A Quarto Grado si discute della sit della mamma di Andrea Sempio e del famoso “nuovo uomo” emerso: ecco che cosa è emerso
Si discute del caso di Garlasco negli studi di Quarto Grado e il focus è sulla sit della mamma di Andrea Sempio, la signora Daniela Ferrari. Negli scorsi giorni la donna è stata sentita dagli inquirenti, in sommarie informazioni testimoniali, un incontro della durata totale di 43 minuti, durante la quale la mamma di Andrea Sempio ha parlato solo per otto minuti. Chi indaga aveva predisposto dieci domande ma la signora si avvalsa dalla facoltà di non rispondere, come nei suoi diritti. “Si è avvalsa della facoltà di non rispondere per il clima che si è creato, la verità è una sola, bisogna essere cauti e visto che il codice prevede questo diritto si è avvalsa”, racconta l’avvocato Angela Taccia.
Ma i carabinieri sono riusciti a comunque a farle una domanda, quella famosa su Antonio, l’ex vigile del fuoco conoscente da una vita della donna, che l’avrebbe fatta stare male. Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio presente in studio, ha commentato in maniera molto dura quanto accaduto: “Si parla di concorso in omicidio di Andrea Sempio con altri, quindi qualsiasi domanda avrebbe comportato l’astensione della mamma. Se la madre e il vigile si sono incontrati il racconto della madre non sta più in piedi? Se la signora si è avvalsa della facoltà di non rispondere, o meglio si è astenuta essendo una stretta congiunta, il verbale doveva essere chiuso”.
GARLASCO, AVVOCATO ANDREA SEMPIO: “LA SIT DELLA MAMMA ANDAVA CHIUSA”
Quindi ha proseguito: “La questione del pompiere è figlia di un abuso di una domanda che non è più una richiesta di sommaria informazione testimoniale ma è una confidenza e queste vanno chieste ai loro confidenti e non alle persone per bene. A noi non interessa niente di questa storia, è tutta viziata, non serve a niente e a nessuno”.
“Se un domani si dimostrasse che la mamma di Sempio ha visto la mattina dell’omicidio a Vigevano il pompiere andrebbe a far cadere l’alibi di Andrea figlio o no? Quella questione dello scontrino non è un alibi dal momento in cui non ci sono indizi a carico di Andrea Sempio, se non c’è un indizio non c’è alibi. Chi ha detto che c’è la compatibilità del dna di Sempio sul corpo di Chiara Poggi?”.
E ancora: “Il tampone è stato eseguito il 16 marzo del 2025, tutte le consulenze tecniche della difesa Stasi e la consulenza tecnica della procura di Pavia son tutte prima di questa data, quindi di cosa stiamo parlando? Tutto ciò che è stato fatto prima non vale niente”. Massimo Lovati ha continuato: “Siamo molto arrabbiati nei confronti dell’arma dei carabinieri di Milano perchè, lo ripeto e lo ribadisco, quel che è successo è un abuso, un tentativo di apprendere una confidenza che non sta né in cielo né in terra, il verbale doveva essere chiuso, quando la signora si astiene, basta”.
GARLASCO, AVVOCATO ANDREA SEMPIO: “LA STORIA DELLE IMPRONTE DI ANDREA…”
L’avvocato ne ha anche per il fatto che sono state prese due volte le impronte digitali ad Andrea Sempio: “Quello è un altro problema, molto grave. Puntualizzo che le impronte di Sempio sono state apprese il 3 di marzo, il nostro codice dà una possibilità agli agenti di polizia giudiziaria di apprendere le impronte dell’indagato”.
“Poi siamo arrivati al 9 aprile, data prima udienza probatorio, quando è stato ricusato il professor Giardina, poi il 14 aprile la dottoressa Garlaschelli, il Gip, ha sciolto la riserva nominando in più un altro perito dattiloscopico e guarda casa dopo due giorni, il 16 aprile ,i carabinieri telefonano ad Andrea Sempio, scavalcando qualsiasi cosa, e lo fanno andare per le impronte, questo significa che per me le impronte sono inutilizzabili”.
Carmelo Abbate, ospite fisso di Quarto Grado, ha provato a ricostruire l’accaduto, spiegando: “Cerchiamo di andare alla sostanza di questo incontro fra la signora e i carabinieri. I carabinieri hanno sentito prima il pompiere ed evidentemente ha detto qualcosa. Il suo nome era negli atti dell’indagine, non si stanno inventando nulla”.
“Dopo di che sentono la signora ed evidentemente hanno motivo di chiedere degli spostamenti della signora di quella mattina. Nessun inquirente, soprattutto questi che sono super, fa mai domande al buio ma fa solo domande di cui conosce le risposte, evidentemente questo pompiere ha prospettato spostamenti della signora diversi da quelli raccontati”.
GARLASCO, CARMELO ABBATE: “CREDO CHE GLI INQUIRENTI SAPPIANO QUALCOSA…”
Per Carmelo Abbate “L’effetto su Sempio sarebbe devastante e definitivo. Ipotizziamo che sia stata la mamma ad andare a Vigevano quella mattina e non Andrea, significherebbe che Andrea avrebbe dato un alibi falso che è un indizio di colpevolezza definitivo”.
In studio c’è anche Paolo Reale, ingegnere e consulente della famiglia di Chiara Poggi, è il cugino della vittima, che sottolinea quanto a suo modo di vedere le indagini stiano svolgendosi in maniera un po’ particolare, visto che si stanno analizzando dei reperti appartenenti anche alla stessa famiglia: “Noi sappiamo che la famiglia era in montagna in quei giorni e questa indagine non ha nulla a che fare con loro, ma questa indagine è posta come se ci fosse qualcosa che deve essere rivelata”.
“I Poggi hanno sempre messo a disposizione la casa e adesso stiamo aspettando i nuovi elementi su cui stanno facendo le rivelazioni, se vogliono le impronte basta chiederle, sono già state prese tra l’altro”.
Chiusura di Massimo Picozzi, che sulla convocazione in sit della mamma di Andrea Sempio sembrerebbe dare ragione a Carmelo Abbate: “Questa fase di sit si chiama intervista investigativa. Di solito si comincia con ricordi allargati prima di centrare l’obiettivo, ma in questo caso è difficile non pensare che gli inquirenti sapessero già qualcosa, sono andati a colpo sicuro e hanno cercato un’emozione, ma cosa c’è dietro? Magari c’è qualcosa che la mamma non vuole venga divulgato ma che nulla ha a che fare con la Chiara Poggi”.
