Si parla del delitto di Garlasco a Zona Bianca con l'intervista a Gennaro Cassese, ex comandante dei carabinieri di Vigevano

Durante la puntata di ieri di Zona Bianca si è parlato ampiamente del delitto di Garlasco, e il talk di Rete Quattro condotto da Giuseppe Brindisi ha parlato con Gennaro Cassese, l’ex comandante carabinieri di Vigevano, nonchè uno dei primi militari ad entrare nella casa di Chiara Poggi, dopo la chiamata di Alberto Stasi. Si parla della spazzatura, rientrata in questi giorni nel maxi incidente probatorio, e Gennaro Cassese ha spiegato: “Io personalmente quella spazzatura non la consideravo come interesse perchè avevo altro da considerare, quella spazzatura era stata comunque considerata dai colleghi sul posto e anche dalla procura. C’è una precisazione da fare: non stata sequestrata ad aprile 2008, è stata repertata a quella data”.



Gennaro Cassese si è poi soffermato sul fatto che la difesa di Andrea Sempio si sia opposta all’apertura dello scatolone della spazzatura durante l’incidente probatorio in quanto mancherebbe il decreto di sequestro della stessa e a riguardo ha spiegato: “Il 13 agosto 2007 si sottopone a sequestro l’intero immobile e in calce al verbale di sequestro c’è la convalida dei pm, tutto ciò che era in quella casa è sempre stato sotto sequestro”. Secondo le indiscrezioni degli ultimi giorni, nella spazzatura sarebbe spuntato anche un capello corto e a riguardo l’ex comandante dei carabinieri di Vigevano ha precisato: “Al momento abbiamo fatto il verbale, e quello che abbiamo messo nel verbale è ciò che abbiamo constatato e poi c’è il supporto fotografico e il video e questo capello non lo ricordo”.



DELITTO DI GARLASCO, CASSESE: “LE IMPRONTE SUL PIGIAMINO…”

Sulle sedie spostate sulla scena del crimine: “Possono essere di interesse per poter ipotizzare quante persone vi fossero ma devo capire anche le considerazioni quotidiani della ragazza, se viene a casa mia troverà due sedie spostate anche se sono da solo perchè mi piace stendere la gamba”.

Sul famoso posacenere con della cenere recente: “I genitori di Chiara hanno dichiarato che la ragazza non fumava? Per me non c’era stranezza, il contesto serve per salvaguardare la scena del crimine e credo che l’abbiamo fatto, poi sul posacenere e la spazzatura era una valutazione soggettiva e io in quel momento non l’ho ritenuto di interesse”. Gennaro Cassese ha quindi ricordato cosa vide quando arrivò in via Pascoli a Garlasco: “Appena sono arrivato c’era una Golf parcheggiata, un ragazzo seduto su un marciapiede e un carabiniere vicino, era il fidanzato della ragazza morta (Alberto Stasi ndr), mi ha chiesto se poteva rientrare e io gli ho detto di no”.

Garlasco, Gennaro Cassese (Foto: Zona Bianca)



DELITTO DI GARLASCO, CASSESE: “LE IMPRONTE SUL PIGIAMINO…”

E ancora: “Nella prima verifica fatta i carabinieri sono entrati senza calzari ma hanno posto la massima attenzione visto che si dovevano sincerare se effettivamente la ragazza necessitava di un intervento sanitario. La mia impronta sulla scala – ha aggiunto – non è da rapportare al 13 agosto del 2007 (giorno dell’omicidio di Garlasco ndr), la scena del crimine era ormai consolidata ed è stata poi trattata dagli specialisti del Ris e poi sono stato io a dire di prendere le mie impronte perchè sicuramente avevo toccato la parete”.

Quindi ha concluso: “Le impronte sul pigiamino sono andate perse perchè il medico legale ha ribaltato il corpo, c’era il sangue della ragazza e si è imbrattato di sangue” e quelle impronte avrebbero forse potuto chiudere il caso nel giro di pochi minuti, incastrando Stasi o eventualmente qualcun’altro. Secondo il comandante dell’epoca dei carabinieri di Vigevano, quindi, non si sono verificati degli errori nelle indagini e tutto ciò che è stato fatto è stato fatto ovviamente in buona fede e non ha inficiato poi sull’esito del processo che ricordiamo, ha condannato Alberto Stasi dopo due assoluzioni. Vedremo se questa nuova indagine porterà ad una nuova verità o meno.