Un virus per salvare la vita al marito, colpito da un super batterio. Un’epidemiologa statunitense, Steffanie, ha curato così il marito, in fin di vita. “È divorato dai batteri, non riusciamo a salvarlo” avevano detto in una telefonata i medici alla donna, una mattina di febbraio di sei anni fa. Il medico e moglie del paziente si precipitò immediatamente nella stanza d’ospedale dove l’uomo, Tom Patterson, si trovava. Lui, di professione psichiatra, era attaccato alla flebo con pochissime speranze di sopravvivere dopo aver contratto un super batterio durante una vacanza sul Nilo.
“Tesoro, devi dirmi se vuoi continuare a vivere. Non so se riesci a sentirmi ma se puoi, stringi forte la mia mano” aveva detto Steffanie quella mattina al marito, come racconta La Stampa. In quel momento, le dita di Tom si irrigidirono, dando così alla donna la speranza e la volontà di salvare il marito. Lei, dirigente del dipartimento di scienze mediche globali dell’Università della California a San Diego, aveva sentito parlare di fagi e virus naturali capaci di contrastare i batteri. Così ha pensato di curare il marito.
Il super batterio contratto durante una crociera sul Nilo
“Avevo iniziato a realizzare ben prima che i dottori ammettessero che non c’era nulla da fare che mio marito stava molto peggio di quanto pensassi e che la medicina moderna aveva esaurito il ventaglio di antibiotici per curarlo” ha raccontato l’epidemiologia alla Conferenza Life Itself. Così ha cominciato le ricerche, trovando uno studio fatto a Tbilisi sull’uso dei fagi in medicina. Dopo qualche telefonata, aveva scoperto che il metodo era molto usato ma che in Occidente era ritenuto “marginale”. Le speranza di salvare il marito però erano poche e non c’era nulla da perdere. Dopo varie telefonate ai ricercatori che catalogavano e studiavano i batteriologi, Steffanie ha ricevuto risposta dal Texas, dal bio-chimico Ryland Young, convincendolo a lavorare al suo caso.
Un lavoro di 24 ore su 24 durato giorni interi, per individuare il virus più adatto per combattere i batteri nel corpo di Tom. La FDA, nel frattempo, ha dato il via libera al cocktail di farmaci non convenzionale per “motivi compassionevoli”, accelerando così la procedura. Patterson, che si era sentito male durante una crociera sul Nilo, sentendo improvvisi crampi allo stomaco, era stato ricoverato prima d’urgenza in Egitto e poi spostato in Germania, dove era stato diagnosticato un batterio virulento resistere ad ogni antibiotico, che si trova tra le sabbie del Medio Oriente. Dopo il ritorno a San Diego, nessuna cura sembrava funzionare, fino alla intuizione della moglie, in grado di curarlo con un virus. Tom oggi soffre di diabete, insufficienza cardiaca e danni allo stomaco, “Ma non ci lamentiamo proprio. Oggi giorno che mi sveglio è un dono”, ha raccontato.