Scoperto donatore di sperma con rara mutazione genetica che aumenta il rischio di cancro del 90%, sindrome ereditata da quasi 200 bambini
Una ricerca medica effettuata all’interno di alcune cliniche per la fertilità ha scoperto l’esistenza di un donatore di sperma con una mutazione genetica congenita che aumenta del 90% il rischio di cancro. Dalle informazioni esaminate, l’uomo avrebbe già aiutato a concepire circa 200 bambini a partire dal 2005, quasi tutti potrebbero presentare la stessa variazione che provoca la comparsa di tumore precoce e può portare alla morte. Secondo quanto rivelato dalla banca danese dello sperma, che ha condotto l’analisi, alcuni di questi risulterebbero infatti già deceduti.
L’indagine era partita proprio dalla segnalazione di un aumento di casi di cancro infantile, tutti comparsi in soggetti nati grazie alle tecniche di fecondazione assistita, avvenute con lo stesso seme.
Le famiglie coinvolte sono già state allertate e hanno ricevuto una comunicazione scritta da parte dell’istituto che ha espresso la propria solidarietà, annunciando anche una inchiesta che dovrà spiegare l’irregolarità rilevata, non tanto per lo screening genetico, che non fa parte degli accertamenti per diventare donatori, ma soprattutto perchè per legge non dovrebbe essere previsto l’uso dello stesso seme in più di 50 trattamenti.

Mutazione genetica in donatore di sperma, scoperti già 23 bambini su 67 con diagnosi di cancro infantile
Scoperta rara mutazione genetica in un donatore di sperma danese che ha contribuito alla nascita di quasi 200 bambini. Dagli accertamenti clinici è emerso che si tratta della variazione del gene TP53, trasmessa per oltre il 20% dei casi proprio dal padre durante il concepimento, che porta allo sviluppo di una rara sindrome chiamata Li-Fraumeni.
Una patologia congenita che causa la comparsa di tumori durante l’infanzia. I casi già accertati in seguito alla segnalazione sarebbero già 23 su 67, tra questi, come hanno dichiarato i medici, solo una piccola percentuale si stima che possa sopravvivere ad una diagnosi di cancro precoce.
Altri bambini che erano stati concepiti in passato, visto che l’uomo era attivo dal 2005, sono infatti già morti proprio per le stesse cause. La notizia ha riacceso il dibattito sui test che i candidati devono superare per diventare donatori, molto rigidi dal punto di vista sanitario, ma che non prevedono l’uso di screening genetico.
Oltre a questo, c’è anche la mancanza di una normativa unica europea sul numero di trattamenti massimi che possono essere fatti con lo stesso seme, che cambiano da paese a paese, troppo spesso con limiti che non vengono rispettati.
