Delitto di Garlasco, perché nessun reperto è sparito: è stato "consumato". Cos'è successo alle unghie di Chiara Poggi e all'impronta 33 attribuita a Sempio
DELITTO DI GARLASCO, LA VERITÀ SUL GIALLO DEI REPERTI
C’è un nuovo giallo nel delitto di Garlasco: quello del presunto sparimento dei reperti, che rischia di far arenare la nuova inchiesta. In realtà, tali reperti non sono né spariti né nascosti, ma si sono consumati durante le analisi di laboratorio. Lo precisa Fanpage, citando fonti e sottolineando che non si tratta di qualcosa di inusuale, perché, quando si analizzano le tracce di materiale genetico, il campione si distrugge durante il procedimento.
Ad esempio, durante una perizia del 2014 — quella del perito Francesco De Stefano — le unghie della vittima furono sciolte per cercare DNA. In tale circostanza furono individuati due profili di cromosomi Y, quindi maschili: uno ignoto e l’altro potenzialmente legato alla famiglia di Andrea Sempio, attualmente indagato. Ma il DNA era troppo poco e poco chiaro, per cui all’epoca non fu possibile attribuirlo con certezza all’amico di Marco Poggi.
Il perito ipotizzò una contaminazione, ma ora i consulenti della difesa di Alberto Stasi, unico condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, ritengono che quella traccia appartenga effettivamente a Sempio. In occasione dell’incidente probatorio in programma il 17 giugno prossimo, è prevista una nuova perizia super partes.
OMICIDIO CHIARA POGGI, COSA SUCCEDE CON L’IMPRONTA 33
Non è comunque detto che sotto le unghie di Chiara Poggi ci sia necessariamente il DNA del suo assassino, perché le sentenze e gli esami degli ultimi 18 anni hanno concluso che la ragazza non ha neppure avuto il tempo di difendersi. Pertanto, sotto le sue unghie potrebbe esserci DNA di qualcuno con cui ha avuto un contatto, non per forza di chi l’ha uccisa.
Un altro reperto importante del delitto di Garlasco è quello dell’impronta individuata su una parete della scala — la numero 33 — che recentemente è stata attribuita ad Andrea Sempio. Il pezzo di intonaco era già stato consumato in esami effettuati in precedenza; pertanto, si possono solo analizzare le foto a disposizione. Comunque, anche lì non era stato riscontrato sangue.
Attualmente, comunque, ci sono strumenti più avanzati rispetto al 2007, come il software Y-STR Mixture Calculation, che è in grado di calcolare la probabilità che un DNA misto appartenga, anche parzialmente, a una certa persona. Quando viene utilizzato, confronta il DNA con un database di oltre 349mila profili maschili europei. Quindi, è un sistema che potrebbe aiutare a capire se le tracce trovate appartengano a uno o più uomini.
DELITTO DI GARLASCO, L’AI IN AIUTO DEGLI INQUIRENTI
C’è chi ritiene che l’esaurimento dei reperti possa essere un’arma in più per la difesa, ma comunque c’è l’intelligenza artificiale che può aiutare gli investigatori che stanno lavorando nuovamente al delitto di Garlasco. Ne parla Il Messaggero, spiegando che i software attualmente a disposizione consentono comparazioni molto più dettagliate rispetto a quelle effettuate negli anni passati. Quindi, ciò che è a disposizione potrebbe essere comunque sufficiente per un’analisi digitale e tecnologica.
