Delitto di Garlasco, la posizione di Andrea Sempio potrebbe essere compromessa da un testimone mentre la difesa insiste: "Nessun indizio a carico"
I colpi di scena nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco sembrano destinati a non finire in fretta. Andrea Sempio è tornato clamorosamentd al centro degli sforzi investigativi ancora una volta in veste di indagato, con una ipotesi di reato pesantissima: omicidio in concorso con ignoti o con il reo. A rimettere in discussione il suo profilo nella geometria del giallo è la Procura di Pavia che, con una consulenza affidata al genetista Carlo Previderè, è arrivata alle stesse conclusioni a cui giunse la difesa di Alberto Stasi nel 2016: il Dna sulle unghie di Chiara Poggi appartiene a Sempio.
E così, 18 anni dopo l’uccisione della 26enne, nonostante il giudicato di condanna che aveva visto l’ex fidanzato della vittima finire in carcere a scontare 16 anni di reclusione (pena ormai prossima al termine), sul caso sembrano addensarsi più domande che risposte. Più ombre che luci, nel sospetto di un errore giudiziario e di una verità processuale che non fotografi esattamente, se non per nulla, quella storica. Stavolta, ad alimentare gli interrogativi sull’esito del processo c’è il racconto di un testimone dell’ultima ora che ha messo in crisi la madre di Andrea Sempio durante le sit dei giorni scorsi (al punto da essere colta da un malore quando chi indaga glielo ha nominato): si tratta di un ex vigile del fuoco che conosce la donna e che potrebbe aver riferito agli inquirenti elementi chiave per “riscrivere” la storia del famoso scontrino del parcheggio di Vigevano con cui Sempio e i genitori sostengono sia documentata la sua assenza da Garlasco quando Chiara Poggi veniva assassinata nella villetta di famiglia in via Pascoli.
Delitto di Garlasco, perché Andrea Sempio rischia grosso con la nuova testimonianza
Ad oggi non è noto il contenuto della versione fornita dall’ex vigile del fuoco agli investigatori circa la mattina del delitto di Garlasco, né se abbia riferito qualcosa di decisivo per far crollare l’alibi di Andrea Sempio rappresentato da quel famoso scontrino del parcheggio di Vigevano in cui dice, dal 2008, di aver sostato a partire dalle 10:18 del 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio di Chiara Poggi. Su quel tagliando, però, insistono i dubbi della difesa di Alberto Stasi e dell’attuale Procura di Pavia: non ci sono riferimenti alla targa del veicolo, quindi potrebbe appartenere a chiunque.
Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e assiduo frequentatore della loro casa, lo ha prodotto agli inquirenti 18 mesi dopo i fatti quando ancora si riteneva (da perizia medico-legale) che la finestra temporale in cui è avvenuto l’assassinio fosse collocabile tra le 10.30 e le 12 circa (con maggiore “centratura” del decesso intorno alle 11). Se il testimone avesse raccontato qualcosa di determinante per demolire la versione portata avanti da Sempio e dai genitori su quello scontrino, ne verrebbe fuori l’ipotesi della costruzione di un falso alibi e la posizione del 37enne, attualmente indagato, rischierebbe di incrinarsi pesantemente nell’alveo dell’inchiesta.