Il giallo di Garlasco in quel di Storie Italiane con le parole dell'avvocato Antonio De Rensis sulle nuove foto di Sempio e su Mario Venditti

L’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, è stato ospite stamane di Storie Italiane per parlare del caso di Garlasco. Il penalista si è soffermato sulle foto di Andrea Sempio riguardanti il 13 agosto del 2007, circolanti nelle ultime ore, spiegando: “Mi ha colpito il particolare dei guanti di Cassese, però di quelle foto mi hanno colpito altri particolari che non contano nulla per il processo. Per come ci è stato descritto in questi anni io mi aspettavo di vedere tanta gente, in realtà vedo i famigliari, come è normale che sia, tante forze dell’ordine ma tanti estranei non li ho visti, non ho visto 40 o 50 cittadini di Garlasco, ho visto i famigliari, forze dell’ordine, addirittura non c’è più neanche l’ambulanza ma non ho visto tanti cittadini di Garlasco”, riferendosi al fatto che la scena del crimine è stata spesso e volentieri descritta come affollata.



Su Andrea Sempio De Rensis precisa: “Queste sono valutazioni che lascio a chi indaga però mi aspettavo di vedere tanti più cittadini di Garlasco, invece in realtà, tranne i famigliari che ci mancherebbe, io non li vedo. Per fortuna che oggi la sentono la fotografa (riferendosi al fatto che sarà sentita dai carabinieri di via Moscova a Milano e dalla procura di Pavia, ndr), ma è nel 2007 che dovevano farlo: abbiamo passato 15 anni ad ascoltare una telefonata e a esaminare gli occhi di Alberto, vi rendete conto?”.



Quindi ha ribadito di nuovo sulle foto: “Specificando bene a chiare lettere sappiamo che i famigliari erano legittimamente lì, io penso che Garlasco, che è un paese microscopico, una famiglia così importante è conosciuta, se tu vedi le cugine di Chiara Poggi e vedi la povera zia capisci che è successo qualcosa alla povera Chiara; se vedi quelle persone non è che puoi pensare che sia morto uno sconosciuto, fai un collegamento chiaro, è una semplice deduzione: in quella via c’era la zia e c’erano le cugine, non penso che si possa pensare sia morto un estraneo”.

DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS REPLICA A VENDITTI

Antonio De Rensis ha quindi voluto rispondere all’ex procuratore aggiunto, Mario Venditti, che venerdì sera a Quarto Grado ha mostrato il documento attraverso cui autorizzava le copie delle famose intercettazioni durante l’indagine di Sempio del 2017: “Non entro nel merito dell’indagine di Brescia perché non sono affari miei al momento, mi occupo di Garlasco: spiego brevemente con un po’ di imbarazzo”.



Quindi ha ripercorso l’intera vicenda: “Il 4 aprile 2017 l’avvocato Giarda fa una perfetta istanza per persona interessata e chiede la possibilità di avere le copie di tutto il fascicolo, l’autorizzazione viene data dalla dottoressa Pezzino e dal procuratore Venditti il 5 aprile, ma si riservano le copie dei CD; poi a novembre fanno le copie CD ma quest’autorizzazione viene negata. L’autorizzazione del 5 aprile 2017 – prosegue – non ha una scadenza temporale, vale da lì in avanti; poi vengono reiterate le richieste, l’ultima del 2018 dal professor Angelo Giarda e da Giada Bocellari, e in quella sede viene annullato ogni provvedimento precedente”.

Garlasco, Venditti (Foto: Quarto Grado)

DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS: “QUANDO HO PRESENTATO LA MIA ISTANZA…”

E ancora: “Quando presento la mia istanza nel luglio 2022, parlo col procuratore Napoleone, la deposito nella segreteria di Napoleone, vado a ritirarla nella sua segreteria, pago 350 euro per i diritti CD, e il procuratore Napoleone, come fanno i galantuomini, manda per delega al procuratore Venditti per l’autorizzazione, ma è chiaro che io, avendo già esposto il tutto a Napoleone, se lui non fosse stato d’accordo mi avrebbe detto: torni a Bologna; quindi formalmente mi ha autorizzato Venditti ma Napoleone era d’accordo. Nella mia istanza io ho fatto riferimento all’istanza dell’avvocato Enrico Giarda del 4 aprile e all’autorizzazione del 5 aprile 2017, perché per me quell’autorizzazione vale senza alcun limite. Il 13 luglio 2022 esco dal palazzo di giustizia all’una e mezzo, in quel momento in Italia chi sa che io sono il procuratore di Stasi sono il mio studio, Giada Bocellari, Stasi e i due procuratori: non lo sa praticamente nessuno. In quel momento la mia attività era molto circoscritta ed ho fatto riferimento all’istanza del 2017”.

Un racconto quindi che sembra differente rispetto a quello di Venditti, che venerdì scorso su Quarto Grado ha mostrato chiaramente i documenti sottoscritti dallo stesso, con la doppia firma anche di Napoleone. Entrambe le versioni sono comunque veritiere, di conseguenza tutti e due hanno detto la verità, ma raccontata probabilmente in maniera diversa dai due interlocutori. Ricordiamo che le trascrizioni a cui si fa riferimento sono quelle delle intercettazioni di Sempio durante l’indagine del 2017.