Nell’odierna puntata de La Vita in Diretta, Tiberio Timperi e Francesca Fialdini sono tornati a occuparsi dell’efferato omicidio di Gilberta Palleschi, la professoressa di Sora uccisa nel 2014 da Antonio Palleschi e per il quale l’uomo era stato inizialmente condannato in primo grado all’ergastolo. Tuttavia, la successiva revisione della pena con uno sconto (solo vent’anni per l’uomo, ritenuto seminfermo di mente) che è stato di recente confermato dalla Corte di Cassazione ha fatto insorgere i famigliari dell’insegnante di inglese e non solo loro ma l’intera comunità di Sora dato che nell’ultimo periodo non è la prima volta che la Suprema Corte attenua la pena in un caso di femminicidio. “Siamo arrabbiati per la sentenza” hanno detto in coro i parenti di Gilberta che sono indignati, a loro dire, anche per le motivazioni addotte e che non trovano affatto giuste. Va ricordato che all’assassino, a cui in primo grado non era stata concessa la perizia psichiatrica, è stato riconosciuto seminfermo di mente per via di un incidente avvenuto nel lontano 1995 e che gli aveva causato in trauma cranico. A detta dei famigliari, invece, l’efferatezza, l’accanimento e la lucidità con cui Palleschi ha ucciso quel giorno Gilberta indicano che quello di non apparire sano di mente è solo una finzione dell’assassino: “Quell’uomo poteva violentare chiunque quel giorno: Glberta si è difesa, cosa doveva fare? È questo il messaggio che vuole dare lo Stato?” hanno detto ancora i parenti della donna ai microfoni del programma di Rai 1. (agg. di R. G. Flore)
CASSAZIONE, NUOVO SCONTO DI PENA PER FEMMINICIDIO
Gilberta Palleschi, la professoressa di Sora uccisa dal compagno: è polemica in merito alla morte della donna dopo che la Cassazione ha concesso un nuovo sconto di pena per un caso di femminicidio. Infatti di recente la Suprema Corte, con una decisione che si sta portando l’inevitabile codazzo di polemiche, ha confermato la riduzione della pena per Antonio Palleschi, dall’ergastolo a vent’anni. Come è noto l’uomo all’epoca dei fatti violentò Gilberta dopo averla aggredita e poi, quando era ancora viva, la chiuse nel bagagliaio dell’auto scaraventandola infine in una scarpata; l’efferato crimine non si concluse qui dato che il giorno successivo Palleschi oltraggiò pure il cadavere della povera vittima. Nonostante questo i giudici hanno optato per lo sconto di pena al femminicida senza tenere conto del ricorso del pg della Corte di Appello di Roma e degli stessi famigliari della professoressa di inglese.
L’EFFERATO OMICIDIO DI GILBERTA PALLESCHI
Dunque, dopo che era stata ribaltata la sentenza emessa in primo grado per l’omicidio (avvenuto nel 2014) della 57enne Gilberta Palleschi a carico del suo assassino, peraltro reo confesso, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a soli vent’anni per Antonio Palleschi perché ritenuto infermo di mente. Come si ricorda, l’insegnante di inglese stava facendo jogging nei pressi di Sora (Cassino) quando era stata sorpresa dall’uomo e abusata sessualmente. Il suo corpo fu trovato solamente quaranta giorni dopo il brutale omicidio e dopo l’oltraggio perpetrato da Palleschi al suo cadavere proprio mentre erano già in corso le ricerche da parte delle forze dell’ordine e dei suoi familiari. A far discutere è anche il fatto che, in primo grado, il giudice aveva respinto la richiesta di perizia psichiatrica per l’assassino dato che non aveva alcuna base scientifica. La Suprema Corte, invece, sostiene che “Il dubbio sulla sussistenza del vizio di mente deve essere apprezzato in relazione al principio del ‘in dubio pro reo’” e parlando di “discontrollo degli impulsi”.