Chiesa senza pace: In una recente intervista il presidente della DBK, mons. Bätzing, è tornato alla carica dicendo di auspicare il sacerdozio femminile

In Germania capita di sentire un vescovo predicare dall’ambone che una vera riforma nella Chiesa non è possibile, o non è ancora possibile, perché Roma si oppone. Badate bene: non perché qualcosa è giusto o sbagliato, ma perché – per ora – Roma non lo vuole dato che non è ancora pronta. Così, nei Paesi germanofoni, di solito, quando si parla di “riforma”, si intende un coacervo di innovazioni che vanno dal sacerdozio femminile all’abolizione del celibato, passando per la “revisione” della dottrina sessuale della Chiesa.



L’ultima uscita in questo senso è recente ed è avvenuta su una rivista a larga diffusione come Stern, laica e solitamente piuttosto ostile alle chiese, inclusa quella evangelica. A muoversi non è un teologo qualsiasi, ma niente meno che il presidente della Conferenza episcopale tedesca.

Nella sua intervista, mons. Georg Bätzing è tornato a evocare la possibilità di un sacerdozio femminile, pur ammettendo che questo passo difficilmente si realizzerà nell’arco della sua vita. “Una donna come sacerdote, se lo vedrò ancora? Sarà difficile”, ha dichiarato il 64enne vescovo di Limburg, aggiungendo tuttavia: “Io lo desidero”.



Più concreta, a suo avviso, sarebbe la prospettiva di introdurre il diaconato femminile. Le diaconesse, secondo il progetto sostenuto dagli ambienti del progressismo cattolico tedesco, potrebbero svolgere compiti come battesimi o matrimoni, ma resterebbero per ora escluse dal celebrare l’Eucaristia.

Non si tratta di posizioni isolate, e non solo per il ruolo istituzionale di Bätzing: esse sono infatti parte integrante del programma del “Cammino sinodale” tedesco. Che poi al resto della Chiesa universale, con poche eccezioni, tutto ciò interessi poco, ai “sinodali” non dice nulla: da bravi tedeschi, si sentono sempre un gradino sopra o un passo più avanti.



Roma. La Basilica di San Pietro (Ansa)

Eppure già papa Francesco aveva ammonito con chiarezza: “In Germania c’è già una buona Chiesa evangelica, non abbiamo bisogno di una seconda”. Parole che riflettevano la preoccupazione di molti fedeli di fronte a spinte che rischiano di scivolare nell’adattamento allo spirito del tempo, piuttosto che nella fedeltà alla Tradizione cattolica.

Con il nuovo Pontefice, Leone XIV, Bätzing ha affermato di aver avuto incontri cordiali, sottolineando di essersi sentito accolto con fiducia. Bätzing è un teologo raffinato, ma sembra sfuggirgli che il sacerdozio ministeriale maschile è dottrina definita, ribadita da ultimo con la Ordinatio Sacerdotalis di san Giovanni Paolo II.

Per chi vive la Chiesa tedesca dall’interno, con le sue pesanti fratture, ci sono almeno due ulteriori considerazioni.

Anzitutto, l’idea, piena di supponenza teutonica, che la riforma della Chiesa coincida con l’allargamento delle funzioni clericali a un certo numero di laici, invece che con la rivitalizzazione di una presenza sociale, culturale e solidale dei cattolici.

In secondo luogo, il misconoscimento della necessità – sì – di dare il giusto valore al ruolo e alla presenza femminile nella Chiesa, ma cogliendone la specifica diversità.

Se si vuole davvero rincorrere la cultura contemporanea, sarebbe bene tenere conto che esiste anche un femminismo della differenza sessuale che ci ricorda come la piena dignità della donna non consista nel farne una copia dell’uomo, ma nel riconoscerne la specificità creaturale. Men che meno esiste una sorta di “soggetto umano” neutro, in cui il maschile e il femminile sono accidenti transitori, per cui tutti possono fare tutto. Il corpo sessuato non è solo una dato biologico, ma un principio che trae origine nel piano divino.

La polarità maschile-femminile non può essere risolta nell’annullamento delle reciproche e complementari differenze, che hanno la loro origine nel piano della Salvezza. Anche qui, tornare a leggere la Mulieris dignitatem di Giovanni Paolo II potrebbe essere molto utile, da queste parti, ai “riformisti” tedeschi (e ai loro seguaci in Italia).

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