INGHILTERRA/ Ragazzo di 23 anni stroncato da un’overdose di caffè

- La Redazione

Un ragazzo inglese è morto dopo essersi avvelenato con due cucchiai di polvere di caffeina comprata su Internet

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Un ragazzo inglese è morto dopo essersi avvelenato con due cucchiai di polvere di caffeina comprata su Internet. Michael Lee Bedford, 23 anni di Mansfield, nell’Inghilterra centrale, si trovava a un party quando ha ingoiato la polvere di caffeina.
 

La sostanza era stata acquistata on-line da un amico per 3,29 sterline (5,26 dollari). L’episodio si verificato lo scorso aprile, anche se solo alcuni giorni fa è arrivato il verdetto del tribunale di Nottingham sulla vicenda. Michael Lee Bedford ha sciolto la polvere in una bevanda energetica, e circa 15 minuti più tardi ha iniziato a sudare eccessivamente e a vomitare sangue. Ed è morto più tardi al King’s Mill Hospital nel Nottinghamshire.
 

In tribunale si è quindi scoperto che Bedford aveva ignorato le raccomandazioni riportate sul prodotto, che consigliavano di non prendere più di un sedicesimo di un cucchiaino da tè. Al contrario, come scrive il sito myfoxdc.com, la giovane vittima aveva assunto ben due cucchiai di polvere, ingerendo un livello di caffeina 70 volte superiore a quello che si trova usualmente in una lattina di bevanda fortemente energetica. E questo ha fatto sì che nel suo corpo si sviluppasse una concentrazione pari a 251 milligrammi di caffeina per litro di sangue.

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Nigel Chapman, il giudice del tribunale di Nottingham, ha sottolineato nella sentenza sulla morte di Michael Lee Bedford: «La caffeina è facilmente acquistabile su Internet a 3,29 sterline, ma è letale se presa in dosi sbagliate, e ne vediamo le conseguenze in questo caso. Così tante persone sono sconvolte e turbate per la morte di Michael». Il magistrato ha inoltre criticato il prodotto, che non è stato nominato nel corso dell’inchiesta, nelle cui indicazioni per l’uso raccomanda una dose così piccola da poter essere facilmente ignorata.

«Chi prenderebbe un sedicesimo di cucchiaino da tè? E’ una dose così piccola, e l’avvertimento è scritto così in caratteri così minuscoli sulla confezione del prodotto – ha dichiarato Chapman -. Può capitare che più persone dividano la stessa confezione di polvere di caffeina, magari portandosela in giro. Facile quindi che qualcuno non riesca a leggere l’avvertimento e che nel corso di una festa chiunque possa prendere delle dosi eccessive. E’ così pericoloso prendere un prodotto del genere». Rivolgendosi alla famiglia riunita nel tribunale di Nottingham, il giudice Chapman ha aggiunto: «Michael ha lasciato un enorme vuoto in tutte le nostre vite in modo così tragico, dopo avere preso qualcosa di così facilmente disponibile su Internet». Chapman ha stabilito tuttavia che la morte di Bedford è stata legata a cause accidentali. E l’ispettore David Richardson ha confermato che non ci sono state circostanze sospette e che Michael non aveva infranto la legge in nessun modo.

 

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Glenis Noble, di Bilsthorpe , nonna di Michael Lee Bedford, ha chiesto che la potente polvere di caffeina sia proibita dalla legge. Al termine dell’inchiesta ha rivelato al quotidiano locale «This is Nottingham»: «Sento che si dovrebbe vietarne la vendita. Michael è stato il mio primo nipote, ed ero con sua madre quando è nato. Mi sento male al solo pensiero che questi prodotti possano essere acquistati con tanta facilità». Mentre la zia della vittima, Sue Burton, 34 anni di Hucknall, ha aggiunto: «Penso che dovrebbe esserci un avvertimento sul prodotto in cui si dice che può uccidere». Parlando fuori dal tribunale di Nottingham, Burton ha aggiunto, come riportato dal Daily Mail, che Michael si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato.

«La polvere di caffeina è perfettamente legale, la puoi comprare su Internet, non c’è niente che tu possa fare, ci dispiace solo che fosse così giovane. Era nel posto sbagliato al momento sbagliato, se avesse saputo che l’avrebbe ucciso non l’avrebbe presa, ma lo ha fatto e non c’è niente ormai che possiamo fare per lui».

 

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Le due parenti hanno rivelato che ad acquistare la polvere di caffeina non era stato Michael, ma che gli era stata data da un amico nel corso di una festa. Gli amici di Michael, che si trovavano alla festa con lui, il 9 aprile scorso hanno parlato di fronte ai giudici. Un 15enne ha detto di averlo visto prendere «dei cucchiai di polvere bianca», che ha disciolto nella lattina di una bevanda energetica. Dopo 15 minuti, Michael ha iniziato a sentirsi male.

«Stava vomitando sangue e sudava in modo spaventoso», ha dichiarato un altro amico, di 17 anni. Nella corte del tribunale si è inoltre precisato che Michael Lee Bedford, dopo avere ingerito la polvere alla caffeina, parlava in modo sconnesso e farfugliava. I suoi amici hanno subito cercato di aiutarlo chiamando un’ambulanza, che è arrivata tempestivamente, ma tutto è stato inutile.
 

(Pietro Vernizzi)






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