A Chi l'ha visto si parla del delitto di Garlasco con l'intervista a Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio. Le sue parole
Durante la puntata di ieri di Chi l’ha visto ci si è concentrati ancora una volta sul delitto di Garlasco, con le ultime novità inerenti l’incidente probatorio, e in collegamento vi era Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio. Il focus dell’intervista è stata sulla spazzatura che oggi verrà forse esaminata nel proseguo dell’incidente probatorio e scriviamo forse perchè proprio Lovati ha fatto sapere che si opporrà all’apertura della stessa. “Noi non crediamo in questa spazzatura – esordisce il legale dell’indagato – non ci credo perchè è una questione talmente irrazionale, incredibile, che si sia conservata una spazzatura per 18 anni, per ciò non ci credo, non è una questione coerente”.
“Chi è che tiene una spazzatura per 18 anni? Mai sentito una roba del genere, poi questa spazzatura fu sequestrata? Mi sembra di no, i ris non la repertarono, quando hanno appreso questa spazzatura, chi l’ha appresa? L’hanno presa e dove l’hanno portata? Se non c’è il provvedimento di un giudice che ha disposto il sequestro della spazzatura è acqua fresca, quando è stato disposto il sequestro? Quando la sentenza diventa non più impugnabile le cose vanno restituite. Vi rendete conto che sono passati 18 anni e siamo qui a parlare di niente?”.
DELITTO DI GARLASCO, LOVATI IL FRUTTOLO E LE PAROLE DI SEMPIO
Quindi Lovati aggiunge: “Io non sono tranquillo. Io a questi Fruttoli non ci credo, è inutile, io provavo a crederci ma non ci credo, è una cosa incredibile, quando li hanno appresi questi reperti erano sequestri o no? Era sequestrata solo la villa o anche l’interno? Il sequestro perde efficacia quando la sentenza diventa in giudicato, quando la sentenza non è più impugnabile le cose sequestrate o confiscate vanno restituite, io mi oppongo alla spazzatura”.
Chi l’ha visto ha quindi mandato in onda l’intervista ad Andrea Sempio in cui parla proprio dei Fruttoli: “Avessi anche mangiato in quella casa, di sicuro non quella mattina, facciano ulteriori verifiche, Fruttolo, cartoni della pizza, con me non c’entrano niente, controllino pure, non c’entro niente con il Fruttolo”. Ma Lovati non ci sta: “Fa niente anche se il mio assistito non ha paura, devono andare dal giudice e farsi autorizzare ad aprire questi reperti che non sono stati autorizzati e che non si sa da dove arrivano. Perchè non li hanno presi subito i ris? C’erano, non c’erano? Può anche essere che qualcun’altro ha mangiato la banana, non è entrata nessuno in casa in 8 mesi? Anche se la casa è stata sequestrata non c’entra niente, in una casa sequestrata può entrare chiunque, dai ladri ai carabinieri, basta togliere le fascette e rimetterle”.
DELITTO DI GARLASCO, LOVATI E L’ACCUSA DI CONCORSO
Lovati è poi tornato sull’accusa di omicidio in concorso nei confronti del suo assistito: “Da questo fatto non si desume nessun tipo di concorso, c’è una impronta sola della scarpa, è un momento omicidiario compiuto da una sola persona come stabilito dalla sentenza. Anche l’indagine del 2017 contro Andrea Sempio parlava di omicidio volontario e non di concorso, il concorso è uno stratagemma processuale per riaprire l’indagine oggi, se no non poteva essere riaperta. Il concorso va desunto dal fatto, ho fatto l’esempio della rapina al portavalori in autostrada, che è un concorso, minimo ci sono 6 banditi fra chi spara e brucia le macchine, qui dal fatto non si desume il concorso”.
Poi di nuovo sulla spazzatura: “Non ci credo alla spazzatura, non si tiene una spazzatura per 18 anni, è una cosa talmente incredibile, ci credo alla santissima trinità ma non alla spazzatura. Viene mantenuto il sequestro di questi oggetti? A me non interessa, a me interessa sapere quando e chi li ha sequestrati. Questo Fruttolo non esiste, non è mai stato sequestrato e dissequestrato, quando vedrò l’ordine di sequestro e dissequestro firmato da un pubblico ministero, allora potrò dire che c’è stato un sequestro, il verbale dei carabinieri non conta nulla”. Lovati ha poi ribadito l’innocenza di Alberto Stasi: “Noi vogliamo la verità su Chiara Poggi per amore della verità e per amore del ricordo di questa ragazza. E qui torniamo ad un vecchio discorso, Stasi è innocente, i due si volevano bene, erano due fidanzati, non era una storia tossica. Stati non ha mai scoperto alcun cadavere, non è mai entrato in casa, ha detto un sacco di bugie che anche un bambino capirebbe, poi ha detto che aveva scavalcato, che ha aperto la porta, ha aspettato l’ambulanza e poi aveva le scarpe pulite… non è mai entrato”.

DELITTO DI GARLASCO, LOVATI E IL SANGUE SUL TELEFONO
Infine, sulle nuove macchie di sangue scoperte sul telefono di casa Poggi, Lovati commenta: “Il telefono? Un tentativo di Chiara di aggrapparsi nell’atto di essere aggredita. E’ impensabile che lei volesse telefonare mentre era aggredita, come fa? Secondo me si è aggrappata o magari voleva servirsene per difesa, il primo oggetto che ha trovato”.
Chi l’ha visto ha parlato anche con la nota genetista Marina Baldi, che si dice molto scettica sulla spazzatura: “Sono molto scettica sul fatto che si riesca a trovare del dna, soprattutto la frutta quando marcisce (c’è anche una banana marcia ndr) è piena di batteri e i batteri degradano il dna, quindi non credo… chiaro che se il giudice ha disposto di esaminarli andranno esaminati. E’ più facile che si trovino le impronte che il dna. Il problema sono gli 8 mesi che è rimasta nella spazzatura. I batteri degradano i tessuti biologici e una banana marcescente ha una carica batterica enorme, non tanto i 18 anni quanto quegli 8 mesi di contatto che potrebbero aver degradato il materiale biologico, staremo a vedere quello che trovano”.
