I vescovi tedeschi volevano utilizzare “Fiducia supplicans” per spingersi ancora più avanti e benedire in forma rituale le coppie gay. Fernandez ha detto no

Sono appena rientrata da un viaggio di lavoro nel sud della Germania e domenica ho partecipato a una Messa, in una parrocchia locale. In realtà, non proprio una Messa, ma un Wortgottesdienst, ovvero una liturgia della Parola con Comunione. Niente di strano, in sé, data la mancanza di preti, ma il celebrante era una Pastoralreferentin, una referente pastorale, mentre simili liturgie dovrebbero essere condotte da un diacono (e qui non ne mancano).



Le diocesi tedesche – non tutte, grazie al cielo – sono molto “avanti” e, ormai da tempo, interpretano liberamente le disposizioni di Roma. Il problema, più che la mancanza di preti, sembra essere il fatto che in tanti vogliono fare i preti, senza esserlo, incoraggiati anche dal fatto, incredibile in Italia, che i numerosi referenti pastorali non sono volontari che operano gratuitamente, ma percepiscono cospicui gettoni pastorali (traduco: sono pagati). Il cattolicesimo tedesco rischia di naufragare nella ritualità, ormai estesa a ogni campo e un po’ a tutti, quasi che la celebrazione dei riti sia l’unico modo per essere veri fedeli.



Anche il documento vaticano Fiducia supplicans, promulgato da papa Francesco nel 2023, è stato liberamente interpretato in questo modo: di per sé, esso riguarda sì la possibilità di benedire coppie non sposate, incluse quelle omosessuali, ma ammette solo benedizioni non rituali, proprio per evitare la confusione con la celebrazione liturgica del matrimonio.

La Conferenza episcopale tedesca (DBK), però, malgrado il dissenso di alcuni suoi vescovi, ha tirato dritto, convinta della propria funzione di avanguardia della Chiesa universale, e ha promulgato un documento, di fatto un rituale, diffuso proprio nei giorni in cui si celebrava il lutto per la morte di papa Francesco.



Adesso, da Roma è arrivato quello che all’attuale dirigenza della DBK è sembrato un fulmine a ciel sereno, ma che, invece, era prevedibilissimo.

Il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, il cardinale Víctor Manuel Fernández, ha smentito pubblicamente le dichiarazioni del presidente della DBK, mons. Georg Bätzing, secondo cui il Vaticano avrebbe approvato le linee guida tedesche sulle benedizioni di coppie omosessuali.

Roma. La Basilica di San Pietro (Ansa)

Secondo quanto riportato dal portale statunitense The Pillar, Fernández ha precisato che la Santa Sede non ha mai autorizzato né ufficialmente esaminato il documento intitolato Segen geben – Liebe stärken (“Dare benedizione – rafforzare l’amore”), pubblicato in aprile dalla DBK. Il prefetto ha ricordato che già tempo fa era stata inviata una lettera a Bätzing per ribadire che la dichiarazione vaticana Fiducia supplicans – alla quale il vescovo di Limburg fa spesso riferimento – esclude ogni forma di ritualizzazione delle benedizioni, come indicato anche da papa Francesco.

Interpellata dalla stampa, la DBK ha scelto di non commentare l’intervento del cardinale argentino.

Durante la conferenza stampa che ha aperto l’assemblea plenaria di settembre, mons. Bäbtzing aveva affermato che la guida pastorale era stata redatta “in trasparente collaborazione con il Dicastero per la Dottrina della Fede”. Il testo, aveva aggiunto, rappresenterebbe una “concretizzazione pastorale” di Fiducia supplicans, adattata al contesto tedesco. “Non c’è alcun motivo di ritirarla”, aveva dichiarato.

Fernández, tuttavia, ha chiarito che da Roma non è arrivata alcuna approvazione formale. Bätzing aveva informato il Vaticano del documento, ma dalla Congregazione si era risposto con una serie di osservazioni critiche, che hanno portato a piccole modifiche linguistiche nella versione finale.

Tuttavia, osserva il portale della rivista Communio, i cambiamenti non hanno alterato la sostanza: la guida continua di fatto a proporre una struttura di preghiera e benedizione che appare come un vero e proprio rito, contrariamente a quanto indicato da Roma.

Il portavoce della DBK, Matthias Kopp, ha rifiutato di fornire dettagli sui contatti con il Dicastero, limitandosi a dire che “tutto è già stato chiarito in conferenza stampa”, ma di chiaro, per ora, non c’è proprio niente. Anzi, la disputa ha assunto toni ancora più delicati dopo un’intervista concessa da papa Leone XIV al portale statunitense Crux, in cui il Pontefice ha criticato indirettamente alcune prassi diffuse in Europa settentrionale, si legga Germania, dove sarebbero stati pubblicati rituali per la “benedizione di persone che si amano”. Il Papa ha ricordato che Fiducia supplicans autorizza solo benedizioni spontanee e non liturgiche per persone in “situazioni irregolari”, comprese quelle omosessuali.

L’attrito, a quanto pare, è ormai ai livelli più alti, anche se per ora Roma risponde di fioretto alle sciabolate delle avanguardie germaniche. In fondo, dicono dalle parti del Cammino sinodale, un rito non si dovrebbe negare a nessuno, nemmeno se non te lo chiedono.

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