Ha rotto il silenzio il papà che ha provato a investire la figlia a Livorno Ferraris perché “occidentalizzata”. El Mustafa Hayan si è difeso dalle accuse nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto questa mattina. «Non ho mai messo le mani addosso a mia figlia: sono severo, ma lo faccio per il bene dei miei figli». L’uomo, assistito dal suo legale, l’avvocato Fabio Merlo, ha sostenuto che si è trattato di una «tragica fatalità» e che la sua intenzione «non era quella di ucciderla». Arrestato dai carabinieri per tentato omicidio con premeditazione e maltrattamenti, il 53enne ha risposto alle domande nel carcere di Vercelli, assicurando «di non aver mai messo le mani addosso a mia figlia». Il giudice per le indagini preliminari si è riservato la decisione sulla convalida dell’arresto. Come riportato dall’Ansa, il difensore di Hayan ha chiesto per il suo assistito i domiciliari presso la casa del fratello, che vive a Santhià. Da un anno il marocchino è disoccupato.
MAROCCHINO INVESTE FIGLIA: “SEVERO PER SUO BENE”
Su quanto accaduto a Livorno Ferraris era intervenuto ieri anche il vicepremier Matteo Salvini che ha usato parole dure nei confronti di El Mustafa Hayan. «Se pensa che qui si torna indietro sulla libertà delle donne, torni al suo Paese. Qui sulla libertà delle donne di vestirsi come vogliono, con la gonna o la minigonna, non si torna indietro», ha dichiarato il ministro dell’Interno. Fortunatamente Miriam non ha riportato gravi ferite a causa del padre: è stata colpita solo di striscio e portata in ospedale. La 22enne è molto conosciuta in paese perché gioca nella locale squadra di basket, che si è subito stretta attorno alla compagna. Ma sulla questione che ha scosso il paesino piemontese era intervenuto subito anche il sindaco Stefano Corgnati. «Miriam è l’archetipo di una ragazza che si è integrata perfettamente nella comunità locale, fa parte del dna di Livorno Ferraris. La nostra comunità è unita e dobbiamo ancora lavorare affinché non avvengano episodi drammatici come quello appena successo».