Mattino 5 News ha intervistato il generale Garofano ma anche avvocati e consulenti nell'ambito dell'indagine su Garlasco
Tanti protagonisti del giallo di Garlasco stamane intervistati da Mattino 5 News, a cominciare dal Generale Garofano, consulente di Andrea Sempio, presente nell’incidente probatorio odierno. “E’ una giornata importante – ha detto – oggi inizieremo a verificare lo stato dei reperti e cominceremo anche delle campionature, inizia materialmente l’incidente probatorio sulle tracce su cui si incentra questa nuova indagine. Io credo nell’innocenza di Andrea Sempio e nella sentenza definitiva – ha aggiunto – osserveremo con attenzione questa nuova indagine, vedremo i risultati e ci ragioneremo. Lo stato di conservazione e la camera di custodia sono importanti – ha proseguito – ora li apriremo, ma il risultato è quello che conta”.
Sul dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi e che per la procura apparterrebbe a Sempio: “Sia il prof De Stefano che il prof Giardina. e mi unisco anche io, hanno definito quel dna non attribuibile, anche il dottor Ricci ha detto che potrebbe essere comune a tanti uomini, credo che la deduzione sia abbastanza semplice. Le tecniche del dna sono comunque molto sensibili, dipende dallo stato dei reperti, potremo dirlo solo dopo le campionature”.
Sulla spazzatura il generale Garofano precisa: “Credo nell’innocenza di Sempio e non mi aspetto risultati eclatanti. Oggi ci sono dei sospetti su Andrea Sempio che hanno bisogno di alcune certezze e dati obiettivi che fino ad oggi non sembrano emersi, nuove analisi potrebbero confermare la sua estraneità”. Infine sull’impronta 97F l’ex comandante dei Ris ha spiegato: “Non ha nessun riferimento ne nell’indagine dei ris e del dottor Testi, non credo che le persone volino (visto che ci sarebbero solo impronte di mani ma non di scarpe ndr), mi sembra un po’ suggestivo ma valuteremo tutto”.

DELITTO DI GARLASCO, LE PAROLE DI BOCELLARI E TIZZONI
Presente anche l’avvocato Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi: “Credo che questa attività fatta a distanza di 18 anni, dal punto di vista scientifico, è più facile perché abbiamo tecnologie molto più avanzate. L’impronta 10 nella relazione del Ris (trovata sulla porta ndr) dell’epoca fu considerata inutile giuridicamente, ora sarà nell’ìncidente probatorio e sarà importante capire se uscirà un dna, se si e di chi, e poi faremo le valutazioni che dovremo fare.
Le impronte 33 e 10 erano in atti già dal 2007 – ha continuato – queste due impronte, come tantissime altre, sono impronte che sono state ritenute all’epoca non utili dal punto di vista giuridico, secondo il Ris di allora e le tecnologie di allora, non si potevano attribuirle”.
E ancora: “Vediamo come sono stati conservati questi reperti, se facciamo le analisi ci aspettiamo qualcosa, poi che ci sia effettivamente qualcosa è un altro discorso”. L’avvocato Tizzone, legale della famiglia di Chiara Poggi, fermato anch’esso da Mattino 5 News, ha invece risposto in maniera netta alla notizia di oggi rilanciata da Il Fatto Quotidiano, quella di una nuova presunta impronta insanguinata trovata sul muro vicino a Chiara Poggi: “Aspettiamo, vedremo e valuteremo, è una fase importante”.
Dalla spazzatura potrà emergere se una persona ha toccato quegli oggetti, poi andrà contestualizzata e valutata per capire se avrà attinenza con la scena del crimine. L’impronta 97F? Davvero delle fantasie che lascerei ai salotti televisivi, immaginiamo impronte che nascono con i funghi, nessuno ha nascosto nulla”.
DELITTO DI GARLASCO, LE PAROLE DEL CRIMINALISTA REDAELLI
Infine il criminalista Dario Redaelli, sempre consulente della famiglia di Chiara Poggi, che ha parlato prima di tutto sempre di questa nuova traccia insaguinata, spiegando: “L’impronta 97 venne già rivelata al suo tempo, gli venne attribuito un valore che oggi sembra essere rivisto, noi cercheremo di capire dove si vuole andare a parare. Che la mano dell’offender fosse insanguinata è scontato ma la traccia 97 non è una impronta quanto una strisciata che potrebbe essere attribuita ad una mano insanguinata ma bisogna valutare”.
E ancora: “Noi siamo a disposizione e molto curiosi, la famiglia è ricaduta nel baratro che ha affrontato 18 anni fa e ci aspettiamo questa volta una soluzione definitiva. Al momento c’è una sola presenza sulla scena del crimine come ha deciso il processo”, riferendosi alla condanna di Alberto Stasi. Il criminologo ha aggiunto: “Noi al momento non abbiamo visto nulla di ciò che ha in mano la procura e poi tireremo le nostre conclusioni.
Al momento si lavora sugli esiti della perizia del prof De Stefano, sono queste conclusioni che sono state rielaborate in relazione al dna di Andrea Sempio, non sono state rifatte le analisi, quindi bisogna vedere se i periti possano arrivare alle stesse conclusioni”. Vedremo se davvero da questo incidente probatorio emergerà qualcosa di importante o meno: la sensazione è che “l’accusa” creda molto in questo step, un po’ meno la difesa, invece convinta non ci sia nulla di nuovo che “incastri” il suo assistito.
