A Storie Italiane vi era stamane in studio Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi: scopriamo cos'ha detto in diretta tv sul caso di Garlasco
Si torna a parlare del caso di Garlasco stamane negli studi di Storie Italiane e ospite vi era l’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi. In studio passa l’intervista dell’ex capitano dei carabinieri Gennaro Cassese, che indagò all’epoca dell’omicidio di Chiara Poggi, e De Rensis ha commentato: “Ogni volta che parla Cassese è musica per le mie orecchie, purtroppo non parla mai on me, ho circa 50 o 60 domande da rivolgergli, sono proprio per lui per come hanno lavorato”. Quindi obietta alle parole dello stesso Cassese: “L’indagine è stata stasicentrica, i carabinieri hanno inavvertitamente cancellato l’alibi, poi ritrovato miracolosamente dal giudice Vitelli, quindi è certo che non c’erano altri elementi per lui”.
E ancora: “Andrea Sempio era con Marco prima della partenza ed è difficile pensare che non abbiano parlato della vacanza in montagna visto che sarebbero dovuti andare in Toscana al ritorno dal Trentino. I carabinieri di Moscova – ha continuato – hanno dimostrato che nei 7 mesi precedenti Sempio non ha mai sbagliato una volta a chiamare Marco”, riferendosi alle famose tre telefonate “sospette” di Sempio alla villetta di Garlasco.
GARLASCO, DE RENSIS E IL FAMOSO VERBALE DI SEMPIO
De Rensis ha poi ricordato il famoso verbale durante la sit: “Poi c’è un altro particolare: se Sempio non è oggetto di attenzione perchè l’hanno mandano a casa a prendere lo scontrino? Se io indago e non mi interessa… tra l’altro ricordo che anche quel verbale è uno degli orrori di questa vicenda, la sit di ottobre 2008. Sempio viene mandato via a verbale finito, lo richiamano al telefono, lo sentono di nuovo, salta fuori la faccenda dello scontrino, lo rimandano a casa a prendere lo scontrino. Non risulta alcuna interruzione, il verbale è unitario, un giudice che legge quel verbale pensa che si sia svolto in maniera continua e il soggetto sentito non può fornire dichiarazioni avendo contatti con altri soggetti, in quel caso il padre che ha detto che ‘mio figlio era in casa con me’ quindi quelle sit sono l’ennesimo orrore giudiziario, ma sono contento che il capitano Cassese abbia detto che il primo responsabile della cancellazione dell’alibi sia Stasi e ha detto che non hanno fatto errori, io spero che continui su questa strada”.
Sulla nuova indagine di Garlasco ha aggiunto: “Vorrei ricordare che questi non sono elementi di interesse della difesa ma di 4 pubblici ministeri più un aggiunto, la procura della repubblica sta compiendo una propria indagine, noi siamo parte interessata e osservatori esterni, l’ultima volta che ho visto il procuratore è stato ad aprile, queste cose su Sempio interessano la procura, non l’avvocato Bocellari e il sottoscritto, mi fido molto anche di Previderè”, il genetista per cui il dna sotto le unghie di Chiara Poggi potrebbe appartenere ad Andrea Sempio.

GARLASCO, DE RENSIS LE BOZZOLE E I SUICIDI SOSPETTI
De Rensis ha parlato dei suicidi sospetti di Garlasco e dintorno negli anni dell’omicidio di Chiara Poggi. “10 suicidi sospetti… a me ha sempre colpito il suicidio del signor Ferri che viveva per accudire la moglie che aveva problematiche fisiche: un cadavere con la gola e le vene tagliate, senza l’arma, in un affranto di un metro, forse io vivo in un’altra galassia rispetto a chi faceva l’indagine, ma non mi fa pensare ad un suicidio se trovo un anziano così… dove è finito sto coltello? Ci sono poi altre persone come la triste morte di quel medico molto giovane”.
Sul possibile collegamento col santuario delle Bozzole: “I suicidi sono davvero tanti, sono collegati al caso di Chiara e al santuario? Sarei stupido a dirlo ma certo è che in quel santuario si sono verificate cose che mi hanno turbato, le intercettazioni fra il sacerdote e il romeno sono cose abominevoli ma lui ha detto che non è vero niente, per fortuna i sacerdoti che conosco io queste cose non le hanno neanche pensate, poi questo non vuol dire che c’entri con l’omicidio di Chiara però noi siamo interessati”.
