Amsterdam, lo spinello libero, mito e meta di generazioni di sconvolti, la trasgressione un po’ balorda a portata di mano, senza complicazioni di sorta. Basta pagare. Adolescenti, giovani e meno giovani che prendon su e partono, magari per un solo week end, per vivere un’ebbrezza altrimenti impossibile in patria: la suggestione di una ribellione al contrario. Quel che di consueto è illecito, viene consentito. Una pratica illegale un po’ ovunque, che qui assume i crismi della tradizione. Non solo per questo, certo, ma anche (e soprattutto, specie tra i più giovani) per questo è conosciuta l’Olanda, con i suoi Coffee Shop. Peccato per gli abitué, e peccato per chi aveva programmato un viaggio “sperimentale”. A breve, probabilmente, tutto ciò esisterà solo nei ricordi di chi ha fatto in tempo a intraprendere quel viaggio all’insegna delle cosiddette droghe leggere.
Il governo di destra aveva fatto una promessa, infatti, in campagna elettorale. Se vinciamo, chiudiamo i coffee shop. Ora la vuole mantenere. E’ obbligato a farlo. Le questioni di principio non c’entrano nulla. La neonata campagna antidroga, nel Paese tollerante, in tal senso, per antonomasia, è un’urgenza strategica. A breve si terranno le elezioni per rinnovare il Senato. Il governo vacilla, ed è alla disperata ricerca di consensi. L’idea è quella di intercettarli nel bacino dei moderati, specie nelle province. Via i Coffee Shop dalle vicinanze delle scuole, tanto per cominciare. Se il locale è posto a meno di 350 metri, chiude. Gli stranieri, poi. Ai turisti sarà permesso accedervi, e consumare, solo se in possesso di una pass, il “wietpassen”,o “weed pass” (letteralmente, “erba pass”)
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Il governo, dopo anni di permissivismo fa marcia indietro, quindi. Ai coffee shop saranno messi i bastoni tra le ruote. Quelli che non chiuderanno i battenti per imposizione legale, saranno costretti a farlo. Sui gestori, infatti, pioveranno tante e tali norme che, di fatto, gli sarà impedito il proseguimento della propria attività. Sarebbero decimati, mentre quelli rimasti in vita costretti a “morire di fame”. Senza l’apporto dei turisti, infatti, mancherebbe il sostegno fondamentale alla categoria. Il passaggio dalle intenzioni ai fatti non è scontato. Per i partiti di sinistra, diversi sindaci di grandi città, nonché alcuni esponenti di spicco della polizia, i coffee shop sono un’istituzione inviolabile. O, più semplicemente, lo è il giro di affari e l’afflusso di posto ad essi legati
Sul consumo di droghe, l’Olanda fino ad oggi ha sempre rappresentato un’eccezione sulla quale si è sempre chiuso un occhio. L’ha chiuso la Comunità internazionale, e lo hanno chiuso per decenni i governi e le amministrazioni del Paese. Non che le leggi in materia mancassero. Ma normative contrastanti, legislazioni intricate, la mancata applicazione delle medesime e regolamenti comunali lassisti, han fatto sì che nei coffee shop si continuasse a spacciare per anni in un regime di semi-legalità. Alla faccia della Convenzioni internazionali che spingono nella direzione opposta.
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CHE COS’E’ UN COFFEE SHOP – Come si sarà intuito, al di là del nome, hanno ben poco a che fare con il caffè. I caffè, in Olanda, ci sono eccome. Ma si chiamano Bruin cafè – quelli di origine antica e design d’altri tempi – o White cafè – dalle fattezze moderne. Chi si reca in un Koffeshop, come vengono chiamati in lingua originale, lo fa per acquistare modesti quantitativi di droga: cannabis, diversi tipi di cannabinoidi, dolci e alimenti a base di queste sostanze, (come lo space chocolate o la space cake), marijuana e hascish. Un tempo, ma ora sono illegali, anche i famosi funghetti allucinogeni. Si possono, poi, comprare gadget e oggetti per il consumo di stupefacenti. I coffee shop sono diffusi in tutta l’Olanda, Ad Amsterdam sono concentrati, in particolare, nel quartiere a luci rosse, in Harlemstraat e Utrechstraat. Sono presenti in 105 delle 443 municipalità e ci sono in tutto 702 licenze, numero che da 10 anni è rimasto invariato. Nella capitale ce ne sono 241.
“Sballo”, in ogni caso, ma non troppo. Alcune misure introdotte dai governi succedutisi nel tempo, impongono alcune limitazioni. Gli esercizi non possono farsi alcun tipo di pubblicità, ne vendere sostanze a minorenni o consentire al proprio interno il consumo di droghe pesanti. Non è possibile, inoltre, vendere più di 5 grammi a persona, mentre un cliente non può frequentare, in un giorno, più di 6 coffee shop, per un totale di 30 grammi.