A Filorosso su Rai Tre si parla del delitto di Garlasco e in collegamento vi era Massimo Lovati, il legale difensore di Andrea Sempio
Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, è stato incalzato sulla nuova indagine su Garlasco, ospite ieri sera del programma di Rai Tre, Filorosso. Il noto penalista ha esordito così: “Sono confortato dai risultati delle prime indagini biologiche ma non posso cantare vittoria, siamo solo all’inizio, la strada è lunga ed insidiosa, non abbiamo ancora capito perchè e come centri il mio assistito in questa storia. Vengono gli incubi, le paure, le ossessioni – prosegue – perchè non si capisce come mai Andrea Sempio è indagato, certi dicono che è un cavallo di Troia, ma lui è una persona che sta soffrendo un circo mediatico che lo sta distruggendo dal punto di vista morale, lavorativo e psicologico. Questi signori, gli inquisitori, mi devono spiegare una volta per tutte cosa c’entra Andrea in questa vicenda”.
Sulle amicizie del suo indagato, Lovati taglia corto: “Non vedo nessuna attinenza fra l’amicizia di Andrea Sempio e Mattia Capra con l’azione omicidiaria”. Quindi ha ribadito il suo pensiero sull’indagine insidiosa e che non permette una giusta difesa: “Io ho paura di tutto perchè questa indagine è insidiosa e come tutte quelle insidiose non si sa dove va a parare, è come lo schiaffo del saldato, quindi capirete le mie paure e perchè temo che dal cilindro possa spuntare in ogni momento un coniglio e specialmente un coniglio cantante come ho visto altre volte nella mia carriera da penalista, di solito spuntano quando non c’è niente”.
DELITTO DI GARLASCO, LOVATI HA PAURA, LA REPLICA DI DE RENSIS
A riguardo però l’avvocato De Rensis, legale di Alberto Stasi presente in studio, cerca di rassicurare in qualche modo il collega: “C’è una cosa che impedirà questo, l’altissima serietà di chi indaga, fra cui il professor Previderè, che fino al caso della piccola Yara era indicato da tutti come la punta delle genetica, tu pensi che loro agiranno con il coniglio? Queste persone, seguiranno i fatti quindi diamogli fiducia”.
Lovati ribatte anche la macchia di sangue sul telefono ma soprattutto che l’impronta 33 sia del suo assistito: “Non capisco l’incidenza del telefono, sarò ottuso ma io non capisco tutto quel discorso del telefono dove possa agganciarci”, dice riferendosi ad una macchia di sangue rinvenuta nell’alloggiamento della cornetta, che potrebbe in qualche modo riscrivere la dinamica dell’assassino di Garlasco. “Per quanto riguarda l’impronta 33 non è di Sempio – ha continuato il penalista – secondo i nostri consulenti tecnici state facendo tutti dei discorsi inutili e Sempio non c’è. Per i miei consulenti non è di Sempio, i miei consulenti evidenziano solo 5 minuzie e non 15 come dice la Procura, vedremo chi ha ragione, è inutile sbandierare delle tesi che non hanno conferma, sono tesi di parte. Han messo sui giornali l’impronta di Sempio, non è la sua impronta”.
DELITTO DI GARLASCO, LOVATI: “È UNA INDAGINE INSIDIOSA, NON MI FIDO”
E ancora: “Io continuo ad aver paura perchè questa è una indagine insidiosa, non mi fido, il capo d’incolpazione è ondivago, non capisco cosa c’entra Sempio, non capisco perchè c’è questa indagine con Sempio indagato perchè per esserci un indagato ci vogliono indizi di colpevolezza e qui non ce ne è neanche mezzo”.
Quindi ha concluso: “Il pm Venditti ha chiesto l’archiviazione dell’indagine del 2017, non c’era niente allora e non c’è niente adesso, non è cambiato nulla, l’unica cosa che è cambiata è la storiella del concorso che non ha basi fattuali che è servito solo come escamotage per riaprire questa indagine insidiosa”. Lovati ribadisce quindi la sua tesi, convinto che il suo assistito sia totalmente estraneo ai fatti e che questa indagine non troverà nulla che possa in qualche modo incolpare Andrea Sempio: sarà davvero così? Fino ad oggi non è emerso nessun grave indizio nei confronti dell’amico di Marco Poggi.