Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi, intervistato da Filorosso su Rai Tre per parlare del delitto di Garlasco: cos'ha detto
Ampio approfondimento sul delitto di Garlasco ieri sera a Filorosso e in studio vi era l’avvocato Antonio De Rensis, uno dei due legali di Alberto Stasi. Nel corso della chiacchierata con la conduttrice, Manuela Moreno, il difensore dell’assassino di Chiara Poggi si è decisamente aperto, svelando un fatto mai raccontato prima: “Perchè questo caso è così mediatico? I cittadini hanno capito che può capitare ad ognuno di noi. Per me le cose non sono bianco o nere ma giuste sbagliate”, e quindi racconta, in maniera inedita e per certi versi a sorpresa: “Chi mi ha fatto da padre, il 17 gennaio del 1995, è morto per salvare la vita ad un bambino che stava morendo in sala operatoria, ha pensato prima al bimbo che a se stesso, è morto a 62 anni, quindi per stupirmi moralmente deve fare qualcosa di eccezionale”.
“Ecco perchè – ha proseguito – è un dovere di tutti noi far capire ai cittadini che la giustizia esiste ancora, che anche chi ha giudicato prima va rispettato così come dobbiamo rispettare chi indaga adesso, ma il silenzio non sempre produce cose positive, io dico che dove c’è luce è meglio rispetto a dove c’è buio”. Quindi ha rivolto il suo pensiero alla collega Giada Bocellari, storico avvocato di Alberto Stasi: “Vorrei ribadire la mia stima nei confronti della mia collega Giada Bocellari e se posso aiutarla nel toglierle il peso di una vicenda così faticosa ne sono orgoglioso”. A Filorosso passano le parole rilasciate da Mattia Capra, amico di Andrea Sempio, ad Ore 14, e a riguardo De Rensis spiega: “Mattia Capra dice che stanno facendo ciò che andava fatto 18 anni fa, e lo dice lui che è stato perquisito”.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS SUL TELEFONO DI CHIARA POGGI E I VESTITI NEL CANALE
Sulla macchia di sangue trovata nell’alloggiamento del telefono della cornetta nella casa di Chiara Poggi a Garlasco, l’avvocato precisa: “Ho avuto tutto il giorno questo telefono fra le mani, uguale e identico, non ci passa il sangue, si sarebbe frastagliato ma c’è anche uno scalino dove alloggia la cornetta, è matematicamente impossibile che quella traccia si sia prodotta con la cornetta sopra, ma lo vedremo. La cornetta staccata, qualora sia andata davvero così, descrive una dinamica completamente diversa da quella che sappiamo fino ad oggi. Detto ciò, chiunque abbia visto la documentazione di questo omicidio sa perfettamente che chi ha ucciso Chiara in quel momento la odiava, è stata uccisa con odio, questo è un dato inconfutabile”.
Sui famosi vestiti trovati nel canale di Tromello un paio di settimane dopo l’omicidio di Garlasco, De Rensis commenta in maniera un po’ ironica: “Sono di sicuro di pittori e imbianchini che in contemporanea hanno dipinto qualcosa di rosso. Appartengono certamente a soggetti giovani, di tre taglie diverse, sono in buono stato e che ha buttato le scarpe le ha tolte allacciate o forse le ha tolte e poi allacciate. Questi vestiti non c’entrano nulla – aggiunge – ma ci troviamo di fronte a pittori imbianchini abbastanza strani, ma non vuole dire che fossero vestiti dell’assassino”. Quei vestiti vennero ritrovati da alcuni ragazzi del posto che si insospettirono vedendo quei vestiti in un sacchetto in un canale, e che sono sempre stati descritti come vestiti di marca e tenuti bene, quindi è apparso strano che fossero stati gettati via nonostante appunto qualità e condizioni. In ogni caso per De Rensis “Forse era meglio fare un terzo test visto che il luminol aveva dato esito positivo e il combur test quello negativo”.

DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS SUL PM VENDITTI
Sull’indagine del 2017 nei confronti di Andrea Sempio, De Rensis commenta le recenti dichiarazioni dell’ex pm Venditti ai microfoni di Quarto Grado, attraverso cui ha svelato di non aver mai avuto dubbi nei confronti dell’indagato di 8 anni fa, che è lo stesso di oggi: “Sull’indagine del 2017 l’ex pm Venditti ha detto che in 21 secondi ha capito che il signor Sempio non c’entrava nulla, io dico che sono dispiaciuto che non sia più nella magistratura, magari averne di magistrati che in 21 secondi risolvono casi, forse i magistrati che indagano ora su Garlasco ci metteranno 21 mesi ma io preferisco una indagine che duri 21 mesi che non 21 secondi”.
E a proposito di chi sta indagando oggi: “Lo spessore umano di chi indaga può farci dormire sonni tranquilli, il procuratore Napoleone è di uno spessore talmente alto che non ha bisogno di conigli”, rispondendo ad un timore di Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, che tema che qualcuno estragga qualche coniglio dal cilindro. De Rensis ha infine concluso: “Io ho un asso nella manica? Spero l’abbia la giustizia”.
