I dazi USA potrebbe ridurre la propensione alla crescita e la stabilità finanziaria del Regno Unito: l'allarme della Banca d'Inghilterra
Nella tanto temuta giornata dell’entrata in vigore effettiva dei dazi USA, la Banca d’Inghilterra ha pubblicato un report con le considerazione fatte dal Comitato di politica finanziaria durante due differenti riunioni che si sono tenute nel corso della scorsa settimana – ovvero dopo l’annuncio delle nuove tariffe definite da Trump “reciproche” -, analizzando i potenziali effetti di quella che sembrava essere una concreta guerra tariffaria che avrebbe coinvolto progressivamente tutti i paesi mondiali: effetti – quelli dei dazi USA – che secondo la Banca centrale britannica sarebbero stati potenzialmente drammatici, in grado di compromettere la già precaria stabilità economica del Regno Unito e di ridurne le prospettive di crescita.
Prima di arrivare alle considerazioni della Banca d’Inghilterra, è bene partire da due necessarie considerazioni: la prima è relativa alla tariffa che per il presidente statunitense Donald Trump sarebbe stata fissata al 10% unitamente a quell’ulteriore 10% che fin da subito è stato imposto indistintamente a tutte le importazioni; mentre la seconda è freschissima ed è legata all’annuncio di qualche ore fa da parte dello stesso Trump della revoca con effetto immediato dei dazi USA per almeno 90 giorni per permettere ai paesi di aprire delle trattative con gli Stati Uniti.
L’avviso della Banca d’Inghilterra: “I dazi USA e la guerra commerciale comprimerebbero la nostra crescita e la stabilità finanziaria”
Al di là dell’attualità – e di quello che effettivamente capiterà tra tre mesi, tra la possibilità di veder riproposte le tasse o di vederle integralmente revocate -, l’avviso da parte della Banca d’Inghilterra resta e verte (appunto) attorno all’effetto dei dazi USA sull’economia britannica: secondo il Comitato, a fronte di un’effettiva e diffusa guerra commerciale la stabilità finanziaria e la propensione alla crescita del Regno Unito ne uscirebbero ampiamente compromesse.
Il problema – rilevano i banchieri – è legato al fatto che l’economia britannica è aperta ed ampiamente dipendente da importazioni ed esportazioni, con le fluttuazioni nel mercato mondiale in grado di causare “impatti particolarmente rilevanti” che si accentuano ulteriormente nel caso in cui muti la “prevedibilità degli accordi commerciali”; mentre in ogni caso – secondo la Banca d’Inghilterra – anche a fronte di effetti dei dazi USA “sostanzialmente peggiori del previsto” il sistema bancario inglese ben capitalizzato potrebbe continuare a fornire sostegno alle famiglie e alle imprese, riducendo i rischi.