A Quarto Grado vi era il generale Garofano per parlare del delitto di Garlasco e di tutti gli aggiornamenti sull'indagine
A Quarto Grado si è parlato del caso di Garlasco e ospite come sempre vi era il generale Garofano, che nel giallo di Chiara Poggi è il consulente di Andrea Sempio, unico indagato per la vicenda. L’ex comandante dei Ris si è soffermato sulle ultime novità, a cominciare dalle nuove analisi nella casa di Garlasco, spiegando: “Più che bocciare le precedenti indagini, credo che questa sia una verifica che rientra nella strategia della procura”. E ancora: “La ricostruzione della dinamica dell’omicidio fu fatta sia dal ris che dal dottor Testi nell’appello Bis che ha usato gli stessi strumenti praticamente, quindi questo lavoro è stato già fatto. La nuova strumentazione è più veloce, ha una capacità fotografica maggiore, ma di fatto la misura è identica, quindi la ricostruzione di allora e quella di oggi differiranno di poco”.
Ma i ris dell’epoca fecero degli errori? “Io accetto tutte le critiche, errare è umano – replica Garofano – ho difeso e continuo a difendere gli uomini che ho avuto l’onore di comandare, ma non credo di aver commesso errori, se ci sono stati li abbiamo commessi tutti ma nessun errore che ha pregiudicato un processo e una condanna. Accetto comunque con grandissima attenzione e curiosità questa ricostruzione che non potrà differire”.
DELITTO DI GARLASCO, GAROFANO: “ENTRAI PER LA PRIMA VOLTA IN CASA POGGI…”
Sul suo ingresso per la prima volta nella villetta di Chiara Poggi a Garlasco, il generale Garofano replica: “Non vorrei sbagliare una seconda volta a rispondere, visto che sulle mie frasi hanno costruito dei castelli parlando anche di disonestà da parte mia, non ricordo di preciso quando entrai, non sono entrato ad agosto, dopo che i consulenti hanno fatto il loro lavoro”.
Sul fatto che prima indagava per la procura e ora è consulente di Andrea Sempio, il generale replica: “La risposta è molto semplice, io voglio difendere quella verità che è stata costruita e decisa da un tribunale in via definitiva da una corte d’assise, voglio difendere il lavoro che abbiamo fatto allora, al di là degli errori, io non sono passato dall’altro parte, sono dalla stessa parte, dalla parte di una verità che per me è consacrata in una sentenza definitiva. Difendo un indagato per omicidio? Si ma se dovessi trovare anche un minimo dato tecnico o una traccia sarei il primo a consigliare agli avvocati di portare Andrea Sempio dai carabinieri o in procura, voglio chiarire questa mia posizione, io credo all’innocenza di Sempio fino a prova contraria. Se non lo consegnassero io lascerei il mandato, assolutamente sì, nel momento in cui mi rendo conto che c’è una verità tecnica acclarata io avrei finito il mio ruolo di consulente”.

DELITTO DI GARLASCO, GAROFANO: “QUANTO FACEMMO NEL 2007…”
Quindi ha aggiunto: “E’ spiacevole e offensivo sentire dire che le cose non le abbiamo fatte. Un conto è farli i sopralluoghi, un conto è fantasticare. In una casa ci sono centinaia di oggetti, tutti quegli oggetti vengono esaminati nel contesto in cui si trovano, vengono usati strumenti prima di repertarli per capire se ci sono tracce o no, ma c’è sempre una selezione che è stata fatta”.
E ancora: “Tutto ciò che è stato oggetto della consegna giovedì è stato consegnato non da noi ma dai carabinieri della compagnia di Vigevano ed è stato sequestrato all’aprile del 2008, non sono reperti passati da noi, tutto quello che il Ris ha fatto l’ha fatto secondo dei protocolli, valutando oggetti utili e non utili e ripeto tutto questo non è stato fatto per fantasia o intuizione ma sulla base di tracce presenti o non presenti che vengono saggiate”. Chiaro quindi il pensiero del generale Garofano che ci tiene a difendere le indagini svolte dai ris dell’epoca, e anche per questo è dalla parte di Sempio, per confermare che ciò che venne fatto 18 anni fa non fu sbagliato.
