E’ stato assassinato il titolare della Seri Cart, e con lui la sua compagna. Il tragico gesto è stato compiuto da Maurizio Platini, 43enne figlio del titolare, Romano. Alla base del tremendo omicidio-suicidio, continue liti lavorative, proprio per quell’azienda che il 64enne manager portava avanti ormai da 30 anni a questa parte. La Seri Cart è famosissima nel suo settore, quello della grafica e della tipografia industriale. Innumerevoli i lavori realizzati soprattutto nel milanese, e basta andare sul sito della stessa azienda per rendersi conto. I cartelloni “stampati” dalla Seri Cart, sono stati esposti davanti alla Borsa di Milano in piazza Affari, ma anche al salone dei mobili milanese, alle fiere motoristiche, e persino in occasione dell’Expo, il famoso logo che campeggiava su un grattacielo meneghino durante il periodo della Fiera. Un’azienda che ha perso il suo condottiero e che da oggi in avanti passerà nelle mani dell’unico figlio rimasto, il 32enne che ha scoperto i tre cadaveri. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
AMICI SCONVOLTI
Una amica molto vicina a Maurizio Platini è stata contattata dall’Ansa e ha raccontato tutto il dolore e lo choc nel ricevere la notizia della strage di Cormano: «siamo sconvolti, siamo amici da una vita», ha spiegato la donna che tra l’altro abitava non molto lontano dall’azienda Seri Cart. Non solo, ha poi aggiunto «Avevamo appuntamento alle 18 di oggi, ma ho suonato e non ha risposto nessuno, poi abbiamo saputo». Il marito dell’amica di Platini ha spiegato sempre ai colleghi dell’Ansa, «avremmo dovuto andare insieme a giocare a soft air, prendevamo sempre l’aperitivo insieme ogni sera»; tutto invece è cambiato e ora il pm milanese ha posto sotto sequestro ogni possibile oggetto e proprietà della famiglia Platini per provare a ricercare nel dettaglio cosa possa aver veramente scatenato la reazione così folle da provocare un’autentica strage. (agg. di Niccolò Magnani)
CHIUSURA DELL’AZIENDA DIETRO AL GESTO?
Mentre la polizia scientifica è ancora al lavoro per ricostruire con precisione la dinamica della folle lite che è sfociata a Cormano, centro dell’hinterland milanese, in un doppio omicidio e in un suicidio del killer, gli inquirenti continuano a ricostruire i rapporti tra Michele Platini e i genitori per capire cosa possa aver scatenato il raptus omicida. Il 43enne avrebbe sparato al 64enne padre, e alla compagna di lui (che era pure titolare dell’attività), dopo essere stato licenziato dalla “Nuova Seri Cart”, l’azienda di stampa digitale che portavano avanti ma nelle ultime ore emergono nuovi dettagli dato che, indiscrezioni tuttavia ancora non confermate, raccontano che Romano Platini aveva intenzione da tempo di chiudere l’attività dopo che in precedenza aveva licenziato entrambi i figli alla stregua di semplici dipendenti: la lite scoppiata fino al tragico gesto dell’uomo, che dopo aver ucciso il genitore e la donne, ha rivolto verso la propria tempia la canna dell’arma da fuoco, sarebbe stata solamente l’ultima di una lunga serie di scontri avvenuti nei giorni scorsi. (Agg. di R. G. Flore)
LA DINAMICA DELLA FOLLE LITE
La polizia scientifica è ancora al lavoro per stabilire al meglio l’intera folle dinamica della lite sfociata in un duplice omicidio e un suicidio nella Seri Cart di Cormano: il tutto è successo ieri sera, ma il ritrovamento dei corpi è avvenuto diverse ore più tardi e al momento si cercano ogni possibile indizio che confermi l’ipotesi di dinamica fatta dal procuratore giunto sul luogo. Il corpo del killer Maurizio Platini è stato trovato in corridoio, mentre il padre Romano è stato trovato nel proprio ufficio seduto e senza vita nella sua scrivania. La donna invece, colpita anch’essa dalla follia omicida di Maurizio, è stata trovata a pochi metri dall’ufficio principale in un’altra stanza della piccola azienda. Il Pm di Milano Cristina Roveda ha disposto l’autopsia sui cadaveri che avverrà nelle prossime ore dal medico legale autorizzato: per il momento non vi sembrano esserci particolari che smentiscano la tesi ufficiale, ma occorreranno altri dettagli prima di ufficializzare la dinamica esatta della strage. (agg. di Niccolò Magnani)
LE LITI NELL’AZIENDA DI FAMIGLIA ALL’ORIGINE DELLA STRAGE
Tensioni familiari che si accumulavano da tempo e un rapporto lavorativo che stava precipitando: questo il movente che secondo gli inquirenti ha portato Maurizio Platini a compiere una strage al Seri Cart di Cormano, paesino di 20mila anime in provincia di Milano, uccidendo il padre Romano Platini, 64 anni, residente a Cinisello Balsamo e la compagna Anita Salsi, 54 anni, prima di togliersi la vita a sua volta. Come riportato da Il Corriere della Sera, secondo le forze dell’ordine l’ipotesi più probabile è che ci sia stata una discussione dai toni molto accesi prima della strage. Padre e compagna erano i soci dell’azienda, a cui sono intestate le quote, mentre i figli – Maurizio e il minore di 32 anni che ha ritrovato i corpi senza vita – lavoravano all’interno come dipendenti. L’autore degli omicidi viene oggi descritto come un po’ “turbato e problematico”. (agg. di Dario D’Angelo)
OMICIDA ERA STATO LICENZIATO?
