Meloni tentata di seguire la linea della Lega sui dazi: trattare con Trump, troppi limiti in UE. FI frena ma gli scenari proseguono: cosa può succedere

MELONI “TENTATA” DI SEGUIRE LA LEGA SULLA RISPOSTA AI DAZI DI TRUMP: FORZA ITALIA PERÒ FRENA (ANCORA)

Se fino a ieri la posizione della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni era quella di rimanere ancorata ad una strategia europea per la risposta adeguata ai dazi annunciati da tempo (ma ufficializzati la sera del 2 aprile 2025), pur non perdendo l’alleanza con gli Stati Uniti, nelle ultime ore starebbe avanzando la convinzione che la linea della Lega sul trattare direttamente con Trump non sia affatto un’idea malvagia.



Il vertice d’urgenza convocato ieri mattina a Palazzo Chigi – con Salvini e Tajani in video collegamento, e coi Ministri responsabili delle aree più interessate ai dazi americani – ha fatto capire che occorre sicuramente impostare una strategia di fondo con Bruxelles, ma che questa non può bastare visti i tanti limiti che l’UE fino ad oggi ha sempre mostrato.



È di fatto la linea avanzata ieri in una nota dalla Lega di Salvini, che davanti alla politica economica di Trump – comunque considerata “dannosa” per i nostri interessi economici e commerciali – sottolinea come occorra negoziare con la Casa Bianca e non con l’Europa unita, visti i danni provocati nel recente passato.

Se gli USA hanno deciso di tutelare le loro imprese americane, occorre che l’Italia possa fare lo stesso, dato che «ancora ci sono troppi limiti dell’Europa». Si arriva così nella serata di ieri dove l’intervista al Tg1 della Premier Meloni ha di fatto aperto alla possibilità di una trattativa diretta con l’alleato americano, sfruttando già da subito la visita ufficiale che il vicepresidente Vance farà appena prima di Pasqua a Roma.



In mattinata da Forza Italia arriva però la frenata, con il vicepremier Tajani – membro del PPE, stesso partito della Presidente Von der Leyen – che sottolinea come sui dazi i singoli Stati «non possono negoziare con gli Usa», preferendo così una risposta comunitaria unita davanti alle problematiche emerse con gli annunci di Donald Trump. Resta dunque la distanza che si è già palesata più volte in questo inizio 2025, sia sul tema riarmo che ora sul fronte dazi: la Lega spinge il Governo per smarcarsi, ove possibile, dalle politiche UE, sfruttando il buon rapporto con l’amministrazione Trump. Di contro, FI è legata a doppio filo a Bruxelles e punta a mantenere nettamente europeista l’impianto e l’agire di Palazzo Chigi.

L’INTERVISTA DELLA PREMIER MELONI, L’APERTURA A TRUMP E L’EQUIDISTANZA CON BRUXELLES: ECCO COSA PUÒ SUCCEDERE

In mezzo a tutto questo resta la Presidente Meloni che ovviamente deve poi tirare le fila e procedere nelle difficoltà degli scenari internazionali senza strappare la propria maggioranza interna: se però sul Riarmo, pur con molte perplessità evidenziate anche all’ultimo Consiglio Europeo, la Premier punta ad un atteggiamento conservativo nei confronti dell’UE, sui dazi si starebbe più smarcando comprendendo la portata enorme della situazione e puntando ad eliminare i dazi, invece che aumentarli con una inutile guerra commerciale.

Dopo che ieri il vicesegretario della Lega Andrea Crippa ragionava sulla necessità di trattare con Trump senza aspettare la mossa dell’Europa («che peraltro ha sempre sbagliato negli ultimi anni»), le parole della leader FdI al Tg1 hanno un significato ancora più importante: Meloni definisce profondamente sbagliata la mossa americana sui dazi all’Europa, ma di contro sottolinea come non occorra alcun allarmismo. I prossimi step prevedono la condivisione delle proposte italiane con i partner europei, ma giudica come «sbagliate» le risposte e i controdazi che la Commissione UE potrebbe mettere presto in atto dal 15 aprile.

Dopo le discussioni previste la prossima settimana con le categorie produttive per capire come meglio agire sul fronte italiano, Meloni spiega ancora al Tg1 che occorre una massima attenzione all’economia nostrana con l’obiettivo di «rimuovere i dazi, non di moltiplicarli». Per il Governo italiano, il mercato USA «è importante per le nostre esportazioni, vale fino al 10% complessivo» e dopo l’annuncio dei dazi non ci sarà alcuna interruzione o ritorsione, «non smetteremo di esportare negli Stati Uniti». Il messaggio è rivolto a Donald Trump ma anche a quelle parti nella maggioranza di Governo non così convinte di voler negoziare direttamente con gli USA:

Facendo capire ancora meglio la sua posizione, pur comunque ancora “prudente” ed equidistante tra USA e UE, Meloni nell’intervista al Tg1 segue quanto sottolineato in questi mesi dalla Lega in critica forte alla Commissione Von der Leyen: se infatti la leader FdI è convinta che serva comunque discutere con gli altri Stati UE, occorre anche rendersi conto come molte delle barriere interne create dall’Europa hanno messo sempre più in difficoltà la nostra autonomia.

La Presidente del Consiglio cita le «folli leggi green sull’automotive», l’energia che è fattore di competitività, la semplificazione e la revisione del Patto di Stabilità: queste le proposte italiane che verranno portate a Bruxelles, dove però «è possibile che non siano perfettamente sovrapponibili con i partner. Ma abbiamo il dovere di farlo».