ritenuti responsabili dell’incidente che conferma ancora una volta la pericolosità delle strade in Afghanistan, già straziato dai copiosi scontri armati.
Non accenna a placarsi lo sciame sismico, che nel suo culmine ha portato al devastante terremoto di fine agosto. I danni si aggirano attorno a centinaia di miliardi di euro, mentre le vittime sono state quasi 300. La scossa più forte è avvenuta nella notte fra venerdì e sabato, quando i sismografi hanno registrato un movimento pari a 4.3M. Il movimento ha provocato qualche crollo nella citta di Norcia, ma per fortuna questa volta nessuna vittima. Intanto ad Amatrice militari dell’esercito hanno completato il ponte provvisorio che deve sostituire il “Ponte tre occhi”, una delle “direttive stradali” indispensabili per raggiungere il piccolo centro. Sempre nella zona più colpita, ad Accumoli, conferenza stampa del capo della protezione civile Curcio, il quale ha promesso agli sfollati che entro 7 sette mesi essi saranno “riallocati nelle casette di legno”. Da segnalare l’arresto di due sciacalli: si erano fatti accreditare come volontari, ma sono stati tratti in arresto dai Carabinieri in flagranza di reato.
Erano le firme più importanti e alla fine sono giunte, su un accordo denominato COP 21 che senza di loro era svuotato non solo di motivazioni, ma anche e soprattutto di risorse economiche. Sono stati gli stessi presidenti delle due superpotenze a renderlo noto: Obama e Xi Jinping hanno consegnato le copie dei loro accordi con impresse le loro firme al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, dando così la massima ufficialità all’atto. L’accordo prevede un sostanziale abbattimento della temperatura globale, con un blocco immediato della stessa. I Paesi industrializzati si sono impegnati a fare tutto il possibile per onorare l’impegno ed hanno inoltre deciso di aiutare i Paesi non industrializzati a passare alla “green economy”. La promessa riguarda anche l’alimentazione di un fondo di almeno 100 miliardi di dollari a partire dal 2021. Le prime parole di Obama per commentare lo storico traguardo: “è finalmente arrivato il momento in cui abbiamo deciso di salvare il nostro pianeta”.
Ha del paradossale la fuga messa in opera da Orlando Lecumberri, il turista spagnolo arrestato dopo lunghe ricerche con l’accusa di aggressione. Il ragazzo aveva il “vizio” di picchiare improvvisamente i passanti, avvicinati con la scusa di chiedere informazioni. Ignoto il motivo del suo gesto, ma le sue aggressioni sarebbero almeno una ventina, fulminee e violente e che sono state interrotte il 27 luglio scorso, quando la Polizia lo ha ammanettato. Trasferito a San Vittore, al giovane 23enne è stata diagnosticata una problematica psichica e per questo su richiesta dei suoi legali erano stati concessi i domiciliari presso una struttura sanitaria a Varazze. Giovedì scorso lo spagnolo aveva varcato così le porte del carcere, ma lo aveva fatto da solo, visto che il giudice non aveva ritenuto di doversi assegnare una scorta. Uscito dal carcere è andato alla stazione della metro ed in seguito quella degli autobus, ha acquistato un biglietto per Barcellona e paradossalmente ma anche in modo semplice è andato via.
Sono passati 34 anni da quel 3 settembre che ha rappresentato una delle pagine più buie della Repubblica, culminate con l’assassinio del Generale Alberto dalla Chiesa. Morirono con lui la moglie Emanuela Setti Carraro ed un agente di scorta, Domenico Russo. Tante le cerimonie in tutta Italia, la più toccante sul luogo dell’eccidio, Via Carini a Palermo, dove alla presenza dei tre figli del Generale e delle più alte autorità politiche e militari è stata deposta una corona di fiori. Tra i presenti anche Piero Grasso, il Presidente del Senato, che ha sottolineato nel suo discorso come Dalla Chiesa sia stato il simbolo di attaccamento allo Stato, dimostrato in precedenza anche dalla sua lunga lotta contro il terrorrismo. Importante anche l’impegno del Generale per assottigliare le linee mafiose e di conseguenza sia a Palermo che a tutta la Sicilia, riuscendo ad individuare i nodi più significativi dei boss dell’isola.
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