Arrivano aggiornamenti circa il duplice omicidio-suicidio che si è verificato nella tarda serata di ieri a Cormano, presso la ditta Seri Cart. Come riferito dall’edizione online di Tgcom24.it, l’assassino, il 43enne Maurizio Platini, ha sparato alla testa del padre Romano, mentre la compagna dello stesso, Anita Salsi, l’ha ferita mortalmente con due colpi, uno al collo e uno al petto. Infine, a chiusura del cerchio, Maurizio si è puntato l’arma alla testa, facendo fuoco. Gli inquirenti stanno indagando per cercare di ricostruire la vicenda, ma sembrerebbe ormai chiaro che l’omicida sia stato spinto da motivi lavorativi e famigliari. Negli scorsi giorni era stato infatti licenziato dalla stessa ditta, di proprietà del padre, e i due, come raccontano testimoni, litigavano spesso e volentieri. L’unico rimasto della famiglia Platini è il figlio minore, di 32 anni, colui che ha scoperto i tre cadaveri. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
QUALCHE DETTAGLIO IN PIU’
Qualche dettaglio in più circa la tragica vicenda avvenuta nella giornata di ieri a Cormano, in provincia di Milano. Presso la ditta Seri Cart sono stati ritrovati tre cadaveri: un uomo di 65 anni, il figlio di 43, e la compagna del primo di anni 54. Stando a quanto riportato dall’edizione online del quotidiano La Repubblica, pare che a spingere Maurizio Platini ad uccidere il padre, siano stati dei forti dissensi sul lavoro. Sembra infatti che l’assassino fosse stato licenziato pochi giorni prima dalla ditta, e per vendetta avrebbe quindi commesso il terribile gesto. Una volta giunti sul posto, le forze dell’ordine hanno trovato Maurizio a terra con la pistola in mano, una calibro 3.57 detenuta regolarmente, che ha rivolto prima al padre e alla compagna, e poi alle proprie tempie. Cristiana Roveda, il pubblico ministero titolare delle indagini, ha disposto l’autopsia sui tre cadaveri, ed ha posto sotto sequestro l’arma. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DUPLICE OMICIDIO-SUICIDIO
Un presunto duplice omicidio-suicidio si è verificato nella tarda serata di ieri in quel di Cormano, provincia di Milano. Presso la Seri Cart, azienda che si occupa di tipografia e grafica, sono stati ritrovati i cadavere di tre persone: un uomo di 65 anni, la sua compagna di 54, e il figlio del primo, di anni 43. Romano Platini, il titolare della Seri Cart, sarebbe stato assassinato dal figlio Maurizio a colpi di pistola, che avrebbe poi rivolto l’arma ad Anita Salsi, per poi togliere la vita. Non si conosce ancora il movente di tale terribile gesto, ma non è da escludere una furiosa lite, scoppiata appunto nell’atto delirante.
A SCOPRIRE I CORPI E’ STATO IL FRATELLO
A scoprire i corpi è stato il figlio minore del titolare nonché fratello del presunto omicida, un ragazzo di 32 anni: il padre era dietro la scrivania, la donna era sulla porta d’ufficio, mentre il 43enne era in corridoio. «Siamo sconvolti, siamo amici da una vita – le parole rilasciate all’agenzia Ansa da una donna che vive vicino alla Seri Cart – avevamo appuntamento alle 18 di oggi, ma ho suonato e non ha risposto nessuno, poi abbiamo saputo. Avremmo dovuto andare insieme a giocare a soft air – ha aggiunto – prendevamo l’aperitivo insieme ogni sera». L’episodio si sarebbe verificato nella serata di ieri, sul caso stanno indagato i carabinieri.