Risposta UE ai dazi USA: tariffe al 25%, stralciati però prodotti come whiskey e latticini. Cosa può succedere: Von der Leyen divide: la linea dell'Italia
LA RISPOSTA EUROPEA DAL 15 APRILE CONTRO TRUMP (FORSE): TUTTO SULLE ULTIME TRATTATIVE
Con il voto previsto nella giornata di domani al Parlamento Europeo, l’UE si prepara ai contro dazi contro gli Usa in risposta alla “guerra commerciale” inaugurata lo scorso 2 aprile dall’annuncio del Presidente Donald Trump: la data fissata da Bruxelles è il 15 aprile 2025, con una prima tranche di misure contro prodotti americani, cui seguirà una seconda parte attorno al 15 maggio prossimo, sempre che non vi saranno novità positive dalle trattative auspicate dalla Presidente Ursula Von der Leyen.
Mentre le Borse provano a ritirarsi su dopo la terribile giornata di lunedì, e dopo che la stessa leader UE ha sentito stamane al telefono il Premier cinese Li Qiang sul tema dei dazi globali (per allargare e diversificare gli export? Per costituire un argine Ue-Cina alle mosse americane?, ndr) il fronte interno che preferisce una linea di negoziazione con Washington non sembra per ora trovare piena convinzione nei vertice europeo.
O meglio, il Consiglio ministeriale degli Esteri ieri a Bruxelles ha ottenuto quantomeno di impostare una trattativa, lanciando una proposta – azzerare i dazi sull’industria su entrambi i fronti USA e UE – e stralciando alcuni prodotti dalla contro-lista iniziale: resta però la contro minaccia lanciata dall’Europa in merito ad una trattativa con l’alleato americano senza però «attendere all’infinito», come spiegano del fonti della Commissione Europea.
I primi contro-dazi che scatteranno dal 15 aprile sono in realtà una risposta ai precedenti dazi americani su acciaio e alluminio annunciati lo scorso marzo dalla Casa Bianca: rinviare e posticipare tali mosse, come chiedeva alcuni Paesi europei con l’Italia in primissima fila, per Bruxelles è considerato «impossibile» in quanto l’iter legale «è già stato avviato».
LA CONTRO-LISTA DEI DAZI UE CONTRO GLI STATI UNITI: GLI ULTIMI STRALCI
Manca ancora una settimana però al 15 aprile e molto a livello politico potrebbe succedere, specie se Von der Leyen e Trump – o i rispettivi rappresentanti esteri, segnatamente Kallas e Rubio – torneranno a parlarsi nei prossimi giorni: la lista dei dazi Ue contro gli Stati Uniti al momento prevede un 25% sui alcuni prodotti, abbassandolo al 10% per altre categorie “salvate” dagli interessi reciproci.
Secondo il documento della Commissione Europea visionato ancora dall’ANSA, alcuni prodotti inizialmente presenti nella lista dei contro-dazi UE, sarebbero stati appunti stralciati per permettere un maggior margine di negoziazione: si parla ad esempio del whiskey, del bourbon, così come di vino e latticini, tutti rimossi dall’elenco di contromisure messe in campo da Bruxelles. In un elenco lungo addirittura 66 pagine, la Commissione UE non inserisce ei codici doganali dei prodotti sopracitati, facendo intendere come questi tipi di prodotti non saranno tassati al 25% come invece prevede la lista in risposta ai dazi al 20% sollevati da Trump lo scorso 2 aprile.
IL “BAZOOKA” CONTRO I DAZI USA: ECCO COSA PUÒ COMPORTARE E PERCHÈ L’EUROPA È DIVISA. LA POSIZIONE DEL GOVERNO MELONI
Al di là della proposta iniziale per negoziare, ovvero una tariffa “zero per zero” su tutti i beni industriali americani ed europei, la Commissione guidata da Von der Leyen punta ad una “vendetta” solo sospesa in attesa di capire cosa potrebbe fare la Casa Bianca davanti alla “minaccia” dei dazi al 25%. Se l’offerta dei dazi a zero su settori strategici potrebbe davvero rivoluzionare il mercato UE-USA, alcuni Paesi dell’Unione puntano ad allargare l’ipotesi di zero dazi su diversi altri settori, invitando al pieno negoziato con gli Stati Uniti.
È l’Italia, assieme a Romania, Polonia, Ungheria e Croazia a spingere per una soluzione del genere, cercando di convincere altri Stati al momento indecisi sulla direzione da prendere: di contro, Germania, Francia e Spagna punterebbero ad una reazione dura contro Washington convinti di poter vincere il braccio di ferro con Trump. Decisiva in tal senso è la “minaccia” di mettere in campo il ‘bazooka’ europeo, ovvero lo strumento anti-coercizione creato nel dicembre 2023 come deterrenza contro qualsiasi minaccia commerciale ed economica contro l’Unione.
Si tratta del cosiddetto “Anti-Coercion Instrument” e prevede una serie di norme e regole da porre in campo contro eventuali dazi e attacchi al mercato europeo: le azioni in risposta si avvicinano alla lista di contro-dazi preparata in questi giorni contro gli Stati Uniti, ma potrebbe ulteriormente allargare la guerra economica contro “nemici esterni” arrivando ad un grado di tensione commerciale mai raggiunto prima. La messa in campo, potenziale, del “bazooka”, spaventa e divide la stessa Europa che non è del tutto convinta ad utilizzare ino strumento del genere (che si attiverebbe su proposta della Commissione e con decisione finale del Consiglio Europeo).
Se Italia e Francia hanno ottenuto di stralciare il bourbon e whiskey dai dazi – per evitare ulteriori contro dazi sui vini italiani e francesi – il rischio di alimentare uno scontro totale con l’America sta alla base della linea portata avanti dal Governo Meloni: «serve rispondere ma negoziando», evitando la guerra commerciale e puntando ad eventuali trattative in “solitaria” come ipotizza Palazzo Chigi su forte spinta della Lega.
Il commissario al Commercio UE Sefcovic è più scettico e fissa i prossimi giorni come decisivi per decidere se utilizzare o meno il “bazooka” contro gli USA: gli scherpa sono al lavoro e non è da escludersi una missione della Premier Meloni negli States proprio a ridosso della scadenza dei primi contro-dazi europei (attorno al 16 aprile).
